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  1. #31
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
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    Originariamente inviato da lookha
    da quello che so ad ogni modo l'ICI non viene aggiornato in un anno ma spalmato su 10 anni o più, dipende dal Comune, giustamente per evitare il massacro. Possono aggiornarlo oggi ma il l'aumento sarà graduale, fino ad arrivarci nel giro di x anni. Da quello che sapevo era cosi...
    me lo auguro!


  2. #32
    Originariamente inviato da @rgo1
    http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=147077

    Sfogliando le tabelle in cui l’ufficio studi di Confedilizia ha simulato gli effetti della revisione degli estimi su base patrimoniale si scopre come una «prima casa» da 100 metri quadri triplicherebbe il valore catastale da 100 a 300mila euro con una rendita di 3mila euro contro le precedenti 1.000 e quindi un’Ici (5 per mille) di 1.397 euro (con una detrazione di 103 euro). A conti fatti l’aggravio di imposte è mille euro.

    Spesa più salata per la «seconda casa» (sempre 100 mq, 300mila euro di valore e 3mila euro di rendita): l’Ici al 7 per mille dà 2.100 euro; l’Irpef al 39% altri 1.560 euro per un totale di 3.660 euro, escluse addizionali Irpef. La differenza di imposte supera quindi 2.441 euro.


    Senza contare cosa succederà, sempre per effetto della riforma degli estimi su base patrimoniale, sui principali tributi immobiliari in termini di gettito: imposte indirette (imposta del registro, imposte ipotecaria e catastale) dagli attuali 4,5 miliardi agli 11,3 miliardi; imposte dirette sugli immobili (Irpef, Ires, Addizionali provinciali e regionali Irpef) da 6,8 miliardi ai 13,3 miliardi; Ici dagli attuali 10 miliardi ai 30 miliardi di euro.
    Azzo che salassata

  3. #33
    Utente bannato
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    Batta un colpo chi chiedeva e flammava nel mega topic sulla finanziaria e che mi domandava incazzato - tirando per il culo - " Dai voglio sentire quale tasse pageremo di più"

    -> Seguito da un , non sai di che parli .. . . etc etc

  4. #34
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
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    sarebbe accettabile se i salari aumentassero proporzionalmente agli aumenti fiscali, mentre io prendo ancora lo stesso stipendio di 10 anni fa precariando qua e là...

    non è equo e non è di sx.

    è una rapina.

  5. #35
    Utente bannato
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    Originariamente inviato da @rgo1
    sarebbe accettabile se i salari aumentassero proporzionalmente agli aumenti fiscali, mentre io prendo ancora lo stesso stipendio di 10 anni fa precariando qua e là...

    non è equo e non è di sx.

    è una rapina.
    invece è proprio di sx

  6. #36
    Da aggiungere che questa graverà indirettamente almeno in buona parte anche sugli affitti.

  7. #37
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
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    Originariamente inviato da nickcrazy
    Da aggiungere che questa graverà indirettamente almeno in buona parte anche sugli affitti.
    sacrosanto.

  8. #38
    Utente di HTML.it L'avatar di Dwarf
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    I comuni ovviamente non abbasseranno l'aliquota e di fatto aumenteranno le tasse :rollo:
    - La chiesa è vicina, il bar è lontano, la strada è ghiacciata. Camminerò con attenzione
    (Vecchio proverbio russo)

  9. #39
    Originariamente inviato da lookha
    da quello che so ad ogni modo l'ICI non viene aggiornato in un anno ma spalmato su 10 anni o più, dipende dal Comune, giustamente per evitare il massacro. Possono aggiornarlo oggi ma il l'aumento sarà graduale, fino ad arrivarci nel giro di x anni. Da quello che sapevo era cosi...
    fosse anche così il massacro non lo evitano, sarebbe solo che diluiscono anche quello.
    Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)

  10. #40
    Utente di HTML.it L'avatar di Dwarf
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    Si comincerà così, con quei 200 milioni in più nella casse dello Stato e, soprattutto, dei Comuni. La preda più facile, nella caccia all'evasione immobiliare, è rappresentata proprio da quelle tipologie immobiliari che nei fatti non dovrebbero più esistere: abitazioni ultrapopolari e rurali, categorie immaginate negli anni Trenta per case destinate a famiglie operaie e contadine a bassissimo reddito.
    Il passaggio del Catasto ai Comuni, fissato al 1° novembre prossimo, avrà certamente un significato simbolico ed è sicuro che per i Comuni, più o meno direttamente investiti della gestione, scatterà la molla dell'impegno all'uso dei dati catastali per la riorganizzazione dell'imposizione tributaria immobiliare. Nella realtà gli strumenti ci sono già: con i commi 335 e 336 della Finanziaria 2005 (si veda l'articolo sotto) e la possibilità di accedere gratuitamente alla banca dati catastale, già effettiva, i Comuni potrebbero partire da subito a recuperare le quote di evasione Ici. E le sperimentazioni attuate negli anni passati hanno dato ottimi frutti.
    Tuttavia è ragionevole pensare che solo da novembre sarà immaginabile un'offensiva a largo raggio e, soprattutto, rapida. Una blitzkrieg per il recupero dell'evasione basata sulle tecnologie informatiche e sulla telematica che costringerà i contribuenti in malafede o semplicemente distratti a rientrare nei ranghi già nel 2008.
    Il gettito
    Si può ipotizzare che il passaggio di categoria conduca a un aumento delle rendite (non aggiornate) di almeno 313 milioni e che possano così entrare nelle casse comunali circa 179 milioni di Ici e 26 di Irpef. La differenza è giustificata dalla massiccia presenza media di abitazioni principali, sulle quali si applica un'aliquota Ici in genere più bassa e non si paga del tutto Irpef.
    Non solo: a volte il passaggio di categoria crea sì un incremento dell'Ici ma solo sulla carta, perché la detrazione è talmente alta da "assorbire" anche gli aumenti. Come nel caso di Napoli (si veda la tabella a fondo pagina), dove la base imponibie, raddoppia ma, tratandosi di abitazione principale, la super detrazione di 155 euro azzera comunque l'imposta.
    Le categorie da cambiare
    Le unità immobiliari abitative, che con i 541mila uffici abitazioni arrivano a un totale di 31,2 milioni (il 58% del totale delle unità immobiliari in Italia), sono divise in dieci categorie, da A/1 (lusso) ad A/11 (case tipiche dei luoghi, come i trulli), passando appunto per gli uffici (A/10). Si tratta di categorie certo obsolete ma che rispondono a requisiti e caratteristiche abbastanza precise, che per le A/5 e le A/6 (si veda l'articolo qui sotto) sono evidentemente inesistenti. Quanti italiani vivono (magari anche solo occasionalmente) senza bagno in casa? Anche escludendo quelle famiglie che hanno abbandonato a se stesse alcune vecchie catapecchie rurali destinate ai braccianti, la stragrande maggioranza di quei 2,2 milioni di unità è stata rimessa a posto, per abitarci o andarci in vacanza, soprattutto nei centri medio-grandi.
    Ma, naturalmente, se a ricordarsi di procurarsi il titolo abilitativo per fare i lavori (Dia o concessione) sono stati in molti, pochissimi si sono ricordati invece di comunicare la variazione al Catasto. Mantenendo così vecchia categoria e rendita. Insieme, ovviamente, alle vecchie tasse.
    Far emergere questa cospicua sacca di evasione non sarà difficile: un'azione a tappeto dei Comuni, che da novembre consentirà anche di accelerare la procedura un po' farraginosa della Finanziaria 2005, è facilmente ipotizzabile. E anche in campagna, pur in assenza di segnalazioni al municipio, sarà facile recuperare gli immobili che hanno perso i connotati delle A/6.


    http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero
    - La chiesa è vicina, il bar è lontano, la strada è ghiacciata. Camminerò con attenzione
    (Vecchio proverbio russo)

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