Arriva da Miami lo scienziato che “sperimenterà” Stamina. Si chiama
Camillo Ricordi, è professore di ingegneria biomedica e direttore del centro trapianti e ricerca del diabete all’Università di Miami. Dal 1985 è membro della commissione della Food and Drug Administration per la processazione e caratterizzazione dei prodotti cellulari.
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Se lei non è un collaboratore di Vannoni, come mai ha preso questa decisione?
“A proposito dei pazienti trattati con cellule Stamina c’è stato un effetto aneddotico che val la pena approfondire. Ci sono effetti biologici evidenti sui malati trattati, per questo non butterei via tutto quello che c’è stato ma partirei da qui: non si tratta di dimostrare la tossicità su modelli animali, questa fase è già stata superata.”
Come fa a dire che ci sono effetti biologici evidenti?
“Ho incoraggiato Stamina a pubblicare i case report ( il resoconto dettagliato dei pazienti che hanno ricevuto le infusioni ). Ho ricevuto materiale di una neurologa che ha analizzato dimezzamenti di episodi di saturazione di ossigeno sul morbo di Krabbe e di Marcello Villanova (esperto di Sma) che ha valutato miglioramenti importanti sulle patologie di cui è specialista”.
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In quanto tempo i risultati?
“In due settimane, forse tre”
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Lei è stato critico sulle clausole imposte a Vannoni per avviare la sperimentazione.“Sì, penso che nella prima fase di una sperimentazione non si debba modificare nulla. Vannoni usa il siero fetale bovino? Se è certificato e proviene da Paesi senza mucca pazza perché non farglielo usare? Come si può pretendere di testare un metodo se lo si cambia da subito?”
Lei è il promotore di The cure Alliance, cos’è?
“Sto dando voce a un movimento di pensiero e a fondazioni no profit che contestano l’immobilismo nella ricerca. Sta diventano sempre più difficile portare le terapie a livello clinico (per il cancro, le malattie degenerative, le malattie cardiovascolari e il diabete), si spendono troppi soldi e si protraggono le ricerche troppo a lungo. Molti Paesi stanno modificando le regole, il Giappone, Le Bahmas, l’Inghilterra. Non si tratta di deregulation, cioè di fare a meno delle verifiche scientifiche ma di velocizzare i passaggi e di arrivare a risultati”.