Ciao,
vorrei sottoporre una questione lavorativa. Ne ho già parlato con persone fidate ma vorrei avere altre opinioni visto che il tema è delicato.
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Iniziamo dal contesto. Da collaboratore esterno occupo una posizione di rilievo in un'azienda privata disfunzionale. Anche se sarebbe drammaticamente divertente entrare nei dettagli, mi limiterò a dire che le posizioni apicali sono occupate da incompetenti e assenteisti. C'è anche chi ruba (non sto scherzando) e fa finta di lavorare.
A valle di questo ci sono i dipendenti alcuni dei quali lavorano con senso forte senso responsabilità e ben oltre l'orario previsto per cercare di limitare i danni economici (le casse languono). Questi sforzi tuttavia vengono puntualmente mortificati da sperperi e assunzioni obsolete fatte non perché servano ma perché chi è già stato assunto per occuparsene non lavora.
Chiarisco che di tutte queste storture ne parlo con le dovute accortezze con i diretti interessati. Sembra assurdo ma le mie analisi sono condivise ciononostante non si fa nulla per cambiare rotta.
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Alla luce di questo stavo pensando di prendere in mano la situazione. Siccome l'idea alla base di tutto non è niente male, pensavo di dedicare il mio tempo libero e non pagato dall'azienda, per fare a mio rischio e pericolo ciò che nessuno ha il coraggio di fare accollandomi tutto il rischio.
Tra l'altro lo farei in un modo diverso e semplificato tale da non richiedere dipendenti. In estrema sintesi il management attuale è molto istituzionalizzato. Spende ore e soldi in meeting, viaggi, cene, convention che stringi stringi portano quattro soldi e tante spese. Io so che invece può funzionare tutto in modo automatizzato con software apposito.
Premesso che potrei fare il tutto in completa autonomia (non ho alcuna clausola che mi impedisca di fare concorrenza) è chiaro che i rapporti si incrinerebbero e potrei comunque dover perdere tempo con avvocati. Preferisco quindi, anche per motivi tecnici, coinvolgere l'azienda nel processo.
Quello a cui vorrei arrivare è una Srl dove loro manterrebbero una quota di minoranza esclusivamente:
- Per evitarmi attriti e beghe legali
- Perché nella peggiore delle ipotesi avrò perso tutto il mio tempo. Loro niente a parte due spicci per i limitatissimi costi operativi che sarebbero comunque divisi in base alle quote
- Perché se le cose funzionano ed avessero una quota rilevante so per certo che manderebbero tutto a puttane come hanno sempre fatto e continuano a fare
Capiamoci che non parlo di un classico assetto 49% a loro e 51% a me. Il massimo che darei forse è il 20%.
Domando a chi si è trovato in situazioni simili se valga la pena mettersi in società con un'azienda della quale non condividi le modalità di lavoro. È sufficiente come protezione relegarla ad una quota di minoranza ed escluderla da ogni decisione operativa?
Grazie