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Discussione: Vajont: 50 anni fa

  1. #41
    Quote Originariamente inviata da brancomat Visualizza il messaggio
    Cosa quindi dovremmo (dovremmo, chi?) imparare?

    Lasciando stare che il monte poteva crollare blablabla, quanto ci metteremmo, oggi, per costruire un manufatto del genere?
    20, 30 o 40 anni?
    Allora, senza computer, senza internet, senza praticamente niente, in due anni.

    se e' per questo, hanno spedito l'uomo sulla luna con l'equivalente di un commodore64 o giu' di li', se non ricordo male, il che e' altrettanto notevole e senza nemmeno ammazzare quelli che si trovavano vicino alla rampa di lancio

    cmq il senso non e' questo, ma che prima o poi nella tua vita - non "se", ma "quando" - ti ritroverai a essere parte di una scelta che potrebbe essere sconsiderata: magari sarai il proprietario del terreno dichiarato non edificabile che vuol farsi la casetta o magari sarai l'architetto interpellato o il proprietario dell'impresa o il tecnico comunale che rilascia i permessi di costruire, oppure sarai il cognato di quel proprietario e riceverai pressioni per far diventare quel terreno edificabile, anche se tutti sanno che si trova in un punto pericoloso per qualche motivo (non solo frane)

    ecco, magari sapere - per averlo imparato dalle precedenti disgrazie - che, anche se ti tiri addosso gli improperi del proprietario, la scelta giusta e' dire "no, e' non edificabile per questo e quel motivo e io non vado oltre", sarebbe gia' un bel risultato

  2. #42
    Utente di HTML.it L'avatar di longline
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    Quote Originariamente inviata da brancomat Visualizza il messaggio
    Cosa quindi dovremmo (dovremmo, chi?) imparare?
    Che si fanno opere senza avere una chiara idea delle possibili conseguenze?
    Che si fanno opere in cui non si va tanto per il sottile (i 15 morti durante la costruzione non è che vengano poi così spesso ricordati)?
    Che gli ingegneri, geologi o chi per loro possono sbagliarsi, anche con conseguenze catastrofiche? (capita tutti i giorni ad esempio con gli aerei)
    Il tuo modo di banalizzare testimonia che non possiedi la sensibilità di capire la portata di ciò di cui stiamo/stai parlando.

    Probabilmente non dipende nemmeno da te, evidentemente non hai mai vissuto certe cose, non ti sono mai state raccontate, non ti hanno mai trasmesso certi valori, non ti hanno insegnato a saperli percepire e a saper percepire la loro importanza.

    Senza offesa, ma è inutile spiegarti: non ti hanno dato le fondamenta sulle quali appoggiare determinati discorsi. Per te sono banali, per altri hanno fortissimi legami con la propria morale.

    Una volta ho letto una frase che suonava all'incirca così: più un'anima è pura, maggiore sarà la sua indignazione.

    Molto vero.

  3. #43
    Forse all'utente bancomat sfugge una cosa: chi ha costruito, premuto/spinto/fatto pressioni perché quella diga venisse costrutia, non si è fermato neanche quando quella frana ha iniziato a farsi sentire (ci sono perizie su perizie che testimoniano quanto dico, Paolini ne parla molto nel suo racconto e nel libro di Tina Merlin sono pure riportate) ma anzi ha fatto di tutto per nascondere la cosa e continuare i lavori, aumentando la portata del progetto in corso d'opera.

    Quello che va ricordato è che, poco meno di 2000 persone sono morte, paesi interi sono stati cancellati e ripeto CANCELLATI dalla geografia nel giro di pochi minuti, solo per l'avidità e l'arrogante senso di superiorità di certe persone, che sapevano ma se ne sono fregate.
    Lo Spirito E' Forte
    Ma La Carne E' Debole

    Ognuno è artefice del proprio destino
    Ogni scelta, azione o decisione comporta una reazione del sistema a cui tu e tu solo dovrai rispondere

  4. #44
    Quote Originariamente inviata da longline Visualizza il messaggio
    Il tuo modo di banalizzare testimonia che non possiedi la sensibilità di capire la portata di ciò di cui stiamo/stai parlando.

    Probabilmente non dipende nemmeno da te, evidentemente non hai mai vissuto certe cose, non ti sono mai state raccontate, non ti hanno mai trasmesso certi valori, non ti hanno insegnato a saperli percepire e a saper percepire la loro importanza.

    Senza offesa, ma è inutile spiegarti: non ti hanno dato le fondamenta sulle quali appoggiare determinati discorsi. Per te sono banali, per altri hanno fortissimi legami con la propria morale.

    Una volta ho letto una frase che suonava all'incirca così: più un'anima è pura, maggiore sarà la sua indignazione.

    Molto vero.
    ni

    ha 21 anni: la sensibilita' necessaria per cogliere l'importanza di certe memorie a quell'eta' e' merce rara di default; la trovi, ma generalmente la maturi andando avanti

    (ho piu' fiducia di te sulla gggiuoventu'mmmoderna )

  5. #45
    Utente di HTML.it L'avatar di Max Della Pena
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    Oggi, 51 anni fa.
    Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso.

  6. #46
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  7. #47
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    Quote Originariamente inviata da longline Visualizza il messaggio
    E c'è Genova a ricordarlo
    - La chiesa è vicina, il bar è lontano, la strada è ghiacciata. Camminerò con attenzione
    (Vecchio proverbio russo)

  8. #48
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    9 ottobre
    Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso.

  9. #49
    Utente di HTML.it L'avatar di Max Della Pena
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    Mai dimenticare come l'incoscienza (per essere buoni) dell'uomo abbia provocato la più grande catastrofe mai vista.
    Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso.

  10. #50
    Utente di HTML.it L'avatar di Max Della Pena
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    Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso.

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