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  1. #41
    Utente di HTML.it
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    Quote Originariamente inviata da Max Della Pena Visualizza il messaggio
    Mi sembra normale ed ovvio che le tasse vadano pagate se hai un bene, come è normale che in tempi incerti ci sia la propensione al risparmio e questo è anche una delle cause per cui i consumi non ripartono, ma non credo

    Che poi a mio avviso, sono cresciuti i conti correnti della gente meno abbiente, il ricco il suo lo spende e fa andare l'economia anche di questi tempi.

    Non hai risposto alla domanda su tuo padre ricco
    ( dopo il "ma non credo" penso che stavi continuando a scrivere qualcosa che probabilmente non è stato inserito nel messaggio ).

    Le tasse, vanno pagate se hai un bene "mobile" o un bene "immobile".
    Il denaro è un bene "mobile".

    Mio padre ha passato la vita ad acquistare due case ed un paio di auto e su queste annualmente paga "tasse".
    Tuo padre ha passato la vita ad accumulare soldi, magari comprando una sola casa, un'unica auto e metter soldi da parte.

    Alla fine dei conti, mio padre e tuo padre han guadagnato gli stessi soldi, il mio ha fatto girare un pò di più l'economia, il tuo ha fatto la formichina
    Il mio ha trasformato i soldi in beni, il tuo ha lasciato i soldi liquidi.
    E' giusto che il primo paghi tasse sui beni, mentre il secondo non paghi nulla ?

    Come è possibile che esiste una tassa di possesso sulla televisione e non sulla ricchezza accumulata?


    Quote Originariamente inviata da Darksky Visualizza il messaggio
    E' che mancano proprio i fondamentali...
    Io uso la logica, posso non considerare alcuni aspetti ( e quindi la mia logica è errata ) però dire che "trasformando i soldi in altro, su questi si pagano poi tasse vita natural durante", mentre se non si effettua trasformazione non si paga nulla, per me significa che il miglior profitto non è fare "investimenti", ma "tenere i soldi su un conto bancario".
    Veloce,Affidabile,Economico : Scegline 2

    Se la tua ragazza non te la da, tu non prendertela

  2. #42
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    Quote Originariamente inviata da Max Della Pena Visualizza il messaggio
    In breve i motivi sarebbero?
    La crisi europea è una crisi di debito privato. Non di debito pubblico, come più volte spiegato.
    A saltare sono le banche, le imprese e i risparmi dei cittadini. In queste condizioni la circolazione del denaro è compromessa. Una dimostrazione è questa grande differenza tra i tanto ricchi e i tanto poveri.
    Scusate i puntini di sospensione...... La verità è che non ho argomenti....

  3. #43
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    D'altronde con una disoccupazione che, se calcolata inserendo anche i sottopagati, supera il 30% credo che la situazione sia palese.
    Scusate i puntini di sospensione...... La verità è che non ho argomenti....

  4. #44
    Quote Originariamente inviata da kalosjo Visualizza il messaggio
    La crisi europea è una crisi di debito privato. Non di debito pubblico, come più volte spiegato.
    Forse mi sono perso il tuo spiegone, ma a me non risulta che ci sia un problema di debito privato e risulta abbastanza evidente il problema del debito pubblico.




    Il problema del "debito privato", se così lo vogliamo chiamare, è scoppiato negli usa nel 2008.

    Banche che concedevano mutui immobiliari con troppa facilità, clienti che non riuscivano ad onorare i debiti, con conseguente creazione di voragini nei bilanci delle banche (vedi fallimento Goldman Sachs e colleghi vari, che sono falliti anche se erano "too big to fail").

    A questo scenario aggiungi la deregulation (come parlo bene ) nei mercati finanziari, con i famigerati "titoli derivati" (che in pratica servono a scommettere sul fatto che il determinato mutuo sarà onorato o meno).

    Senza i titoli derivati, la "perdita" si sarebbe limitata all'importo erogato per il mutuo, con il moltiplicatore derivante dall'emissione di titoli derivati, la "perdita" per il sistema finanziario è stata ancora più enorme.
    (Obama ha provato a regolamentare l'emissione di titoli derivati, di modo che la crisi non si possa ripetere, ma questo è un altro discorso).




    Il problema del debito pubblico è di poco successivo (2011), e forse conseguente allo sconquasso generato dalla crisi finanziaria del 2008, (a ben pensarci il problema di fondo è lo stesso, la sostenibilità dei debiti).

    Cosa è successo nel 2011? Gli investitori hanno preteso tassi di interesse più alti da quei paesi che avevano un debito pubblico sproporzionato in relazione al pil, cioè alla ricchezza del paese stesso.
    Interesse più alto giustificato dal maggiore rischio cui gli investitori si sottopongono prestando denaro a paesi già iper-indebitati.

    Da qui il famigerato aumento dello spread, cioè la differenza sul tasso di interesse pagato sul debito pubblico in contrapposizione a quanto pagato dalla Germania (che ha un debito pubblico pari al 70% del pil).

    Da questo scenario è scaturita l'austerity (osteggiata dal governo italiano per i suoi effetti depressivi sull'economia) ed il vincolo a non fare debito pubblico (ogni anno) per più del 3% del pil.


    Credo che tu confonda le due cose.
    Comunque mi è oscuro cosa tu intenda per "crisi di debito privato".

  5. #45
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    Quote Originariamente inviata da lucavizzi Visualizza il messaggio
    Forse mi sono perso il tuo spiegone, ma a me non risulta che ci sia un problema di debito privato e risulta abbastanza evidente il problema del debito pubblico.
    Ti rispondo a pezzi perché ci sono varie cose in questo tuo post.
    Partiamo dallo spread. Debito pubblico nel 2011 (spread alla soglia dei 600) 118% del PIL (in valore circa 1.900 miliardi di euro); debito pubblico nel 2017 (spread 131 a inizio 2018) oltre il 130% del PIL (in valore circa 2.300 miliardi di euro). Quindi il debito aumenta vertiginosamente ma lo spread cala. Come lo spieghi?

    La crisi è di debito privato. Infatti ad andare in crisi non sono state le nazioni (le nazioni non falliscono se non in determinate condizioni, e neanche in quelle), tanto che i debiti pubblici aumentano e sentiamo dire che la crisi sta finendo e ne stiamo uscendo. Ad andare in crisi sono state le banche. Prima americane e di seguito, stressate da questa pressione esterna, le banche europee. Messe in difficoltà dalla crisi delle imprese e dei cittadini, che non hanno potuto ripagare i mutui e i prestiti. La crisi greca è stata una crisi di debito pubblico? Quando le banche vanno in crisi (e qui parliamo delle grandi banche) va in crisi il sistema economico tutto. Questo per spiegare in poche parole. Ma c'è tutta una letteratura su questa cosa, tanto che mi sembra strana questa tua affermazione.

    Cosa è successo nel 2011? E' successo che le politiche economiche italiane, intraprese a seguito della crisi (buone o cattive c'entra poco in questo contesto), non piacevano alla grande germania. La germania vuole tassi bassissimi e deflazione, per la sua sostenibilità. Entra quindi in gioco la BCE che smette di acquistare e garantire titoli italiani. Lo spread vola. Fino a quando Berlusconi va via e il "whatever it takes" di Draghi toglie ogni dubbio e lo spread scende.
    Scusate i puntini di sospensione...... La verità è che non ho argomenti....

  6. #46
    Quote Originariamente inviata da webus Visualizza il messaggio
    Credo che questo sarebbe contrario alla Carta Universale dei Diritti Umani, roba da regime comunista.
    Quote Originariamente inviata da hfish Visualizza il messaggio
    Trovo assolutamente non etica ed assolutamente non sostenibile l'attuale ripartizione della ricchezza, dove l'1% della popolazione detiene il 90% del benessere. Non va bene e non l'accetto.
    Ok, quindi sei disposto a non considerare la Carta Universale dei Diritti Umani perché tu trovi ... eticamente sbagliato che...
    Va bene, capito. Dopotutto che ce ne facciamo dei principi etici universali quando ognuno ha i propri personali?


    Quote Originariamente inviata da hfish Visualizza il messaggio
    Non hai capito quello che ho scritto.
    Qualcuno più su diceva di tassare la ricchezza in quanto tale, tipo i soldi in banca, i gioeilli, le macchine.
    Ho fatto un esempio in cui due persone hanno lo stesso stipendio (e pagano quindi le stesse tasse), ma una delle due spende tutti i propri soldi in ristoranti (avendo quindi 0 sul conto corrente e 0 beni tangibili), mentre un altro spende solo parte della propria ricchezza ed arriva a lasciare dei soldi sul conto corrente.
    Sarebbe ingiusto a mio avviso tassare il secondo, a meno di capitali *davvero* ingenti.
    Ok, semplificando, per te è giusto che lo Stato entri nella TUA vita privata per vedere COME spendi i tuoi soldi, dopodiche lo Stato ha il diritto di decidere a suo insindacabile giudizio (eh, che ce ne facciamo dei Diritti umani?) se COME tu hai speso quei soldi sia tassabile di più oppure un po' meno.
    A te il Grande Fratello di 1984 faceva un baffo.
    Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)

  7. #47
    Quote Originariamente inviata da kalosjo Visualizza il messaggio
    Ti rispondo a pezzi perché ci sono varie cose in questo tuo post.
    Partiamo dallo spread. Debito pubblico nel 2011 (spread alla soglia dei 600) 118% del PIL (in valore circa 1.900 miliardi di euro); debito pubblico nel 2017 (spread 131 a inizio 2018) oltre il 130% del PIL (in valore circa 2.300 miliardi di euro). Quindi il debito aumenta vertiginosamente ma lo spread cala. Come lo spieghi?

    La crisi è di debito privato. Infatti ad andare in crisi non sono state le nazioni (le nazioni non falliscono se non in determinate condizioni, e neanche in quelle), tanto che i debiti pubblici aumentano e sentiamo dire che la crisi sta finendo e ne stiamo uscendo. Ad andare in crisi sono state le banche. Prima americane e di seguito, stressate da questa pressione esterna, le banche europee. Messe in difficoltà dalla crisi delle imprese e dei cittadini, che non hanno potuto ripagare i mutui e i prestiti. La crisi greca è stata una crisi di debito pubblico? Quando le banche vanno in crisi (e qui parliamo delle grandi banche) va in crisi il sistema economico tutto. Questo per spiegare in poche parole. Ma c'è tutta una letteratura su questa cosa, tanto che mi sembra strana questa tua affermazione.

    Cosa è successo nel 2011? E' successo che le politiche economiche italiane, intraprese a seguito della crisi (buone o cattive c'entra poco in questo contesto), non piacevano alla grande germania. La germania vuole tassi bassissimi e deflazione, per la sua sostenibilità. Entra quindi in gioco la BCE che smette di acquistare e garantire titoli italiani. Lo spread vola. Fino a quando Berlusconi va via e il "whatever it takes" di Draghi toglie ogni dubbio e lo spread scende.
    Sei completamente fuori strada, confondi i rimedi con i mali
    Quello del debito pubblico è un problema serio ed attualissimo.

    Per tua informazione, gli stati possono fallire eccome.
    Secondo te perché la Grecia ha preferito venire a patti con i creditori? Perché il default sarebbe stato ancora più disastroso e doloroso della situazione in cui si trova oggi.

  8. #48
    Moderatore di CMS L'avatar di kalosjo
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    Quote Originariamente inviata da lucavizzi Visualizza il messaggio
    Sei completamente fuori strada, confondi i rimedi con i mali
    Quello del debito pubblico è un problema serio ed attualissimo.
    Spiegalo al Giappone di Abe, che non credo lo abbia ben capito.
    Il debito pubblico è un problema se non sei padrone delle tue politiche economiche. Lo abbiamo visto con l'Argentina e con il Venezuela. Altrimenti non è un vero problema.
    Quote Originariamente inviata da lucavizzi Visualizza il messaggio
    Per tua informazione, gli stati possono fallire eccome.
    Secondo te perché la Grecia ha preferito venire a patti con i creditori? Perché il default sarebbe stato ancora più disastroso e doloroso della situazione in cui si trova oggi.
    La Grecia ha preferito venire a patti perché le hanno chiuso i rubinetti. Quando non sei padrone della tua moneta, devi implorare chi la possiede. Quello che è successo in Grecia dovrebbe essere da insegnamento per tutti noi.
    Scusate i puntini di sospensione...... La verità è che non ho argomenti....

  9. #49
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    Quote Originariamente inviata da saucer Visualizza il messaggio
    Buondi,
    son 3 giorni che la notizia è uscita fuori, eppure in giro non se ne parla.
    Le uniche persone che twittano notizie a riguardo, sembrano essere i soliti catastrofisti grillini.

    Eppure, secondo le ultime informazioni, a Marzo si è registrato un nuovo record storico ()
    per il debito pubblico italiano.

    Mi chiedo :
    - Perchè non riesce a diminuire il debito?
    - Perchè il governo non riesce a varare riforme in tal senso?

    Stiamo attenti a non spender troppo, abbiamo azzerato tangentopoli, parentopoli etc.etc. eppure il debito continua a crescere.

    Dove finiremo?

    A chi dobbiamo questo roseo futuro?
    ricordavo qualcosa in merito agli stranieri, ti postao l'articolo https://www.panorama.it/economia/eur...i-mano-italia/

  10. #50
    Quote Originariamente inviata da kalosjo Visualizza il messaggio
    Spiegalo al Giappone di Abe, che non credo lo abbia ben capito.
    Il debito pubblico è un problema se non sei padrone delle tue politiche economiche. Lo abbiamo visto con l'Argentina e con il Venezuela. Altrimenti non è un vero problema.

    La Grecia ha preferito venire a patti perché le hanno chiuso i rubinetti. Quando non sei padrone della tua moneta, devi implorare chi la possiede. Quello che è successo in Grecia dovrebbe essere da insegnamento per tutti noi.
    Il Giappone può permettersi un tasso deficit/pil così alto principalmente perché i creditori dello stato giapponese sono per la quasi totalità gli stessi giapponesi, a differenza di quanto accade dalle nostre parti. Quindi non hanno bisogno di sottostare alle regole dei mercati, a differenza, ahinoi, di Italia e Grecia.

    http://mobile.ilsole24ore.com/solemo...?uuid=AbdBNSKH

    L’articolo riporta, come ulteriore punto a favore del Giappone, la possibilità di battere moneta come garanzia di solvibilità, che sembrerebbe essere un argomento a favore delle posizioni no-euro ma IMHO non lo è.
    Emettere moneta non equivale a creare ricchezza.
    Porto come esempio la recente crisi argentina dove, ad un certo punto, i creditori hanno preteso di essere pagati in dollari e non più nella svalutatissima valuta argentina.
    A dimostrazione del fatto che il potere di emettere moneta potrebbe portarci vantaggi nel brevissimo termine ma non ci consentirebbe comunque di aumentare ulteriormente il nostro debito pubblico.

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