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  1. #1
    Utente di HTML.it
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    Ma che colpa si ha nell'essere nati poveri?

    Sono nato povero. Mio padre era un operaio generico e mia madre gestiva un microscopico podere agricolo. I nostri genitori hanno cercato di non far mai mancare l'indispensabile a me e a mia sorella, con grandissimi sacrifici sono riusciti a farci laureare entrambi. Purtroppo niente vacanze estive e nessun vestito di grido. Per decenni molte persone mi hanno fatto vergognare di questa condizione, tanto che ho sempre cercato di tenerla il più possibile nascosta. Adesso ho 48 anni e lavoro in un ufficio in cui i colleghi sono cresciuti in famiglie borhesi di professionisti. Ebbene alla soglia dei 50 anni cercano ancora di farmi vergognare per le mie origini. E allorami chiedo: che colpa si ha nell'essere nati poveri?

  2. #2
    Utente di HTML.it L'avatar di vonkranz
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    saranno anche cresciuti in famiglie borghesi di professionisti ma, a quanto pare, sono al tuo stesso livello visto che sono tuoi colleghi.

    quindi o tu hai "scalato" qualche gradino rispetto alla tua condizione iniziale o loro sono "scesi" di qualche gradino. vedila come vuoi ma, a quanto pare, chi ne esce nel migliore dei modi sei sempre tu.

    quindi direi che un si fottano ci sta abbastanza bene secondo me.
    ...and I miss you...like the deserts miss the rain...

  3. #3
    Utente di HTML.it
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    esistono ancora gli "impiegati" pronti a deridere quelli "meno fortunati"?

    Cioè, loro si sentono "fortunati" perchè...?
    Non si rendono conto di esser "schiavi" del titolare o dell'amministratore?
    Non si rendono conto che sono nella stessa melma dell'80% della popolazione italiana?

    O perchè hanno un posto di lavoro più o meno stabile, pensano di essere simili a quello che passa le giornate in barca a girare video stupidi ed insignificanti?
    Veloce,Affidabile,Economico : Scegline 2

    Se la tua ragazza non te la da, tu non prendertela

  4. #4
    Utente di HTML.it L'avatar di Kahm
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    Sono nato povero. Mio padre era un operaio generico e mia madre gestiva un microscopico podere agricolo. I nostri genitori hanno cercato di non far mai mancare l'indispensabile a me e a mia sorella, con grandissimi sacrifici sono riusciti a farci laureare entrambi. Purtroppo niente vacanze estive e nessun vestito di grido. Per decenni molte persone mi hanno fatto vergognare di questa condizione, tanto che ho sempre cercato di tenerla il più possibile nascosta. Adesso ho 48 anni e lavoro in un ufficio in cui i colleghi sono cresciuti in famiglie borhesi di professionisti. Ebbene alla soglia dei 50 anni cercano ancora di farmi vergognare per le mie origini. E allorami chiedo: che colpa si ha nell'essere nati poveri?
    potresti essere nato anche in una famiglia reale
    potresti possedere anche una ferrari la barca
    ma se vieni puntato come target di presa in giro, non c'è nulla da fare, lo troveranno un arpiglio
    Tu guardi il tuo albero generalogico, ma in effetti io guardo un po piu ampiamente, rispondi:
    1)tu rispondi alle offese?
    2)come è iniziato il tutto?
    3)il tuo capo lo sa?
    4)il tuo capo prende provvedimenti?
    5)reagisci o rimani passivo e affranto?
    6)fai tu il lavoro sporco degli altri?
    7)quando c'è una cosa fatta bene, tu ne prendi parte ai complimenti?

    Guardati i film di fantozzi, sebbene sono una serie comica, il regista ha studiato bene il personaggio: viene maltrattato dai colleghi, incolpato di errori altrui e via dicendo, non guardare le battute, ma studiati cosa il regista voleva idealizzare in lui, e tramite quali comportamenti lo mostrava al pubblico, se ci fai caso lui era passivo, faceva tutto il lavoro degli altri e via dicendo.....
    Fa capire molto anche come "non comportarsi" per finire in quel modo.
    NN vi diro mai chi sono in realta,
    tutti i miei 3D sono orfani, non insistete per farmi rispondere ai 3D aperti da me

  5. #5
    Utente di HTML.it
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    Il fatto è che quando ti raccontano delle vacanze e delle gite che da ragazzini facevano in giro per tutta l'Europa, io posso solo rispondergli che a quell'età era tanto se mio padre riusciva a darmi i soldi per andare a bere una Coca-Cola al bar. Oramai sono passati 30 anni, ma questo è ancora oggetto di denigrazione!!

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di Kahm
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    Il fatto è che quando ti raccontano delle vacanze e delle gite che da ragazzini facevano in giro per tutta l'Europa, io posso solo rispondergli che a quell'età era tanto se mio padre riusciva a darmi i soldi per andare a bere una Coca-Cola al bar. Oramai sono passati 30 anni, ma questo è ancora oggetto di denigrazione!!
    boh
    forse hanno trovato una preda che non si difende

    A sapere dei sacrifici di mio padre, e trovarmi qualcuno che ride di lui, lo avrei appiccicato al muro
    personalmente non mi è mai capitato di parlare delle gite da ragazzino con i colleghi, ecco perchè penso sia il fatto che sono loro che cercano di farti parlare te, della tua condizione, e tu continui e forse non te ne accorgi che li stai alimentando

    Ogni tanto, un VAFF, o chiami il capo
    devi alzare la voce, se non lo fai, ti metteranno in condizione di licenziarti
    NN vi diro mai chi sono in realta,
    tutti i miei 3D sono orfani, non insistete per farmi rispondere ai 3D aperti da me

  7. #7
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    Il fatto è che quando ti raccontano delle vacanze e delle gite che da ragazzini facevano in giro per tutta l'Europa, io posso solo rispondergli che a quell'età era tanto se mio padre riusciva a darmi i soldi per andare a bere una Coca-Cola al bar. Oramai sono passati 30 anni, ma questo è ancora oggetto di denigrazione!!
    Hummm...se ti senti denigrato solo perche' raccontano delle loro mirabolanti e lussuose vacanze allora il problema sei tu e non loro (oiu' o meno). Perche' in questo caso sei tu che ti senti in qualche maniera in difetto o da meno solo per le tue origini. Denigrare e' un'altra cosa.

    Se invece quando raccontano delle loro vacanze, poi ti chiedono di parlarli delle tue, te gli rispondi che non avevi le possibilita' economiche e quelli iniziano a deriderti o ad usare frasi tipo "ma vaaa che pezzente", "ma vaaaa addirittura, che tristezzaaa" allora si' ti denigrano ma anche qui il problema potresti essere tu se vivi male questa cosa alla tua eta'. Cioe' se dai importanza a quello che dice gente del genere. Tu sei quello che sei ora, non quello che era tuo padre o che eri tu 30 anni fa. E comunque se sei quello che sei ora e' perche' tuo padre, al netto di uno stipendio non eccezionale, si e' cmq fatto un mazzo tanto con tua madre per farti avere un futuro dignitoso. Il resto ce lo hai messo tu.

  8. #8
    Amministratore L'avatar di Vincent.Zeno
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    Il fatto è che quando ti raccontano delle vacanze e delle gite che da ragazzini facevano in giro per tutta l'Europa, io posso solo rispondergli che a quell'età era tanto se mio padre riusciva a darmi i soldi per andare a bere una Coca-Cola al bar. Oramai sono passati 30 anni, ma questo è ancora oggetto di denigrazione!!
    ok questo è un esempio del contesto. ma di fatto cosa accade? cioè: come denigrano, cosa fanno o dicono?
    visto da qui "tutto può essere"... potrebbe starci anche una tua particolare sensibilità sull'argomento? o proprio è evidente che te fanno pesare?

  9. #9
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    Sono nato povero. Mio padre era un operaio generico e mia madre gestiva un microscopico podere agricolo. I nostri genitori hanno cercato di non far mai mancare l'indispensabile a me e a mia sorella, con grandissimi sacrifici sono riusciti a farci laureare entrambi. Purtroppo niente vacanze estive e nessun vestito di grido. Per decenni molte persone mi hanno fatto vergognare di questa condizione, tanto che ho sempre cercato di tenerla il più possibile nascosta. Adesso ho 48 anni e lavoro in un ufficio in cui i colleghi sono cresciuti in famiglie borhesi di professionisti. Ebbene alla soglia dei 50 anni cercano ancora di farmi vergognare per le mie origini. E allorami chiedo: che colpa si ha nell'essere nati poveri?
    ho tre anni piu' di te, sono nata in una famiglia molto simile alla tua, un fratello, mai vacanze in famiglia (giusto la colonia un paio d'anni, poi appena possibile a far la stagione a cortina), spesso abiti smessi dai cugini piu' grandi o cuciti da mia mamma, ma giuro che non una sola volta nella vita mi sono posta il problema delle mie origini, delle quali invece vado fiera (ho passato pomeriggi interi a farmi raccontare dai miei "com'era una volta"): forse ti basta semplicemente cambiare atteggiamento e comunque a 48 anni sei quel che hai scelto di essere, indipendentemente dai tuoi

    edit: i miei nonni erano contadini, carbonai, falegnami, mia mamma aveva una piccola merceria e mio papa' ha lavorato nell'edilizia tutta la vita, prima come muratore, poi da artigiano, ma sai cosa mi porto dietro di tutti loro? che erano/sono persone in gamba, che si sono sempre ingegnati, che hanno cercato di crescere i figli in modo retto e onesto e che non si sono arresi mai... come potrei non essere orgogliosa delle mie origini!?

  10. #10
    Utente di HTML.it L'avatar di Max Della Pena
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    Sono nato povero. Mio padre era un operaio generico e mia madre gestiva un microscopico podere agricolo. I nostri genitori hanno cercato di non far mai mancare l'indispensabile a me e a mia sorella, con grandissimi sacrifici sono riusciti a farci laureare entrambi. Purtroppo niente vacanze estive e nessun vestito di grido. Per decenni molte persone mi hanno fatto vergognare di questa condizione, tanto che ho sempre cercato di tenerla il più possibile nascosta. Adesso ho 48 anni e lavoro in un ufficio in cui i colleghi sono cresciuti in famiglie borhesi di professionisti. Ebbene alla soglia dei 50 anni cercano ancora di farmi vergognare per le mie origini. E allorami chiedo: che colpa si ha nell'essere nati poveri?
    Ma sarà poi un problema essere di umili origini?

    Non vedo il motivo per cui tu abbia tenuto nascosto le tue origini tantomeno perché tu debba vergognartene.

    Cerca di essere quello per cui i tuoi han fatto sacrifici senza aver complessi, se solo lo venissero a sapere che figura faresti?
    Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso.

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