Mi chiedo, caro Alberto, se questo antifascismo rabbioso che viene sfogato nelle piazze oggi a fascismo finito, non sia in fondo un’arma di distrazione che la classe dominante usa su studenti e lavoratori per vincolare il dissenso.
D'accordo che qui si parla nello specifico di Facebook ma io credo che il pericolo maggiore, per quanto attiene alla nostra privacy, sia invece nella condivisione tra siti terzi dei nostri cookie. Che Facebook abbia informazioni su di noi è palese, quest'ultimo caso no.
Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)
Non ho capito cosa intendi per la questione cookie. In teoria a meno di vulnerabilità serie non dovrebbe capitare... a cosa ti riferisci?
Mi riferisco agli inserti pubblicitari, tipo doubleclick e adsense, che trovi nella quasi totalità dei siti mondiali.
Quando capiti su un sito nuovo dai il consenso ai suoi (e altrui cookie), lasci quel sito e capiti su un altro e lì è ancora presente del codice che ti traccia, che sa che sei stato sul sito precedente e, con tutta probabilità, sa quanto tempo ti sei fermato su una determinata pagina, quali parole chiave hai cercato...
Quanto meno Facebook gioca a viso aperto (ok, è una esagerazione ma serve alla sceneggiatura) e, soprattutto essendo un marchio noto è facile attaccarlo, ma doubleclick... cazz'è!? I Like di facebook sono una azione più o meno conscia, TU dai il via a una azione che esprime una tua opinione che altri possano vedere, ma quando navighi tra siti... stai solo seguendo un tuo interesse del momento, che non è nemmeno inteso che sia pubblico. E QUESTA è una vera violazione della nostra privacy. E raccoglie informazioni di noi sulle quali non abbiamo alcun controllo, perché non sappiamo nemmeno che esistono.
Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)
Ah quello è vero.
- Riassumendo potremmo dire che tramite facebook lasciamo trapelare chi siamo
- Tramite la navigazione lasciamo trapelare cosa facciamo, tramite i circuiti pubblicitari che citi
Per quest'ultima cosa, secondo me l'unica è usare un adblocker e consigliare ai meno tecnologici di usare opera, che ha un adblocker integrato (ed un motore di rendering basato su webkit, ma questo non so quanto gli possa interessare ).
Aggiungerei due cose:
1. in linea di principio, Facebook non vuole vendere direttamente i dati dei suoi utenti, esattamente come Google; il grosso dei ricavi "sostenibili" di Facebook vengono dalla pubblicità targettizzata, per cui fa pagare a terzi in modo continuativo il fatto di sapere i cazzi dei propri utenti sotto forma di "dimmi qual è il tuo target e mostrerò le tue pubblicità alla gente giusta", non one shot "eccoti i dati dei miei utenti, arrangiati".
2. a chi chiede maggiori informative, filtri di privacy più granulari e più "chiusi" di default: tutto bellissimo e sicuramente a qualcosa potrebbe servire, ma vi ricordo il dancing bunnies problem:
Ai tempi si parlava ancora di virus, ma il ragionamento si applica esattamente alla stessa maniera.What's the dancing bunnies problem?
It's a description of what happens when a user receives an email message that says "click here to see the dancing bunnies".
The user wants to see the dancing bunnies, so they click there. It doesn't matter how much you try to disuade them, if they want to see the dancing bunnies, then by gum, they're going to see the dancing bunnies. It doesn't matter how many technical hurdles you put in their way, if they stop the user from seeing the dancing bunny, then they're going to go and see the dancing bunny.
There are lots of techniques for mitigating the dancing bunny problem. There's strict privilege separation - users don't have access to any locations that can harm them. You can prevent users from downloading programs. You can make the user invoke magic commands to make code executable (chmod +e dancingbunnies). You can force the user to input a password when they want to access resources. You can block programs at the firewall. You can turn off scripting. You can do lots and lots of things.
However, at the end of the day, the user still wants to see the dancing bunny, and they'll do whatever is necessary to bypass your carefully constructed barriers in order to see the bunny.
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Edit: scopro oggi che alcuni lo chiamano anche "dancing pigs problem"
If J. Random Websurfer clicks on a button that promises dancing pigs on his computer monitor, and instead gets a hortatory message describing the potential dangers of the applet — he's going to choose dancing pigs over computer security any day. If the computer prompts him with a warning screen like: "The applet DANCING PIGS could contain malicious code that might do permanent damage to your computer, steal your life's savings, and impair your ability to have children," he'll click OK without even reading it. Thirty seconds later he won't even remember that the warning screen even existed.E chiunque di noi abbia visto il cugino/zia/badante/conoscente/... che non sa niente di tecnologia usare un computer o uno smartphone sa quanto è sorprendentemente vera questa massima.Many of our potential users are inexperienced computer users, who do not understand the risks involved in using interactive Web content. This means we must rely on the user's judgement as little as possible.
Ultima modifica di MItaly; 24-03-2018 a 12:37
Amaro C++, il gusto pieno dell'undefined behavior.
Non ci vedo nulla di scandaloso, anzi incoraggerei queste pratiche (che ritengo essenzialmente inefficaci e quindi del tutto inutili, ma qualcuno deve pur mangiare...)
Rimuoverei tutti i filtri di "privacy", a favore di tutti-vedono-tutti.
In tal modo si sposterebbe il problema sull'utente: con la consapevolezza che tutto, ma proprio tutto, quello che fa, posta, mostra, scrive eccetera, sarà visibile per sempre da chiunque per qualsiasi fine.
Non vuoi che si sappia la tua lista degli amici? Non aggiungerli.
Non vuoi che si vedano le tue foto? Non postarle.
Non vuoi che si sappia che ti sta sullo stomaco il partito X? Non scrivere.
Non vuoi avere problemi? Non iscriverti del tutto a Facebook.
Si vive benissimo anche senza.
Hanno fatto alzare un polverone magari per qualche motivo che non voglio pensare altrimenti sarebbe una cosa abbastanza grave. Facebook è un social molto importante soprattutto grazie alle molte funzionalità che sono state aggiunte ma non bisogna dimenticare che vi sono regole per l'uso sicuro di facebook non solo per i dati personali ma anche per la geolocalizzazione. Non mi sembra che in questo caso siano state rubate informazioni, o sbaglio?
Quoto propulsore anche se comunque è possibile seguire una via di mezzo tra il mantenere le proprie informazioni personali al sicuro e rinunciare ad un prodotto che teoricamente puoi usare come lavoro o lavoretto, non dimenticare l'importanza del marketplace o diventare social media manager. Purtroppo in Italia non abbiamo una "mentalità tecnologica appropriata".
Sono cose diverse però, e il fatto che rubino le informazioni a me, perché come un pirla mi sono collegato ad un'app malevola, non significa che tu voglia far rubare anche la tua lista amici ed i tuoi post solo perché siamo contatti su facebook. Perché questo, sostanzialmente, è successo.
Comunque, in questi giorni è saltato fuori che facebook "conosce" anche i numeri di telefono che hai sul cellulare (rubrica), gli indirizzi email ed in alcuni casi la lista delle chiamate e gli sms inviati e ricevuti. Ho controllato (è facile) e nel mio caso ha "solo" rubrica ed indirizzi mail. Eppure sono abbastanza sicuro di non aver mai concesso a facebook di leggere i miei contatti né a a messenger di gestire alcunché... Però immagino di averlo fatto, almeno una volta per sbaglio. Mi piacerebbe cancellare quei dati però... ma non trovo la possibilità Tra l'altro ha anche informazioni personali che ho cancellato o modificato da facebook anni fa... la pulizia che ho fatto non è servita a molto. Immaginavo che le informazioni venissero nascoste ma non cancellate, e ne ho avuto conferma.
Chi vuol vedere quanti e quali dati propri ha facebook può farlo da qua: https://www.facebook.com/settings pigiando su Scarica una copia dei tuoi dati di Facebook.