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  1. #11
    Moderatore di ASP.net L'avatar di djciko
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    si dovevi installare la versione NeoZelandese [4.56.12.54.89.222] build 8

    altrimenti non si vedeva

  2. #12
    Ma solo io nutro un odio sincero per Google Drive? Non riesco mai a capire dove finisce la roba nell'interfaccia web, e combinato con l'assenza di un client desktop per Linux degno di questo nome tutte le volte che mi condividono qualcosa sono momenti di grande tristezza.
    Amaro C++, il gusto pieno dell'undefined behavior.

  3. #13
    Utente di HTML.it L'avatar di lnessuno
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    Anche io lo odio

  4. #14
    Quote Originariamente inviata da lnessuno Visualizza il messaggio
    Anche io lo odio
    Grazie, mi sento meno solo.
    Amaro C++, il gusto pieno dell'undefined behavior.

  5. #15
    Moderatore di ASP.net L'avatar di djciko
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    ma se e' semplicissimo...

    la roba finisce in drive.google.com o in una cartella da te creata, e...

    "condivisi con me" contiene i file condivisi con te

  6. #16
    Allora, ti spiego come funziona la cosa.

    Un collega dice "vi ho condiviso la roba su Google Drive".
    Io inizio ad agitarmi.

    Inciso: su Linux non esiste un client perché Google non c'ha voglia; era annunciato come "disponibile tra qualche mese" dal giorno del lancio iniziale di Google Drive, in pratica non è mai stato realizzato, e gli unici client ufficiosi che esistono o sono ultra rotti o richiedono sincronizzazione manuale.

    Ergo, mi dirigo su drive.google.com.
    Primo ostacolo: io sono loggato sia sul mio account del lavoro, sia sui due personali (storia lunga); ovviamente prende sempre quelli sbagliati; nota che non c'è un modo per fare un bookmark che sia quello giusto, perché nell'URL scrive "/u/0" o "/u/1" per la scelta dell'account, ma questo non è fissato, dipende credo dall'ordine di login o dalle fasi lunari.

    Switcho l'account dal bollone in alto a destra (ammesso che non l'abbiano spostato nell'ultimo restyling); mi apre un'altra tab in modo da consumare altri 80 MB di RAM, così almeno l'ho pagata per un buon motivo. Riciclare gli idiomi di tutte le pagine normali (click sinistro: cambia la pagina corrente; click centrale: aprire una nuova scheda) pareva brutto.

    Qui possono succedere due cose: o si apre davvero la pagina, o mi chiede per l'ennesima volta la password perché non si sa mai. Il fatto che io sia costantemente loggato sulla suddetta GMail aziendale (altro oggetto che detesto) in qualche altra tab tende a contare poco.

    Superato l'eventuale ostacolo, mi viene così presentata una schermata in cui ci sono cose a caso. L'"accesso rapido" ha un algoritmo di machine learning in grado di produrre una lista di documenti sempre diversi di cui non me ne frega assolutamente niente, ma a cui posso vantaggiosamente accedere rapidamente.

    Sotto trovo alcune cartelle (in piccolo) e dei file (graficamente enormi), alcuni con anteprima, altri no (medesimo formato). Noto peraltro in questo momento che uno dei file (un documento .rtf) ha il medesimo nome ma compare in duplice copia, una delle quali non ha la thumbnail e se ci faccio doppio click mi apre un'anteprima, l'altro ha la thumbnail e se ci faccio doppio click me lo apre in Google Documents.

    Questo fatto mi turba.
    Perché ci sono due file con lo stesso nome nella stessa directory? Questa roba è una directory "vera" (in cui mi verrebbe da dire che non possono esistere due file con lo stesso nome) o è una qualche sorta di raccolta di quello che Google pensa che io vorrei vedere?

    Nota sulle anteprime: una discreta dose di pdf un minimo complicati sono rotti, perché che gusto c'è a reimplementare i renderer dei formati complicati se non puoi reimplementarli male (un classico sono i caratteri tutti ammucchiati).

    Nella sezione delle cartelle c'è una cartella che è roba che probabilmente ho creato io un milione di anni fa, e ok. Ce n'è un'altra che invece è chiaramente condivisa, dato che nella thumbnail piccina picciò ci sono su degli omini; tutto bello, se ci perdo un po' di tempo a capire come sono incastrate le cose sembra funzionare tipo Dropbox con il twist di un'interfaccia fatta da dementi.

    E poi c'è Condivisi con me.
    Se ci vado dentro, c'è un elenco cronologico di cose a caso condivise con me.
    Perché sta roba vive in questo limbo strano invece che nel mio drive? Se faccio doppio click su un documento addirittura me lo apre in modifica, e andando a controllare questa roba è già "pagata" dai GB del mio account già mia - quindi, non è che la devo ancora accettare. È solo in un posto del cazzo che non è una sottodirectory del drive "vero" in modo da renderlo più scomodo da usare e non accessibile dalla barra laterale.

    Nota che se vado dentro a una cartella e risalgo in Condivisi con me dalla breadcrumb l'ordinamento non c'entra più una mazza.

    (Incidentalmente, dal drive dell'account personale (che in questo momento ha un'interfaccia che non c'entra una mazza con tutto il resto) vedo che ci sono anche i backup di WhatsApp e del mio telefono "in generale", con i quali posso decidere di fare un restore o di cancellarli, fine. Perché questa roba non è un file ma è "roba" opaca? Perché non posso scaricarla, tenerla sotto il materasso e ricaricarla a piacimento? Tecnicamente sono i miei dati, ma sono in un blob opaco che nemmeno posso non dico vedere, ma spostare a mio piacimento.)

    Trovo la roba che mi è stata condivisa; trattasi di documento di testo fatto con Google Documents. E qui mi sale la bile.

    Google Documents nel 2018 è ancora lontano da feature parity con Word 6, annata 1993.

    Nel caso del documento specifico che ho aperto davanti, sembra manifestarsi una delle due modalità di funzionamento del correttore ortografico, ovvero quella di "tutto ok a prescindere"; mi insospettisce il fatto che non dica niente di un paio di termini molto tecnici che non credo possa conoscere. Per verifica pesto tasti a caso, inserendo "caras acm acmegalk acpomaev aasd".

    Qui si manifesta la seconda modalità di funzionamento, ovvero a caso. Delle parole sopracitate, vengono segnate come errate acmegalk e aasd; caras e acpomaev invece tutto ok.
    Verifico: caras è "facce" in spagnolo (ma il documento è impostato su italiano! non è che qualunque parola straniera va bene!), ma acpomaev restituisce esattamente due hit su Google, una delle quali è di targhe di macchine. Deduco che se voglio uno spell check decente mi conviene selezionare tutto e incollarlo in una textarea a caso del browser e lasciare che ci pensi lui.

    Il documento, tra le altre cose, è composto di una serie di procedure con dei sotto-punti; nello specifico, vedo un elenco numerato con sotto un elenco puntato, elenco puntato che vedo ad occhio che è fatto a mano - ovvero, con i trattini.
    Ricordo con gusto i tempi in cui avere un elenco puntato sotto un elenco numerato era cosa impossibile; adesso è possibile, ma il secondo livello di quell'elenco sarà sempre e comunque puntato. In altre parole, questo
    1. elemento 1
      • sotto-puntato 1
      • sotto-puntato 2
    2. elemento 2
    3. elemento 3
      1. sotto-numerato 1
      2. sotto-numerato 2
    4. elemento 4

    è impossibile; il secondo livello o è tutto puntato, o è tutto numerato. In questo caso il mio collega ha optato per il "tutto numerato" nel secondo livello, e farsi il puntato a mano.

    Ci sono degli esempi di codice, che però sono in Courier New o similare, che si legge molto poco; che problema ci sarà a sistemarli, basterà cambiare lo stile corrispondente.
    Peccato che ancora oggi Google Documents non ha gli stili, ed è tutta "hard formatting". A dirla tutta, è più divertente: gli stili ci sono, ma sono quelli builtin e basta; tutti sanno che per qualunque documento servono solo ed esclusivamente gli stili Testo normale, Titolo, Sottotitolo e le intestazioni dalla 1 alla 6. Se cerchi come ovviare al problema, molti suggeriscono di riattare delle intestazioni che non usi per i tuoi scopi. Bug aperto credo dal 2014 e tuttora ignorato.

    Il mio problema con i prodotti Google è che è tutto così. Alcune cose favolose (ricerca, Maps/Earth/Street View), diverse ben fatte (Android in generale, il nuovo Google Photos), e un mucchio di roba velleitaria raffazzonata, fatta a metà (magari la metà difficile - tipo l'editing multiutente -, quando mancano giusto le cose banali!) o che proprio funziona male, malamente integrata ma pushata a forza (Google+, anyone?), richieste di feature che sarebbero "core" per la categoria di prodotto ignorate per anni, poi chiuse quando esce il nuovo che rimpiazzerà tutto (Google Talk/Hangouts/Wave/Allo/Duo o comunque si chiami il programma di messaggistica di Google di oggi).
    Ultima modifica di MItaly; 25-05-2018 a 00:58
    Amaro C++, il gusto pieno dell'undefined behavior.

  7. #17
    Moderatore di ASP.net L'avatar di djciko
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    boh.

    io tutte ste cose strane non le vedo: prima di tutto non uso nessun client, e gia' le cose sono per meta' risolte. Vado li' e basta.

    poi vedo tutto pulito ed ordinato, i file stanno dove devono stare come un semplice hard disk.

    e' semplicemente un elenco di cartelle e file, e non trovo disordini, cartelle opache etc.

    In generale Gdrive mi aiuta anche con la scansione (sul cell) di un documento e con la conversione da word a pdf.

    Per il resto lo uso come semplice repository di file che possono servirmi ovunque, e per la scrittura di documenti semplici...



    Sul doppio account si, è un problema passare da una parte all'altra.

    Comunque se vi crea tutti sti problemi per il lavoro comunque, usate qualcos'altro no ? (cartella condivisa in LAN ?)

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