Dalla lettera di un apostolo a Dagospia (amen)

Mitico Dago, da elettore della nuova coalizione di governo, posso dire che mi sono rotto i coglioni di accendere la tv sui canali nazionali e sentirmi dare dell’ignorante da chi mi ha ridotto alla soglia della povertà? Adesso basta, la misura è colma, abbonamento a Netflix e Amazon video e finisco di rodermi il fegato ad ascoltare i predicozzi e gli anatemi di una massa di venduti/corrotti che hanno rovinato il paese.
Non esiste che se voglio sentire cosa dicono DiMaio o Salvini, prima mi devo beccare gli insulti di una pletora di papponi infami di cui non vorrei più vedere la faccia ne sentire la voce. Gli Italiani hanno espresso un voto ben preciso, e non si capisce per quale motivo i media debbano essere in controtendenza e propinarci sempre le stesse teorie palesemente fallimentari per il paese, ma pro domo sua o di chi li paga. Esiste anche la rete, dove posso decidere io chi ascoltare e chi leggere (Dago grazie di esistere!).
Ecco, a parte il tono ruspante dello scrivente io penso che il 50% del successo di questo governo stia proprio in questo.

Finché gli ignoranti arraffoni (ma colti, progressisti e benestanti) che hanno accompagnato il paese allo stato in cui versa continueranno a dare degli ignoranti a quelli che ci sono ora, a ragione o a torto non importa, continueranno solo a farne salire i consensi.

Le critiche dovrebbero essere fatte sui contenuti, nello specifico. Critiche generiche o insultini personali sulla preparazione di Tizio o Caio, o sulla loro credibilità, soprattutto se arrivano da persone che la credibilità l'hanno perduta da tempo, secondo me, sono inutili e dannose. Per tutti.