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Discussione: Web2.0, Motori, Siti

  1. #1

    Web2.0, Motori, Siti

    Ciao Forum,

    a quanto pare ci siamo tuffati a capofitto nel Web2.0 , definzione "nerdosa" |Mod: è con la N ;-) | per il nuovo Web fatto di utenti, file condivisi, blog e chi più ne ha più ne metta.

    Tra le caratterisitiche principali del Web2.0, per esempio, c'è la maggiore disponibilità di servizi volti a favorire l'upload di file piuttosto che di download.

    Youtube, flickr, ospitano gratuitamente file facilmente recuperabili attraverso il tagging.

    Il tagging è un "marchio" che si dà al file per renderlo riconoscibile sotto forma di categoria.

    Il bello di queste categorie è che sono a nascita libera e spontanea: il cantante che diventerà famoso dopodomani non avrà bisogno di inserirsi necessariamente in una categoria specifica (e competere). Nascerà invece la categoria che porta il suo nome.

    Ora mi chiedo: ma se questo tagging è così importante, i motori di ricerca potranno ignorarlo?
    Controllando le serp direi di no, anzi noto già uno spostamento in favore di contenuti creati e "categorizzati" dagli utenti. Non so a voi, ma a me la pagina di Yahoo answers, per esempio, continua a uscire. Quali sono le vostre esperienze in merito?

    I rischi per i motori di favorire pagine create dagli utenti, però, sono sotto gli occhi di tutti: il contenuto non essendo certificato in alcun modo è un contenuto ad alta probabilità di errore.

    Per esempio: se cerco un'informazione su una legge, da un lato ho il vantaggio di accedere a contenuto "vivo", discusso contingentemente, dall'altro corro il rischio di affidarmi a pareri non ufficiali.

    Chissà se per fronteggiare questo rischio i Motori di Ricerca divideranno concettualmente le Serp per keyword per cui ho bisogno di un contenuto in qualche modo certificato e per quelle che non lo necessitano affatto: del resto se cerco informazioni su una legge voglio una pagina istituzionale, se cerco fanclub dei miei cantanti preferiti l'istituzionalità ci azzecca poco, visto che potrei preferire un gruppo piu vicino a casa, piu o meno formale ecc ecc.

    E poi quanto conterà l'anzianità delle categorie?
    Converrà conformare le pagine del proprio sito alle categorie più comuni del Web2.0?

    Scusate le domande sparse e le considerazioni occasionali, ma mi piacerebbe sentire da voi come vi state muovoendo o cosa ne pensate, è un argomento che mi interessa particolarmente.

    D'accordo d'accordo, la scuola può anche andare bene.
    Ma chi insegnerà a questi ragazzi le vie della Danza?
    -http://privatewww.essex.ac.uk/~patri...eetAnDandy.htm

    -Chinese Medicine Blog

  2. #2
    Bella discussione, molto importante.
    Quello che noto di questo web 2.0 e che, a dire il vero mi piace, finora,è l'iterazione dell'utente.
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    Quando nel 1996-97 sentivo parlare di internet dicevo:
    "Questi saranno dei poveri fanatici informatici che si annoiano"
    L'anno dopo, nel 1998 incuriosito volevo vedere "La cosa" di cui si parlava tanto.
    Avevo paura, pensav
    "Chissà quanto costa".
    Poi mi faccio coraggio e compro il primo abbonamento di due mesi a 50.000 lire e pago anche le telefonate.
    Una lentezza del modem che mi faceva addormentare, però inizio a rendermi conto delle cose utili e belle della rete.
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    Quando è arrivata l'adsl le cose sono cambiate.
    E' esplosa la potenzialità divulgativa e di comunicazione della rete.Poche attese, a volte nessuna.
    Negli ultimi due anni gli utenti interagiscono molto di più con il web.
    Io stesso avevo paura a scrivere in un forum, a chattare.Mandavo una email a settimana.
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    Stiamo attrversando adesso, amio avviso, un boom dell'uso delle carte di credito e conti online.
    Gli utenti hanno molta fiducia a comprare, hanno iniziato a conoscere i firewall e gli antivirus, a conoscere termini come phiscing, virus...
    Ormai anche i bambini sanno usare il computer.
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    La rete prima era fatta da "loro": i siti.
    Ora gli utenti fanno la rete.
    Loro decidono.
    Milioni di persone hanno blog, pagine personali, scrivono in forum, chattano, mandano email, fanno parte di gruppi di discussione, giudicano, comprano, valutano, recensiscono, lasciano commenti.....
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    Sarebbe interessante sapere, oggi, quanti dati o pagine di internet sono fatti da webmasters o addetti ai lavori, e quante fatte da semplici utenti.
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    Premesso questo credo (mie semplici opinioni ) che:

    1) L'interazione utente-rete sta diventando l'aspetto fondamentale del web.
    2) Gli addetti ai lavori stanno già da tempo sfruttando economicamente questo coinvolgimento. Ad esempio:

    1) Youtube
    2) Myspace
    3) Google video
    4) Flickr
    5) Podcast e Rss in generale
    6) Blog
    7) Itunes
    8) tanto per citarne alcuni
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    3) Ogni sito commercialmente al top prevede:

    - Commenti
    - Recensioni
    - Voti
    - A volte modifica delle pagine
    eccetera
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    4) Il mercato lo fa adesso l'utente.
    5) I motori stanno spingendo gli algoritmi di valutazione di un sito sul valore che gli utenti danno allo stesso.
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    Detto questo ci sono già gli effetti collaterali.

    Se l'addetto ai lavori si camuffa da utente e interagisce da utente in un altro sito, può creare un qualcosa che avvantaggi in maniera diretta la propria attività.
    Per essere chiari, una volta conosciuti i meccanismi di interazione cliente-sito, una persona interessata, può avvantaggiare con questa interazione i suoi interessi.
    Un sorta di spam più intelligente.
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    Per concludere vorrei semplicemente dire che ormai per ottenere successo con il web bisogna trovare il modo di coinvolgere l'utente, farlo sentire protagonista e soddisfarlo.

    Per gli addetti ai lavori inoltre il web 2 offre delle potenzialità enormi di promuovere i propri siti e le proprie attività (Upload, rss, podcast, tagging, blog).
    Scusate qualche OT.

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