Spinto dalle numerose domande sul significato di queste sigle, ho deciso di postare la loro spiegazione tecnica. Posterò anche una pillola tecnica su cosa significa ULL, wholesale e Shared Access.
Penso di aver fatto cosa gradita a tutti![]()
Ai moderatori decidere se metterle in rilievo o eliminarle.
DSLAM e BRAS, ma che cosa sono?
Il DSLAM Digital Subscriber Line Access Miltiplexer - Multiplatore di accesso della linea digitale di utente è - adesso che abbiamo scoperto il significato dell'acronimo - un multiplatore digitale che raccoglie le varie linee ADSL e appunto le multipla su un canale di comunicazione a velocità maggiore che in molti casi è il famoso VP ATM di cui abbiamo già parlato, ma può essere anche un canale SDH o un canale Ethernet come nel caso di Alice 20 Mega.
In pratica è costituito da una batteria di modem (a voler fare i pignoli andrebbero chiamati Transciver), chiamate piastre collegate a degli splitter per la separazione del segnale fonia da quello dati e a cui sono attestati i doppini provenienti dalle varie utenze. Anche in questo caso a voler essere pignoli bisognerebbe dire che il doppino proveniente da un'utenza non è terminato direttamente sul DSLAM, bensì sul permutatore urbano e da questi passa al DSLAM ma non sottilizziamo troppo. Oltre alle piastre ADSL, il DSLAM ha una matrice di commutazione che si occupa della multiplazione e delle piastre di linea, che prendono il segnale multiplato a velocità maggiore e lo trasportano al BRAS.
I più famosi produttori di DSLAM sono Marconi, Alcatel e Siemens
Il BRAS Broadband Remote Access Server - Server remoto di accesso a banda larga chiamato da alcuni anche NAS - Network Access Server o Server di accesso di rete, ha diversi compiti:
1) Aggregare l'uscita dei vari DSLAM (è possibile che un BRAS controlli più DSLAM)
2) Gestire le sessioni utente di tipo punto-punto che possono essere PPPoE - Point to Point Protocol Over Ethernet o PPPoA - Point to Point Protocol over ATM. In pratica il BRAS è responsabile dei parametri di sessione come l'indirizzo IP pubblico al cliente
3) Gestire l'autenticazione, l'autorizzazione e l'accounting dell'utente
4) Applicare le politiche di Qualità del servizio o QoS - Quality of Service
5) Instrada il traffico sulla rete proprietaria dell'operatore e da lì verso l'Internet pubblico; questo significa che il BRAS è il primo salto - a livello IP - tra il client e Internet.
Generalmente i BRAS sono apparati prodotti da Cisco.
I vari standard ADSL
La tecnologia ADSL - Asymetric Digital Subscriber Line - Linea digitale di abbonato asimmetrica, consente l'accesso a Internet ad alta velocità (tant'è vero che si parla di larga banda o broadband), con velocità da 640 Kbps sino ai 24 Mbps.
Il segnale dati, a differenza dell'accesso tradizionale con modem in banda fonica (dialup), è codificato in maniera digitale già dall'utente finale e la velocità di invio è asimettrica. Infatti la velocità dalla centrale all'utente (upstream) è più bassa di quella nella direzione opposta (downstream), questo perchè l'utente finale ha generalmente la necessità di scaricare grosse quantità di dati da Internet e non di inviarle.
La caratteristica interessante dell'ADSL è che essa sfrutta i cavi telefonici esistenti, questo è possibile perchè il segnale telefonico analogico sfrutta le frequenze che vanno dai 300 ai 3400 Hertz, mentre il segnale dati digitale sfrutta le frequenze da 25.875 KHz a 1104 KHz.
Per inciso dico che in Italia si sfrutta anche la frequenza attorno ai 12 KHz per il teleconteggio, insomma è grazie a questa frequenza che gli operatori calcolano i nostri consumi telefonici.
E aggiungo anche che l'ADSL non può funzionare su una linea ISDN perchè ci sarebbe una certa sovrapposizione di frequenze. In Germania dove la penetrazione di ISDN era molta elevata si è deciso di sfruttare un'apposito standard chiamato Annex B che lasciasse libere le frequenze usate da ISDN. Ecco così spiegato perchè spesso i router acquistati in Germania non funzionano in Italia.
La banda di frequenza disponibile per l'ADSL è suddivisa in due parti: da 25.875 kHz a 138 kHz dedicati all'upstream e da 138 a 1104 kHz dedicati al downstream. Questo nell'Annex A utilizzato in Italia e altri paesi.
Ognuna delle due bande è ulteriormente suddivisa in canali con larghezza di 4.3125 KHz. Durante la fase iniziale di sincronizzazione il modem ADSL verifica quali di questi canali ha un rapporto segnale rumore (SNR) accettabile. La distanza dalla centrale telefonica e l'inevitabile rumore presente sui cavi infatti introduce degli errori a determinate frequenze. Il fatto di avere molti canali, ma con una piccola banda di frequenza mitiga questo effetto. Infatti non è che sarà inutilizzabile l'intera linea, semplicemente saranno inutilizzabili i canali alle cui frequenze il SNR è troppo basso; tutto ciò porta ad una diminuzione della velocità di accesso.
Per quanto riguarda le questioni di velocità, banda e throughput l'ADSL non ne possiede e infatti nei contratti sono indicate sole le velocità in upstream e in downstream. La velocità in downstream è quella massima permessa dal provider e in gergo tecnico si chiama Peak Cell Rate - PCR. E' a discrezione del provider offrire ai propri clienti una quantità minima di banda garantita che viene chiamata Minimum Cell Rate - MCR.
Come ampiamente detto e citato sul forum, i fornitori mettono a disposizione dell'utente un canale con certe caratteristiche, quali PCR ed eventualmente MCR. Eventuali rallentamenti possono essere dovuti a diversi fattori, tra i quali la saturazione o congestione del nodo ATM di raccolta o a problemi di banda nel server remoto a cui si fanno le richieste.
E' da segnalare anche il fatto dell'overbooking effettuato da alcuni operatori, in pratica la somma degli MCR concessi ai clienti supera l'MCR del nodo di raccolta ATM, con conseguente congestione in caso di accesso contemporaneo di molti utenti e loro incazzatura successiva.
L'ADSL esiste in vari standard che si differenziano prevalentemente per le velocità massime consentite. La tabella seguente riporta i vari standard attuali:
Nome dello standard Nome Comune Velocità Downstream Velocità Upstream
ANSI T1.413-1998 Issue 2 ADSL 8 Mbps 1 Mbps
[COLOR=dark-blue]
ITU G.992.1 ADSL (G.DMT) 8 Mbps 1 Mbps[/COLOR]
[COLOR=royal blue]
ITU G.992.2 ADSL Lite (G.Lite)1.5 Mbps 0.5 Mbps[/COLOR]
ITU G.992.3/4 ADSL2 12 Mbps 1 Mbps
ITU G.992.3/4 Annex J ADSL2 12 Mbps 3.5 Mbps
ITU G.992.3/4 Annex L RE-ADSL2 5 Mbps 0.8 Mbps
ITU G.992.5 ADSL2+ 24 Mbps 1 Mbps
ITU G.992.5 Annex M ADSL2+ 28 Mbps 3.5 Mbps
[COLOR=dark red]
ITU G.992.5 Annex L RE-ADSL2+ 24 Mbps 1 Mbps[/COLOR]
GLi Annex J e M spostano l'intervallo di frequenze utilizzabili a 276 kHz e, nell'annex J è possibile sfrutture altri 256 kbps in upstream prendendoli dalla banda dedicata alla fonia che in questo caso non viene usata.
L'ADSL2 e ADSL2+ utilizzano frequenze sino a 2200 MHz.
L'Annex L che aggiunge il prefisso RE che sta per Reach Extended, al nome dello standard, consente di raggiungere distanze dalla centrale sino a 7 km. Riducendo l'inizio della banda a 552 KHz e aumentando la potenza di trasmissione alle basse frequenze.
Dalle mie conoscenze gli unici standard utilizzati in Italia sono il G.DMT, l'ADSL2 e l'ADSL2+.
Chi volesse conoscere i dettagli dei vari standard può consultare il sito dell'ITU
http://www.itu.int/ITU-T/publications/index.html
e cercare le pubblicazioni relative ai vari standard, che da Gennaio 2007 sono liberamente consultabili e scaricabili come file PDF.