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  1. #1
    Utente di HTML.it
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    Problema con spam, aiutatemi vi prego.

    Ciao,
    per la mia attività ho spedito un'email a un sito chiedendo se gli potevano interessare i miei servizi.
    L'email l'ho presa dal sito stesso e l'ho scritta per chiedere se il proprietario era interessato a utilizzare tali servizi.

    Due giorni dopo mi ritrovo un'email che mi chiede info sul mio nominativo e di essere rimosso dalla mia lista.

    Io rispondo che non fa parte di nessuna lista o newsletter e mi scuso se l'ho disturbato inviandogli l'email e che non riceverà nessuna comunicazione in futuro da me perchè era un'email che promuoveva i miei servizi ma era diretta solo a lui.

    La sua risposta è stata che vuole denunciarmi al garante e io non so più cosa fare.
    Ho chiesto se posso avere un colloquio telefonico porgendo le mie scuse nuovamente.

    So che forse avrei dovuto chiedere prima il permesso di inviare una comunicazione ma l'ho fatto in modo del tutto onesto e senza pensare che potessi provocare un danno.

    Avrei bisogno di aiuto per capire se il mio comportamento è stato scorretto e si può profilare come spammatrice inoltre vorrei sapere qual'è il giusto comportamento da tenere.

    Ho chiesto perchè vuole avere i miei dati e mi ha citato varie leggi dicendomi che se glieli fornisco almeno mi viene tolta una delle due sanzioni ma io non ho mai fatto spam ma solo inviato una volta un email a questa persona.

    Sono disperata, mi ha citato leggi che parlano di milioni in sanzioni e non so cosa mi può succedere.

    Grazie.

  2. #2
    Io so che finora il garante si è mosso, quando lo ha fatto, solo dopo che sono arrivate diverse email di protesta!

    Prova ancora con le scuse ed insisti su un rapporto telefonico!

    In bocca al lupo!

  3. #3
    Utente di HTML.it
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    Ciao,
    ho provato ma non vuole ragionare ne sentirmi al telefono.
    Vuole guadagnare qualche soldo su di me ma non è giusto allora non posso mandare nemmeno un'email per chiedere a un sito di diventare partner dato che anche questa potrebbe essere una proposta commerciale...

    Devo dargli i miei dati?


  4. #4
    Ora cercherò di contattare una persona che in passato mi ha aiutato...
    cmq fai una ricerca sull'argomento... penso troverai abbastanza in rete!

    In ogni caso non penso sia una buona idea fornire i propri dati... soprattutto se non hai contattato un avvocato!
    Tra l'altro lui già potrebbe disporre dei tuoi dati... se il sito è intestato a te!

  5. #5
    Sono disperata, mi ha citato leggi che parlano di milioni in sanzioni e non so cosa mi può succedere.
    Non sono assolutamente un esperto in materia, ma credo che il massimo che il Garante possa fare sia stabilire una piccola cifra da far pagare per coprire le spese che il destinatario della e-mail ha dovuto affrontare per risalire al mittente e per produrre e inviare l'esposto al Garante.

    A parte questo, il Garante non può fare multe da "decine di milioni", semplicemente perché non è compito suo. Al massimo il Garante può dare il via ad altre procedure volte a individuare illeciti e che possono portare anche a sanzioni di tipo penale o amministrativo.

    Il punto della discussione secondo me però è un altro, ovvero: a che serviva quell'indirizzo e-mail che il destinatario ha inserito sul proprio sito web? Serviva a ricevere offerte di collaborazioni commerciali da altre aziende oppure serviva per altri scopi?

    Personalmente ritengo il suo atteggiamento piuttosto eccessivo, ma sulla carta è pure possibile che, se quell'indirizzo e-mail non serviva a ricevere proposte commerciali, il corretto procedimento sarebbe stato quello di richiedere un permesso, attraverso canali telefonici.

    Lascio la parola a chi ne sa più di me. Ho tuttavia maturato l'impressione che il tizio ci voglia "marciare sopra" oppure semplicemente che sia una vittima di spam e che la tua sia stata solo la goccia che ha fatto traboccare un vaso già colmo.

    Aggiunto: fai una ricerca su questo forum. In passato se n'é discusso molto. Ricordo qualche messaggio interessante di Ettore che dovrebbe fare luce in proposito.
    E' ARRIVATO! Usi trucchi che i motori potrebbero ritenere spam? Scoprilo con lo Spam Detector v1.1
    Guida approfondita alla visibilità dei siti sui motori: www.motoricerca.info

  6. #6
    Non preoccuparti Julie, la multa (eventuale) e' di soli 250 € sempre che il tuo sia un caso di spam, infatti e' il garante che dovra' stabilire, in base ai servizi che tu offri e al tipo di attivita' del tizio a cui hai mandato la mail se si tratti di spam o di proposta di collaborazione.

  7. #7
    Utente di HTML.it L'avatar di karbu
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    Certo che ce ne sono di stronzi in giro!
    The world is a vampire

  8. #8
    Utente di HTML.it
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    Dunque, questo e' un esempio classico perche' DEVI STARE MOLTO ATTENTO, quando fai una campagna email marketing.

    Senza conoscendo le legge in questa settore risulta in una situazione dove il "recipient" potrebbe chiederti ogni cosa - soldi, servizi - , e' te, senza conoscenza delle legge, non sarai in grado di seguire la propria strada per risolvere la situazione.

    Se stavo nella stessa situazione, telefonerei il mio avvocato per il consiglio, e' non lo scrivo il un forum pubblico.

    SEONINJA

  9. #9
    Utente di HTML.it L'avatar di cyberman
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    Originariamente inviato da Julie
    Ciao,
    ho provato ma non vuole ragionare ne sentirmi al telefono.
    Vuole guadagnare qualche soldo su di me ma non è giusto allora non posso mandare nemmeno un'email per chiedere a un sito di diventare partner dato che anche questa potrebbe essere una proposta commerciale...

    Devo dargli i miei dati?

    ciao Julie,

    Purtroppo gli indirizzi e mail, anche quando reperiti sulla rete, non possono essere considerati pubblici. Lo ha stabilitio lo stesso garante della privacy in una pronuncia abbastanza recente che tu stessa puoi controllare sul sito http://www.garanteprivacy.it/ immetendo nel motore di ricerca la parola "spam"
    tale èpronuncia ha stabilito che:
    "Gli indirizzi di posta elettronica non sono liberamente utilizzabili da chiunque per il solo fatto di trovarsi in rete. La vasta conoscibilità degli indirizzi e-mail che Internet consente, non rende lecito l’uso di questi dati personali per scopi diversi da quelli per i quali sono presenti on line. Gli indirizzi e-mail non sono, insomma, "pubblici" come possono essere quelli presenti sugli elenchi telefonici.




    Per quanto invece concerne l'eventuale richiesta di danno, il garante più volte ha ribadito il concetto che non è sua prerogativa, riconosce e quantificare in danaro, un'eventuale danno subito per violazioni della legge sulla privacy. Pertanto ove la persona da te contatta, volesse ottenere dei soldi da questa operazione dovrebbe comunque, a seguito della pronuncia del garante, fare una causa civile che facendo leva su quella pronuncia, quantificherebbe il danno.
    In altre parole, il garante può solo accertare se vie è stata violazione e impedirla per il futuro, mentre per il risarcimento occorre sempre un'autonoma pronuncia civile che quantifichi l'eventuale danno.


    ciauz

  10. #10
    Facciamo il punto.

    Julie scripsit:
    >> per la mia attività ho spedito un'email a un sito chiedendo se gli potevano interessare i miei servizi.
    L'email l'ho presa dal sito stesso e l'ho scritta per chiedere se il proprietario era interessato a utilizzare tali servizi.


    Gli indirizzi e-mail stanno sui siti per ricevere richieste di servizi inerenti l'attività presentata sul sito (se si tratta di un sito commerciale) o richieste di contatto non commerciali (se si tratta di un sitio personale), non offerte di servizi, a meno che non sia chiaramente indicato altrimenti.

    Se appunto sul sito, personale o commerciale che sia, per l'e-mail ricavata non viene indicato espressamente che sta li per ricevere proposte di servizi, quello che ha fatto Julie si chiama SPAM, semplicemente. Ora Julie non ci dice se questa azione "promozionale" sia stata una singola azione occasionale o non abbia ad esempio inviato qualche decina (centinaia? migliaia?) di e-mail che richiedevano "se gli potevano interessare i miei servizi" raccogliendole in giro per la rete, e non sappiamo neppure quanto questa/queste e-mail siano state customizzate per ognuno dei singoli invii o siano state spedite in bulk ad un elenco di indirizzi presi, appunto, da siti in giro.

    Quello che sappiamo è che esistono delle leggi in materia, e che il puro fatto di inviare una mail, anche se non viene mantenuto un "database", costituisce a tutti gli effetti "trattamento dei dati" (il dato, l'e-mail, viene infatti "trattato" nel momento in cui viene rilevato, copiato sulla barra indirizzi, ed utilizzato per la spedizione di una e-mail).

    1) Nel merito dell'utilizzo di indirizzi e-mail
    L'11 Gennaio 2001 il Garante per la protezione dei dati personali ha stabilito ufficialmente che in mancanza di esplicito e preventivo consenso è illegittimo utilizzare indirizzi e-mail prelevati da newsgroup, forum, pagine web, mailing-list, in quanto gli stessi non sono soggetti ad alcun regime giuridico di piena conoscibilità da parte di chiunque (ovvero non fanno parte dei cosiddetti elenchi pubblici). La disponibilità pubblica di un indirizzo di posta elettronica non implica automaticamente, infatti, la disponibilità del suo intestatario a ricevere comunicazioni non richieste. La richiesta/offerta ai destinatari eventualmente presente nella mail inviata di attivarsi per la cancellazione del proprio indirizzo e-mail dagli elenchi del mittente non è pertanto accettabile: sono i destinatari a dover richiedere esplicitamente la propria iscrizione in una lista, e non viceversa. Ai sensi del D.L. 675/96 sulla privacy è quindi fondamentale, per rendere possibile l'utilizzo di indirizzi di posta elettronica, il rispetto di specifici requisiti come il preventivo consenso degli interessati. In caso contrario il mittente si espone alle pene previste per il reato di 'violazione di privacy': arresto sino a tre anni, rimborso danni, sanzioni amministrative.

    2) Nel merito dell'utilizzo di tali indirizzi per comunicazioni commerciali
    In base all'Articolo 10 del D.L. 22 Maggio 1999, Nr. 185 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, serie generale nr. 143 del 21 Giugno 1999), inoltre, l'invio di messaggi di posta elettronica non sollecitati contenenti materiale commerciale (Unsolicited Commercial E-mail - UCE) costituisce una violazione punibile con sanzione amministrativa pecuniaria da lire un milione a lire dieci milioni.

    Ora, il destinatario di una e-mail non richiesta deve innanzitutto richiedere al mittente una serie di dati, via raccomandata, ed in particolare:
    a) gli estremi della eventuale autorizzazione con la quale il Garante per la protezione dei dati personali consente al mittente il trattamento di dati personali (nella fattispecie leggere, memorizzare ed utilizzare indirizzi e-mail);
    b) nome, cognome, e indirizzo del responsabile legale del trattamento;
    c) se il mittente è possesso di una dichiarazione del destinatario con la quale viene autorizzato a trattare i dati personali (nello specifico l'indirizzo e-mail del mittente);
    d) nel caso i dati del mittente fossero stati acquisiti 'da terzi' se questa terza parte è anche in possesso, oltre alle liberatorie precedenti, di dichiarazione del mittente con la quale viene autorizzata esplicitamente a diffondere tali dati (in questo caso a diffondere l'indirizzo e-mail del mittente a terzi).

    In seguito a risposta non soddisfacente, o mancata risposta ad una richiesta formale di questo genere, possono essere attivate le procedure di segnalazione presso il garante, che può si sanzionare economicamente per la violazione della privacy (reato) e può anche stabilire la somma spettante come rimborso spese alla parte lesa. Il garante trasmette inoltre per competenza alla magistratura la sua sentenza, con il carteggio ricevuto, per la valutazione dei procedimenti relativi all'Articolo 10 del D.L. 22 Maggio 1999, Nr. 185 e per le rilevanze penali del fatto.

    Ciò detto, e pur con tutta la comprensione per chi invia una o due e-mail di offerta di servizi, sbagliando certo ma scusandosi quando viene contattato con richiesta di ragioni, purtroppo in giro gli spammer accaniti non sono pochi, e la legge -- necessariamente -- è uguale per tutti. Non solo, ma oggigiorno il tema "SPAM" è stato trattato ampiamente, diffusamente, ed indipendentemente dal fatto che -- come ben si sa -- l'ignoranza della legge non è una scusante, lo stesso fatto di ignorarla (o pensare che no, non capiterà proprio a noi) è inaccettabile anche secondo le semplici ragioni del buon senso.

    Tutto quello che Julie può fare è sperare che il mittente accetti le scuse e non prosegua nell'azione, e ricordarsi la prossima volta che esistono le opt-in list per inviare e-mail commerciali. Deve inoltre sperare di nonaver inviato decine/centinaia/migliaia di e-mail di questo genere, e di non trovere altre decine di mittenti che (giustamente) le chiedono ragione di questo. Ancora una volta, le opt-in lists costano qualcosa in più, ma oltre a garantire risultati certamente migliori sotto il punto di vista della riconversione (contatti generari e clienti acquisiti), evitano appunto di trovarsi con una denuncia sulle spalle.

    Questo vuol dire che la comunicazione via e-mail è morta ? No, certamente. Vuol dire semplicemente che (finalmente e per fortuna), la comunicazione e-mail ha delle regole, e che chi possiede una casella e-mail, personale o per lavoro, deve poter pretendere di non ricevere e-mail che propongono prodotti o servizi a meno che non ne richieda espressamente l'invio. Non mi pare una cosa difficile da capire. Forse difficile da accettare per chi pensa ancora che sia più economico e produttivo (ma chi lo pensa sbaglia comunque e prima di tutto per ignoranza delle più elementari regole del marketing) raccogliere indirizzi e-mail in giro ed elaborare complesse teorie/interpretazioni su come una e-mail "morbida" in cui sia presente un link opt-out sia in effetti accettabile, ecc. ecc.

    Abbiamo già ampiamente discusso di questo in thread precedenti. Se io invio una e-mail in cui propongo ad una società di costruzione penne una collaborazione perchè faccio il rappresentante di penne e mi interesserebbe prendere una rappresentanza/rivendita/concessione/ecc. non è SPAM, se invio ad una società di costruzione penne una e-mail in cui offro cancelleria, questa è SPAM, anche se la società a rigor di logica farà certamente uso regolare di cancelleria. Ad un privato, non invio mai e-mail commerciali.

    Non dimentichiamo inoltre che esite il telefono. Se proprio voglio attivare una campagna di marketing aggressivo, almeno ne pago le spese (telefoniche). E anche qui, il successo di simili campagne dipende dalla capacità di strutturarle in modo adatto, a partire dallo studio del "disco di vendita", alla gestione ed analisi delle risposte: le cose fatte in casa sono sempre... cose fatte in casa.

    Punto.
    Ettore R. Peyrot
    Marketing Manager - Ability Services
    Info su ODP | QR Mobile Marketing

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