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  1. #1

    Noi della comunicazione aziendale

    Gentili colleghi/e vorrei approfondire un discorso introdotto qualche tempo fa ma poi abbandonato; la comunicazione aziendale.

    In questo forum si parla soprattutto di google e di motori di ricerca e spesso si perde di vista il vero obiettivo del posizionamento che, se andiamo a vedere, riconduce nuovamente alla comunicazione.

    Mi spiego, a che serve posizionarsi ai primi posti sulle keyword "realizzazione siti" quando poi (provare per credere) ai primi posti si trovano siti che di comunicazione non ne hanno mai vista neanche l'ombra...

    Il mio parere al riguardo è che comunicare è molto più che scrivere un semplice testo buttato li o ponderato pochi minuti.
    La comunicazione sul web è più difficile di quanto si pensi.
    Diversamente dagli altri media internet ha una comunicazione notevolmente più frazionaria e soprattutto precaria (precarietà dovuta alla sindorme da click degli utenti-clienti-utonti...)

    Vorrei aprire una serena e piacevole "chiacchierata" con tutti voi, un modo di confrontare le proprie opinioni e soprattutto comprendere insieme...

  2. #2

    la comunicazione sul web è nettamente diversa da quella quotidiana sul lavoro

    le variabili sono molti ed i rischi altrettanti.

    dobbiamo tenere presente che un testo NON DEVE ESSERE un normalissimo testo; questo deve essere sviluppatto sotto linee guida della web usability e della net semiology.
    La scienza cognitiva è il fulcro di studio col quale è possibile buttar giù un testo qualitativamente corretto anche in campo grammaticale.

  3. #3
    ho comprato proprio in questi giorni un libercolo che parla di webusability.
    onestamente non avevo bene le idee chiare su quello che avrei trovato li dentro, le pagine che ho letto fin'ora (le prime) non parlano assolutamente di tag, bit o keyword ma di filosofia della comunicazione, non so se la sta prendendo alla larga o se rimarrà su quel livello tutto il libro, quando sarò alla fine tornerò su questa discussione con qualche nozione in più anche io

  4. #4
    Un testo, se scritto bene, funziona ovunque.
    Naturalmente deve essere scritto grammaticalmente e sintatticamente in modo corretto, tanto per cominciare. Eventuali errori devono essere sapientemente costruiti a seconda dell'effetto voluto.
    Tutto deve essere chiaro e filare dal punto di vista semantico. Ed infine potremmo controllare la validità del testo dal punto di vista semiotico

    Come dicevo un testo, se scritto bene, funziona ovunque.
    Penso che le prerogative dell'e-testo sono essenzialmente due e sono collegate tra di loro. In primo luogo è necessaria la brevità del testo per adattarla ai tempi di navigazione dell'utente. In secondo luogo l'uso di ipertesto. I link al punto giusto permettono una navigazione del testo in orizzontale ed una in verticale. In orizzontale con argomenti affini. In verticale approfondendo l'argomento stesso e va a completare la superficialità dell'informazione introduttiva.

  5. #5
    Originariamente inviato da neo-one
    Come dicevo un testo, se scritto bene, funziona ovunque.
    Penso che le prerogative dell'e-testo sono essenzialmente due e sono collegate tra di loro. In primo luogo è necessaria la brevità del testo per adattarla ai tempi di navigazione dell'utente. In secondo luogo l'uso di ipertesto. I link al punto giusto permettono una navigazione del testo in orizzontale ed una in verticale. In orizzontale con argomenti affini. In verticale approfondendo l'argomento stesso e va a completare la superficialità dell'informazione introduttiva.
    Secondo me questo passaggio è contraddittorio: prima dici che un testo scritto bene funziona ovunque, e poi delinei le caratteristiche di un testo scritto bene per il web. Ma se funziona bene ovunque che bisogno c'è di specificare come si scrive per il Web?

    A mio parere, di base, succede questo: il testo scritto a cui noi siamo abituati è quello di un libro, dove leggi da pagina 1 a pagina 100 e sei costretto a effettuare un passaggio obbligato.

    Nel Web, invece, i concetti fondamentali sono esposti nella Homepage e da lì si possono raggiungere tutte le pagine disposte attorno alla home a raggiera. In questo moodo non incateni l'utente in una logica sequenziale, ma gli lasci la libertà di percorso, con possibilità di integrare le informazioni mediante passaggi diretti da pag secondaria a pag secondaria.

    In che modo poi siano da disporre le pagine attorno alla home... dipende. Ricordo Fradefra che dice da qualche parte che la struttura di navigazione varia anche a seconda delle "caratteristiche culturali" della popolazione per cui quel sito è stato studiato. Io sono d'accordissimo, e mi sento abbastanza frustrato dal fatto di pensare siti solo in italiano. Mi piacerebbe provare a "intripparmi" anche con altro ;-)

    Ciao

    Sergio
    D'accordo d'accordo, la scuola può anche andare bene.
    Ma chi insegnerà a questi ragazzi le vie della Danza?
    -http://privatewww.essex.ac.uk/~patri...eetAnDandy.htm

    -Chinese Medicine Blog

  6. #6
    Nel Web, invece, i concetti fondamentali sono esposti nella Homepage e da lì si possono raggiungere tutte le pagine disposte attorno alla home a raggiera. In questo moodo non incateni l'utente in una logica sequenziale, ma gli lasci la libertà di percorso, con possibilità di integrare le informazioni mediante passaggi diretti da pag secondaria a pag secondaria.
    Concetto vero.

    E' vera anche un'altra cosa. L'utenza del web è vastissima e variegata. Chi si occupa ad esempio di "realizzazione siti" deve porsi degli obiettivi e capire la sua potenziale clientela. Il messaggio è quindi indirizzato verso quella tipologia di clientela.

    Personalmente non credo a campagne missionarie e purificatrici del web, al w3c forzato, alla metodologia classica e teorica del webdesign. Quello che fino a poche ore fa era il teorico, ora già è diverso. O è diverso per un'altra utenza. Esistono delle linee guida ben marcate, ma esiste anche la fantasia, l'impatto immediato il messaggio primario che ti scalza e ti inchioda su un sito così come su ogni mezzo pubblicitario. Fateci caso, fino a qualche mese fa tutte le agenzie si presentavano con il classico portaletto, ora si presentano con elementi grafici "stonanti" a volte pacchiani. Probabilmente qualche agenzia segue male un certo filone, scopiazzando idee grafiche. Altre hanno studiato testi e immagini con dovizia. Anche per mesi. Altrettanto dicasi per le combinazioni cromatiche ... musica sì musica no?

    Ma anche i siti in pole cui tu graziemamma alludi, non vanno assolutamente disdegnati, anzi. Hanno e meritano la loro specifica clientela. Esistono dei principi, ma esiste la varietà del cliente e non siamo (non sono) certo noi a doverlo educare. Si propone il giusto, si cerca di indirizzare verso una certa tipologia di sito poi se vuole altro ... affari suoi. Ribusseranno, perchè ribusseranno.
    Il 90% delle introduzioni in flash tanto gradite alla fine vengono regolarmente rimosse.

    Però attenzione. A volte ha ragione il cliente grezzo, perchè l'utenza è grezza. I siti "volantino" hanno spesso più successo dei siti studiati pixel-pixel. E, per come la penso, è ancora lontana l'era della cultura web. La gente lavora e naviga veloce ha bisogno di informazioni immediate, se da te non le trova fa presto a cercarle altrove.
    A meno che non lo inchiodi in qualche modo.



  7. #7
    Originariamente inviato da frateralph
    A meno che non lo inchiodi in qualche modo.
    Esattamente.

    E volte mi chiedo quanto convenga tornare a incatenare la gente nella (chiamiamola così, dai) logica sequenziale.

    Per esempio, è abbastanza condivisa l'opinione che meno operazioni rendi possibili su una pagina, più possibilità hai che l'utente compia l'azione che VUOI TU.

    Io non ho mai osato ribaltare la navigabilità del mio sito, per cui non ho testimonianze da portare ma mi piacerebbe vedere come cambia la resa (ROI, Raccolta dati ecc ecc) se da una situazione classica (homepage, info sul prodotto, link a preventivo online, disposte attorno alla home) procedessi con domande forzate, in cui a seconda delle risposte dell'utente lo invio forzatamente verso il tipo di preventivo che gli interessa maggiormente, informandolo passo per passo di quello che sta per fare e porgendogli informazioni relative al prodotto che sta per scegliere).

    Se lo faccio ti dico come va...



    Sergio
    D'accordo d'accordo, la scuola può anche andare bene.
    Ma chi insegnerà a questi ragazzi le vie della Danza?
    -http://privatewww.essex.ac.uk/~patri...eetAnDandy.htm

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  8. #8
    Originariamente inviato da Sergiof4
    Esattamente.

    E volte mi chiedo quanto convenga tornare a incatenare la gente nella (chiamiamola così, dai) logica sequenziale.

    Per esempio, è abbastanza condivisa l'opinione che meno operazioni rendi possibili su una pagina, più possibilità hai che l'utente compia l'azione che VUOI TU.

    Io non ho mai osato ribaltare la navigabilità del mio sito, per cui non ho testimonianze da portare ma mi piacerebbe vedere come cambia la resa (ROI, Raccolta dati ecc ecc) se da una situazione classica (homepage, info sul prodotto, link a preventivo online, disposte attorno alla home) procedessi con domande forzate, in cui a seconda delle risposte dell'utente lo invio forzatamente verso il tipo di preventivo che gli interessa maggiormente, informandolo passo per passo di quello che sta per fare e porgendogli informazioni relative al prodotto che sta per scegliere).

    Se lo faccio ti dico come va...



    Sergio
    bella idea Sergio,

    potresti provare facendo una seconda veriosne del tuo sito su altro dominio in modo da poter confrontare i 2 metodi e scegliere il migliore...se poi sono tutti e due migliori meglio così ...

  9. #9
    Ciao a Sergio e a tutti i partecipanti al 3d.

    Nell'ultimo anno mi è capitato spesso di incontrare per seminari delle presentazioni di Marco Loguercio di SEMS. A parte le considerazioni personali su di lui (lo ritengo una persona veramente valida), vorrei riportare alcune sue considerazioni circa l'importanza delle CALL TO ACTION. In particolare vorrei sottoporre alla vostra attenzione il caso di conto arancio.
    Nella Home page del sito si trovano tutte le solite informazioni, dal chi siamo, al cosa facciamo, ma quello che salta subito all'attenzione del visitatore sono due semplici messaggi e cioè: apri un conto oppure accendi un mutuo.
    Due sono le attività che promuovono e due sono gli inviti. Con questo mi ricollego a quello che diceva Sergio sulla teoria che meno possibilità di azione dai e più possibilità hai che l'utente faccia che vuoi fargli fare.
    Il link al sito è questo , spero di noninfrangere le regole del forum, ma è un esempio di come funziona la comunicazione su internet..
    E-mail marketing blog: consigli, casi pratici e discussioni sul mondo dell'e-mail marketing.
    Offerte di lavoro SEO/SEM

  10. #10
    Grazie del link Trimball, è esattamente quello che avevo in mente... anche se quel sito è ORRIBILE, quel blu e arancio mi hanno urtato troppo! VVoVe:


    Io intendevo proprio un sito le cui call to action diventano criteri unici di navigabilità. Ieri sera ne ho parlato a lungo con la persona che cura la grafica del mio sito, stiamo buttando giu qualche idea.

    A presto su questi schermi, se la situazione si evolve.



    Sergio

    PS @ Martin: l'unico problema del dominio parallelo sarebbe presentarlo con lo stesso nome del sito principale. E'legale avere due siti aziendali?
    D'accordo d'accordo, la scuola può anche andare bene.
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