Un nuovo libro, un nuovo sito. All’indirizzo Internet www.singularity.com, Ray Kurzweil, l’inventore della prima stampante per i ciechi, del primo sintetizzatore testoaudio, del primo sintetizzatore di suoni musicali e del primo vocabolario in grado di riconoscere la voce (tanto per fare qualche esempio), lo scienziato 56enne insignito del National Medal of Technology dall’allora presidente Clinton e inserito nella Hall of Fame degli inventori degli Stati Uniti, l’uomo considerato uno dei 16 rivoluzionari che hanno fatto l’America degli ultimi 200 anni, uno dei pochi geni attualmente viventi sulla faccia della terra, definito dal cantante Stevie Wonder "un grande inventore e un buon amico" e, infine, l’autore del best seller "The age of Spiritual Machines", nonché del discusso "Fantastic voyage: live long enough to live forever", torna finalmente a parlare del futuro che ci aspetta al varco con "The singularity is near, when humans transcend biology" (Viking Press, dal 26 settembre su Amazon.com). E se nel primo scritto (www.penguinputnam.com/static/packages/us/ <http://www.penguinputnam.com/static/packages/us/> kurzweil/excerpts/exmain.htm) Kurzweil spiegava come un giorno sarà possibile l’uploading, ossia il trasferimento del contenuto del nostro cervello ad un computer e ritorno, e in Fantastic Voyage (www.fantasticvoyage.net/) consigliava di mantenersi in buona forma fisica, per riuscire ad arrivare al 2020, anno in cui le nanotecnologie permetteranno all’uomo di prolungare la sua vita fino a sfiorare l’immortalità, è proprio nell’ultimo e attesissimo testo, che lo scienziato, non a caso esperto di robotica e intelligenza artificiale, indica nel 2045 una data storica per l’umanità.
E’ in quest’anno ancora inscritto nel futuro, infatti, che si verificherà l’inizio di una nuova era, l’era della Singolarità, dell’Eccezionalità, un momento che vedrà la nostra intelligenza diventare sempre meno biologica e sempre più potente, molto meno limitata e molto più creativa. "La Singolarità", spiega Kurzweil, "sarà un periodo nel quale il cambiamento tecnologico e il suo impatto saranno così rapidi, così profondi, che la vita umana ne uscirà irreversibilmente trasformata".
A che punto siamo oggi è presto detto: se non ancora giunti alla fase topica della nostra evoluzione, siamo però all’alba di quel processo di transizione, che ci porterà da qui ai prossimi 3040 anni a stravolgere il nostro concetto di esistenza. In senso positivo.
"Ciò significa", prosegue lo scienziato, "che saremo in grado di riprogrammare il nostro DNA, che la malattia e l’invecchiamento saranno sconfitti, la fame nel mondo e l’inquinamento risolti e, grazie all’utilizzo delle nanotecnologie, sarà possibile trasformare il nostro corpo, sostituire organi biologici con organi robotizzati ed estendere incredibilmente la nostra intelligenza. Anche di trilioni di trilioni di volte in più rispetto a quella attuale".
Tra una quindicina d’anni, secondo lo scienziato i computer saranno più potenti e capaci del cervello umano. Non solo: le macchine saranno perfettamente integrate nell’ambiente in cui vivremo. Per non essere superati da computer e robot, occorre quindi diventare noi stessi migliori di loro. Applicando la tecnologia alla biologia, evolvendoci come specie e dotandoci di una sorta di nuovo corpo umano versione 2.0. Per esempio attraverso l’inserimento nel sangue di nanobot (minuscoli robot della grandezza di una cellula), o mediante pezzi di hardware per il cervello.