Una fiaba meravigliosa sulla costruzione di una fiaba.
L'ultimo film di M. Night Shyamalan mi ha profondamente colpito e commosso proprio per il suo essere un'allegoria metastilistica sul piacere di scrivere, raccontare, sentire, vedere e vivere le favole.
La trama in sé può anche non essere raccontata, giacché quello che conta è il messaggio, l'architettura: la protagonista si chiama Story, e la sua semplice presenza eterea riesce a catalizzare personaggi più o meno stereotipati che cominciano a girare finché il balletto non è completo, perfetto e permetta alla "Story" di prendere il volo.
E' un manuale di favolistica, un racconto per chi ha bisogno, a tutti i costi, di credere nelle storie. Chi crede che non sia possibile raccontare niente di nuovamente emozionante, o di originale, che non sia possibile più stupirsi non apprezzerà la pellicola.
E' bene andare a vedere questo film senza pensare che si è in un cinema. Bisogna andarlo a vedere come quando si è nel proprio letto e si spera che la notte porti un bel sogno.