Intanto, mentre la mattanza camorristica continua, la Regione (Feudo?) Campania continua a comportarsi in maniera biasimevole. E' di questi giorni la notiza che il podestà Antonio Bassolino ha nominato Rachele Furfaro consigliere regionale per la cultura. Cosa vi è di strano? Niente solo che:
1) Rachele Furfaro è l'ex assessore COMUNALE alla cultura. Ex perché NON RIELETTA (trombata, cacciata, respinta, rifiutata) alle ultime elezioni comunali.
2) Il podestà Bassolino continua a mantenere nelle sue mani la delega alla cultura.
Cià significa, insomma, che la Furfaro, rifiutata da un elettorato stanco di politiche culturali clientelari finalizzate solo alla facciata e alla distribuzione delle risorse agli amici, si è trovata, contro ogni apsettativa, PROMOSSA :mellow:
Tanto per farvi capire di chi parliamo ecco un link. Non fatemelo commentare:
http://www.rachelefurfaro.it/furfaro/Defau...t.aspx?tabid=37
La cosa buffa è che in questi giorni a Napoli è nata una nuova polemica. La Repubblica, salotto "buono" dei pipì napoletani (nonché mio quotidiano preferito), ha inizato a parlare male del PAN, il Palazzo delle Arti di Napoli (la cui direttrice, lo so, non sapeva chi fosse Luciano Emmer quando facemmo in modo di farlo intervenire lì).
Ora, in una città dove il mollichismo (da Vincenzo Mollica, quello che parla benissimo di tutto) è una regola (o se ne parla bene o non se ne parla) questa cosa è stupefacente! La spiegazione? Il PAN è del Comune e negli articoli il presunto fallimento del PAN (e di fallimento forse si può realmente parlare, date un'occhiata al suo sito ridicolo) è contrapposto ad un'altra argomentazione: il successo del MADRE, stuttura analoga (un altro palazzo dedicato alle arti contemporanee), ma gestita dalla Regione.
Ovviamente il controllo che prima Rachele Furfaro aveva sul PAN ora avrà sul MADRE, ma quest'argomentazione non viene sollevata da nessuno. Forse perché bisognerebbe dedurre che il disinteresse dell'allora assessore comunale alal cultura nei confronti della struttura era studiato in prospettiva.
Nel frattempo a Napoli, sempre col caldeggiamento della Regione, nasce la scuola del documentario, un istituto che offre alla modica cifra di €18.000 (!) un corso biennale il quale, sfruttando la recente e transitoria moda del documentario nelle sale, offre ai suoi allievi la possibilità di imparare a realizzare qualcosa con cui mai nessuno ha fatto soldi. Ora, non che i soldi siano la cosa più importante, ma perché fissare una retta tanto alta? Il sito della scuola, che non funziona bene con firefox, non riporta nemmeno i nomi dei docenti e offre per il download un bando in cui si informa l'aspirante documentarista che :
"Saranno previste borse di studio a copertura parziale e/o totale del costo complessivo del biennio. La quantità e la tipologia delle borse, nonché le modalità di assegnazione verranno rese note all’inizio dei corsi."
Cosa? verranno rese note all'inizio dei corsi? Quindi nessuno può provare ad iscriversi senza dover pagare la retta! Insomma, se si otterrà una borsa di studio (di quanto poi?) lo si saprà solo una volta iscrittisi!
Mah, sono troppo depresso
Ogni mossa fatta dai nostri poitici, in quest'ambito, serve solo da vetrina elettorale. In più, "promuovendo" l'arte contemporaena (leggi: dirottando fondi) costoro riescono anche a
1) dare denaro pubblico agli amici giustificando la cosa attraverso oscure operazioni artistiche*
2) far salire le quotazioni degli artisti che gli amici collezionano
Grande, no?
*vedi l'inutile stazione della metropolitana che sarà realizzata da Kapoor. Perché diamine non affidare il progetto a validi imprenditori, architetti ed operai napoletani, creando lavoro, invece di dare una barca di quattrini ad un ricco artista straniero che realizzerà un'enorme vagina che, stando allo stesso Kapoor "Sarà un’opera d’arte che per caso sarà in una stazione di un metrò.". Loro dicono che queste cose aiutano il turismo. Già, il turismo, in un acittà ch eregistra una media estiva di dodici rapine (denunciate) al giorno dove i turisti, se vengono, vengono per Pompei e Capodimonte, non certo per le vagine-metalliche-stazioni-del-metrò
http://www.edilportale.com/edilnews/Npopup....asp?IDDOC=4117
Onestamente non sono indignato: sono disperato.Mi sembra di vivere sotto una dittatura.