Ora rischia anche il carcere
chi invia le e-mail spazzatura
"Sono un reato": giro di vite del Garante per la privacy
di ELSA VINCI
ROMA - "Carcere per chi manda e-mail spazzatura". Subdole, invadenti, insistenti, le spam, offerte commerciali non richieste, inondano quotidianamente la posta elettronica di milioni di internauti, trasmettono virus e impallano i computer, bloccano l'attività lavorativa, costano milioni di euro alle aziende vittime di "alluvioni" e costrette a scaricare i "rifiuti", quando non nascondono tentate truffe o immagini e messaggi non adatti ai bambini. Il Garante della privacy Stefano Rodotà ha detto stop. Dopo una serie di "condanne" che hanno provocato la sospensione dell'attività di società e persone, l'Authority ha adottato un nuovo provvedimento per frenare il massiccio invio on line di promozioni o pubblicità indesiderate. Chi abusa rischia una multa che può arrivare a 90 mila euro, ma anche la reclusione da sei mesi a tre anni. Perché lo spamming a fini di profitto è un reato.
Inviare e-mail pubblicitarie senza il consenso del destinatario è vietato dalla legge. Chi intende usare e-mail per comunicazioni commerciali deve sapere innanzi tutto che è necessario il consenso del destinatario. Un consenso che deve essere chiesto prima dell'invio e dopo aver fornito tutte le informazioni sull'utilizzo dei dati personali. Ed è necessario anche quando gli indirizzi e-mail sono formati e utilizzati automaticamente mediante un software.
Le sanzioni vanno dalla multa, che parte da 3 mila euro ma può raggiungere i 90 mila (per omessa informativa all'utente), al carcere, da sei mesi a tre anni, se si è fatto uso illecito di dati altrui per ricavare un ingiusto profitto o si è provocato un danno. L'Autorità per la privacy con questo provvedimento ha recepito le indicazioni approvate dall'Ue lo scorso anno. Proprio nel 2002 la Commissione europea contro la spamming aveva calcolato per le imprese una perdita di produttività pari a 2,5 miliardi di euro.
I numeri raccontano un fenomeno in forte crescita. Bright-mail, uno dei principali produttori anti-spam per le aziende, sostiene che a gennaio 2003 il 45 % della posta elettronica negli Usa era pubblicità non richiesta, l'anno precedente la stima era del 16%. Secondo un recente studio condotto negli States dalla Commissione federale per il commercio, alla fine del 2003 saranno ben 7,3 miliardi le spam inviate, addirittura 8,8 miliardi nel 2004. Gli esperti di Happy web affermano che entro il 2006 ogni utente rischia di essere raggiunto da oltre 14 mila e-mail spazzatura in un solo anno.
www.repubblica.it