Ciao,
sono titolare di un sito web che ho ideato e realizzato personalmente e che al momento gestisco in totale autonomia. Fino ad ora non ho mai ospitato banner pubblicitari sul mio sito ma negli ultimi mesi, in seguito ad una crescita notevole della popolarità del sito, ho ricevuto allettanti proposte da parte di potenziali inserzionisti e soprattutto da parte di una concessionaria di pubblicità che mi ha parlato di ricavi medi mensili intorno a 800 euro anche se non può assicurarmi nulla.

A questo punto sorgono una serie di problematiche di carattere fiscale, giuridico e previdenziale.


1) Innanzitutto, per ottenere la partita IVA ed emettere fattura, dovrò comunicare alla locale Agenzia delle Entrate l'inizio dell'attività, utilizzando il modello AA9/7 (Dichiarazione di inizio attività - Imprese individuali e lavoratori autonomi) e specificando, tra le altre cose, la mia attività prevalente con il relativo codice. Al riguardo sono indeciso se inserire il codice 72400 (attività delle banche dati - gestione portale web) o il 74402 (vendita o locazione di spazi pubblicitari). In effetti la mia attività quotidiana consiste nella gestione del portale sotto il profilo tecnico/editoriale anche se i miei ricavi derivano dalla locazione degli spazi pubblicitari sul sito stesso (tramite la concessionaria). Cosa mi consigliate?

Per la cronaca, sul piano fiscale, pensò che aderirò al regime sostitutivo per le nuove iniziative produttive (tassazione con imposta sostitutiva dell'IRPEF pari al 10% e semplificazioni varie), con l'assistenza del tutor dell'Agenzia delle Entrate.


2) In secondo luogo bisognerà stabilire se la mia attività sia, sul piano civilistico, una impresa commerciale (con conseguente obbligo di iscrizione alla Camera di Commercio, eventualmente tra i piccoli imprenditori o artigiani), o se più semplicemente, si tratti di una forma particolare di lavoro autonomo. Secondo il codice civile, infatti, non si può parlare di imprenditore se non c'è un minimo di organizzazione (leggasi dipendenti e/o sostanziali investimenti in capitale). Nel mio caso, come ho già detto, gestisco il sito senza alcun collaboratore, avvalendomi unicamente del mio cervello e di un PC connesso ad Internet. Pertanto mi sembra difficile parlare di organizzazione e quindi di impresa. Cosa ne pensate?


3) In terzo luogo bisogna considerare i contributi INPS e qui tutto dipende dalla soluzione al dilemma di cui al punto precedente. Se la mia attività, infatti, fosse configurabile come impresa dovrei pagare i contributi come commerciante o artigiano. Se, al contrario, si trattasse di lavoro autonomo, dovrei iscrivermi alla "gestione separata" come "professionista senza cassa". Considerando l'incertezza dei miei guadagni questa seconda soluzione sembrerebbe preferibile: i contributi INPS, infatti, sono sempre proporzionali al reddito ma per commercianti ed artigiani esiste un reddito minimale presunto di circa 12.000 euro, per cui ogni anno scatta l'obbligo di versare almeno 2.200 euro, anche se non si è fatturato nulla.


Credo che molti di voi abbiano affrontato problematiche simili e spero che possiate aiutarmi. Ovviamente ho già consultato un commercialista e ho chiesto informazioni alle varie istituzioni coinvolte, ma ho sempre ottenuto pareri superficiali e spesso contraddittori.

Grazie in anticipo.