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  1. #1

    Beneficio Emotivo ed Emozioni

    Salve a tutti

    Leggendo una guida al web marketing(scopro con gioia che molte cose le so già ma mi comprerò un libro per approfondire)mi soffermo su un articolo interessante :

    Il beneficio emotivo!(a me piace approfondire questi aspetti)

    Non è altro che qualcosa di bello che posso dire di me perchè utilizzo un qualcosa..

    Il beneficio emotivo applicato al marketing è importante...........

    Molti(e io per primo)diciamo non sono influenzato dalla pubblicità....ma sappiamo che non è cosi. Indirettamente siamo influenzati e molte volte rifiutiamo questo aspetto che ci porta a non usufruire del sevizio.........

    LE emozioni sono importanti

    Per esempio.......ero su di vendita domini(non dico il nome per pubblicità)e nella pagina compariva una figura femminile

    se il dominio era disponibile la scritta del dominio diventava verde(speranza)e la ragazza mi sorrideva

    IO incosciamente ero felice

    Dopo un paio di volte mi sono accorto e sono andato in tild abbandonando il sito perchè mi sembravo di essere influenzato.......


    Ora ricordo un post di ELFO e qui ti voglio chiedere

    hai detto sui prezzi che su prezzi grossi dici 498 e non 499(le persone si sentono come me vedento il prezzo)....non sarebbe meglio mettere 497 o addirittura 494 o 495?

    rendendo il prezzo più basso e cosi non ci si sente presi in giro..


    Vorrei una vostra riflessione sul mio post e da ELFO una risposta e una spiegazione sul beneficio emotivo ed emozioni(tu sei molto preparato lo so)

    Ciao Ciao

  2. #2
    se al beneficio emotivo legassimo i concetti di "percezione di valore" ne potrebbe uscire un 3d molto interessante.

    Purtroppo ora non ho tempo. Prometto di scrivere appena ho due minuti liberi.

    Bravo giorgio, ottimo intervento.

  3. #3
    Originariamente inviato da Shiftzero
    se al beneficio emotivo legassimo i concetti di "percezione di valore" ne potrebbe uscire un 3d molto interessante.

    Purtroppo ora non ho tempo. Prometto di scrivere appena ho due minuti liberi.

    Bravo giorgio, ottimo intervento.
    grazie.....ma come hai tempo scrivi che mi interessa molto

  4. #4
    Utente di HTML.it
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    Feb 2001
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    1,065
    Bel thread giorgio... aspetto con trepidazione gli articoli di shiftzero e degli altri

  5. #5
    il beneficio emotivo è (dev'essere, dovrebbe essere) un qualcosa che ti gratifica e, attraverso la gratificazione ti spinge a compiere un qualcosa.
    Certo c'è chi è ancora più ferrato di me e potrà correggere.
    Ma la cosa inizia quando internet non era che un progetto militare. Quindi inizia al di fuori di internet.
    Ricordate gli invii di quella posta spazzatura dove dovevi grattare qualche cosa, staccare adesivi, aprire buste "sigillate" per vedere se avevi vinto.
    Anche in quel caso si faceva leva sul fatto che "ho compiuto un'azione X -> che ha prodotto un risultato appagante -> Y, potrei continuare comprando il prodotto che sono riuscito ad avere ad un prezzo migliore".
    Non credo che chi inviava quelle cose volesse far leva sull'idea di fortuna. La fortuna, ancestralmente e antropologicamente parlando è un concetto recente.
    Aver fatto fuori un mammuth o un pesciolino, già per i primitivi era appagante (e vitale) come per noi fare centro con una pallina al luna park nel barattolo dei pesci. Solo che, a finire all'amo, siamo noi e il pesce. A guadagnarci il giorstraio.
    Se a questi concetti aggiungiamo uno stimolo di natura sesuale poi (che non sempre dev'essere rappresentato da una figura umana dell'altro sesso)... ecco che l'azienda fa bingo.
    Immaginate di uscire in piazza a sparar cavolate, ed una bella donna è li ad acclamarvi, e voi ne sparate una dietro l'altra. E lei sempre più in estasi. Poco vi importa che il giorno dopo sarà meglio non farvi vedere in giro.
    I fattori emotivi sono la prima fonte di persuasione, oggi ancora più sofisticata con l'affinarsi delle tecniche di persuasive technology, tarate sui comportamenti umani e, spesso, in grado di prevederli.
    Ma tutto si riconduce a cose ben più banali. Se qualcuno ride alle vostre barzellette continuate. Se uno vi incita all'acquisto facendovi i complimenti per il senso degli affari... continuate a spendere.
    Quanto al prezzo... per rispondere in concreto, 498 assolve egregiamente al suo compito, perchè complicare le cose con 497 (il 7 non sta simpatico) o altre cifre a ribasso? Giusto per rimetterci un po' di più? Chi pensa che 496 sia un affare (per quanto quel 6 richiama terribilmente un 9) penserà la stessa cosa di 498. Secondo te... cos'è più efficace, 498 o 490? lo è di più 498, perchè aggiungere 10 al (quindi una unità a base decimale) è più automatico che non aggiungere un 2.
    Aristotele, già a suo tempo, diceva di quanto la massa fosse ignorante. Totò di quanto più semplice fosse trovare qualcuno da truffare che non un datore di lavoro e così via.
    L'uomo è un animale, non può staccarsi dagli istinti. Soprattutto da quelli che non immagina. Ma per ogni cosa c'è una ragione. Anche sul perchè le patatine fritte sono più apprezzate della verza bollita.(non è un esempio casuale)
    Ragioni che hanno le radici a quando l'uomo viveva nelle caverne.
    Figurarsi tutto il resto.
    cmq lascio la parola agli esperti, non agli improvvisati (pur appassionati) come me.

  6. #6
    Utente di HTML.it L'avatar di agoago
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    Io consiglio sempre di fare 2 distinzioni. Vendo o pubblicizzo dei prodotti a basso costo (diciamo meno di 50 euro) o prodotti a prezzo superiore? Un sito puo' avere delle pagine che pubblicizzano libri ed altre che pubblicizzano computer, ogni pagina sara' trattata in maniera diversa. Il prodotto a basso costo "vive" dell'acquisto impulsivo, qualsiasi cosa legale che aiuti puo' essere usata, acquista ora o mai piu'... siamo i migliori... la bella gnocca che sorride... il gratta e vinci ecc ecc. Nell'altro caso qualsiasi mezzo usato per il caso precedente e' alla lunga deleterio. Li' ci sara' un'approfondita descrizione del prodotto, di chi lo vende, di chi lo produce, ecc ecc insomma tutte quelle informazioni che aiutino l'acquirente a decidere se e' bene comprare quel prodotto su quel sito o no. Se si fa l'errore di usare sistemi misti per i 2 casi le vendite scendono a picco.
    "Altre fonti attendibili dicono che è raro... raro che sia evidentemente osservabile..." -UtèñtE-

  7. #7
    Beneficio Emotivo ed Emozioni

    Bravo Giorgio, ottimo argomento.
    Il beneficio emotivo! - LE emozioni sono importanti
    se il dominio era disponibile la scritta del dominio diventava verde(speranza)e la ragazza mi sorrideva
    IO incosciamente ero felice
    Il colore verde e la ragazza che sorride può considerarsi universale e ad ampia fascia.

    Certo come dice Elfo, i fattori emotivi sono la prima fonte di persuasione.
    Il consumatore acquista un prodotto perchè è spinto da un bisogno, reale o indotto.
    Per canalizzare i bisogni reali o indurre detti bisogni possono essere manipolati i fattori emotivi. Per poter applicare i quali, devono essere identificati i settori d'intervento e quindi studiarne statisticamente la composizione sociologica, valutandone le percentuali di persone che possono essere recettive ai diversi messaggi e perchè.

    Secondo lo Standford Research Institute ( ma anche Eurisko riporta dati simili) l'80% della popolazione è "eterodiretta", non è cioè in grado di decidere da sè, subendo passivamente l'influenza dei mass media, delle pubblicità, delle mode ecc.
    E' quindi indotta alla scelta da fattori esterni.
    Essere in grado di comprendere detti fattori e di saperli manipolare significa conquistare quel mercato.

    Spero perdonerete l'esempio professionale sul settore Viaggi-Turismo .
    Il Viaggiatore è colui che pagando di persona in disagi e rischi accrese la sua apertura mentale confrontando i suoi limiti di conoscenza con altre culture ed abitudini e ricevendo da ciò maturazione, accrescimento culturale, apertura mentale ed esperienza.

    Essi, i Viaggiatori, fanno parte di "quel" 20% degli utenti "autodiretti" che sanno cioè riconoscere i propri bisogni e scelgono come appagarli autonomamente; tendenzialmente quindi sanno scegliere da sè i propri viaggi ed itinerari e non si lasciano convincere da facili ed ammiccanti offerte, dai sorrisi e dai colori verdi.

    Il restante 80% degli Utenti, oltre a non essere in grado di ben interpretare i propri bisogni e quindi di scegliere offerte diverse, non sopporta i disagi ed i rischi di nuove ed incontrollate situazioni, non sopporta di cambiare abitudini e mal sopporta anche l'idea di dover rivedere o mettere in discussioni verità e costumi, valori ed opinioni che ritiene comodamente certi ed assodati. E' quindi un NON Viaggiatore .

    "Quel" 80% di fronte al "viaggio" è traumatizzato dal cambiamento, dal nuovo, dall'inconsueto, dal diverso e dal non conosciuto.

    Ma è un'ampia fascia di Utenti. E quindi allettante.

    Gli Operatori hanno dunque creato con l'uso sapiente dei media il mito del viaggio e nella vacanza esotica uno status simbol che propio quel 80% è incapace di evitare; chi compie quell'azione (il viaggio esotico) ha cioè un riconoscimento dall'ambiente che lo circonda (amici, familia e lavoro); l'utente può in sintesi "vantare" l'esperienza acquisita.
    Ma ciò che teme, e che lo allontana dal viaggio esotico sono propio le incognite di quella "esperienza".

    Gli Operatori quindi, dopo avere creato il bisogno di un "Viaggio Esotico" con massicce campagne promozionali ormai planetarie, hanno raffinato la tecnica dell'offrire il NON VIAGGIO a NON Viaggiatori.
    Immagini capaci di suscitare emozioni e sogni ( il colore verde e la ragazza sorridente di Giorgio) avvicinano e rassicurano l'Utente NON Viaggiatore al quale però viene offerto immediatamente il NON Viaggio , un luogo sì esotico, ma completamente isolato dall'ambiente circostante (nel quale difficilmente l'Utente si azzarderà ad entrare), una sorta di prigione d'oro dove potrà mangiare gli stessi cibi, parlare la stessa lingua, continuare a coltivare le stesse abitudini di casa insomma, senza cambiamenti nè traumi, ma potendo poi vantare "l'esperienza esotica".
    Addirittura si è arrivati ad organizzare NON partenze ( onde evitare anche questo trauma) dove si danno all'Utente indicazioni chiarissime sul cosa mettere o non mettere in valigia, la quale valigia viene prelevata a casa dell'Utente che si ritroverà direttamente nella camera del Villaggio.
    E' evidente che a quel tipo d'Utente, ammaestrato sino a quel punto e rinchiuso nel Villaggio "tutto compreso" ma circondato da quell'esotismo sentito così diverso e quindi ostile (del quale però poi potrà vantarsi al ritorno), sarà poi molto facile vendere e propinare di tutto, dai gadged ai servizi più incredibili quanto "artificiali", di facciata ( e costosi).

    Ovviamente, al dilà dell'esempio viaggi, tutti noi ogni giorno, come Giorgio stamattina, dobbiamo fare i conti col colore verde di turno, con l'ennesima faccina ammiccante, che ci spiega che è propio di "quel" prodotto che abbiamo bisogno, se felici e realizzati vogliamo essere .

    Da che parte stiamo della barricata, in "quel" 80% o di là ?

    ... ho la tabella d'autoanalisi dello Standford Research Institute...interessa ?

  8. #8
    Originariamente inviato da Elena Cotti
    Beneficio Emotivo ed Emozioni
    Gli Operatori quindi, dopo avere creato il bisogno di un "Viaggio Esotico" con massicce campagne promozionali ormai planetarie, hanno raffinato la tecnica dell'offrire il NON VIAGGIO a NON Viaggiatori.
    Immagini capaci di suscitare emozioni e sogni ( il colore verde e la ragazza sorridente di Giorgio) avvicinano e rassicurano l'Utente NON Viaggiatore al quale però viene offerto immediatamente il NON Viaggio , un luogo sì esotico, ma completamente isolato dall'ambiente circostante (nel quale difficilmente l'Utente si azzarderà ad entrare), una sorta di prigione d'oro dove potrà mangiare gli stessi cibi, parlare la stessa lingua, continuare a coltivare le stesse abitudini di casa insomma, senza cambiamenti nè traumi, ma potendo poi vantare "l'esperienza esotica".
    Addirittura si è arrivati ad organizzare NON partenze ( onde evitare anche questo trauma) dove si danno all'Utente indicazioni chiarissime sul cosa mettere o non mettere in valigia, la quale valigia viene prelevata a casa dell'Utente che si ritroverà direttamente nella camera del Villaggio.
    E' evidente che a quel tipo d'Utente, ammaestrato sino a quel punto e rinchiuso nel Villaggio "tutto compreso" ma circondato da quell'esotismo sentito così diverso e quindi ostile (del quale però poi potrà vantarsi al ritorno), sarà poi molto facile vendere e propinare di tutto, dai gadged ai servizi più incredibili quanto "artificiali", di facciata ( e costosi).

    Ovviamente, al dilà dell'esempio viaggi, tutti noi ogni giorno, come Giorgio stamattina, dobbiamo fare i conti col colore verde di turno, con l'ennesima faccina ammiccante, che ci spiega che è propio di "quel" prodotto che abbiamo bisogno, se felici e realizzati vogliamo essere .

    Stampato tutto.

  9. #9
    Utente bannato
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    377
    Originariamente inviato da Elena Cotti
    ... ho la tabella d'autoanalisi dello Standford Research Institute...interessa ? [/B]
    Assolutamente sì.

  10. #10
    ...ah bè allora ve la site propio cercata

    Ecco quì un primo cenno, tratto dall'Istituto di Ricerca Standard Research Institute , ma più specificatamente secondo Philip Kotler ( grosso Guru del Marketing Turistico).
    Anche Eurisko traccia lineamenti molto simili.

    1.I Survivor (sopravvissuti) sono gli individui che lottano per sopravvivere e cercano di soddisfare i bisogni più immediati. La loro vita si caratterizza da un atteggiamento rassegnato; sono persone malate, anziane, depresse, che si muovono poco di casa; sono grandi consumatori di televisione, medicine, vendite dirette. Anche in loro tuttavia si può trovare un interesse per particolari prodotti turistici, come i pellegrinaggi e le escursioni durante le quali vengono venduti prodotti per la casa []. Quantitativamente sono considerati il 20% dei Consumatori.
    2. I Sustainer ( dipendenti), faticano nella loro vita quotidiana ma hanno un atteggiamento positivo, improntato alla speranza; sono il 35% circa dei Consumatori, sono persone che dividono il loro tempo fra lavoro e famiglia e trovano poco spazio da dedicare ad altri interessi. Sono i consumatori dei beni più diffusi ed alimentano il turismo di massa.
    3. I Competitivi sono circa il 10% dei Consumatori e si caratterizzano per la loro voglia di migliorare la loro posizione sociale anche facendo uso di Status Symbol, Sono grandi consumatori di beni ed anche di viaggi appariscenti (Maldive, Caraibi, Seychelles ecc.). Sono ottimi clienti per gli Operatori Turistici (ma anche per qualsiasi venditore di beni appariscenti e simbolo[auto di grossa cilindrata, orologi firmati ecc] perchè disposti a spendere molto per prodotti che sono in grado di stimolare la loro vanità.
    4. Gli Sperimentatori , circa il 5% dei Consumatori, sono persone curiose, che amano le novità e le cose fuori dal normale. Nel settore turistico sono consumatori di viaggi raffinati o avventura, di qualità e comunque non di massa.
    5. I Socialmente Impegnati , circa il 5%, sono una categoria che và riducendosi. Andavano a Cuba, India e Cina negli anni 70, ed ora, consumatori di prodotti naturali e viaggi impegnativi scelgono Africa, America del sud ed ancora Cina.
    6. Gli Integrati , il 2% sono persone di alto reddito che difficilmente acquistano i normali prodotti, anche turistici, per via di barche, aerei e ville proprie.
    7. Gli Spettatori , il 10% sono giovani che hanno abitudini semplici, reddito modesto e passano il tempo libero prevalentemente in gruppo (fast food, bar, disco). Facili prede del consumismo più esasperato, acquistano viaggi brevi. (trasferte in pullman per partite di calcio, weekend a Rimini ecc)
    8. Gli Studenti , il 13% sono i teenager, che sono diventati, tramite le scuole e le famiglie, anche grossi acquirenti di viaggi, (lingue, corsi, gite scuola).

    Ovviamente esiste la possibilità di sviluppare e scavare particolareggiando senza pietà, aldilà del turismo e generalizzando sul Marketing spicciolo, sempre ben applicabile al web-marketing.

    ...della serie, dimmi dove sei stato in vacanza ( o che prodotto hai comprato) e ti dirò chi sei, e quindi saprò meglio venderti (leggi convincerti a comprare) i miei prodotti.


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