Originariamente inviato da andropoff
E il Grande Tosatti sapeva tutto: "E' un grandissimo figlio di puttana, gliel'hai detto al tuo amico Pairetto?"
La replica del giornalista: "L'accenno a Pairetto riguarda il suo ruolo come membro della commissione arbitrale dell'Uefa, si preoccupava solo della sua carriera".
Due sono i giornalisti presenti nelle intercettazioni che hanno per protagonista Luciano Moggi. Se la conversazione con Aldo Biscardi rimane sul piano del folklore volgare e pecoreccio, tra orologi promessi e cazziatoni al moviolista Baldas, non spostando di una virgola il giudizio su conduttore e relativo programma, ben più pesante pare il contenuto della chiacchierata con il Santone Giorgio Tosatti.
Moggi: Giorgio...
Tosatti: "Per dire che uno che aveva due minuti di recupero con sei cambi".
M.: "Figlio di puttana".
T.: "E' un incidente che è durato un minuto e mezzo".
M.: "No, no è un figlio di puttana".
T.: "E' un grandissimo figlio di puttana, gliel'hai detto al tuo amico Pairetto?"
M.: "No, no, ora glielo dico io non ti preoccupare".
T.: "E perché questo pezzo di merda glielo devi dire".
M.: "E' un amico del cazzo non conta niente o è un amico del cazzo"
T.: "No, no, no e traffica per altre strade eh".
M.: "Apposta".
T.: "E...".
M.: "O non conta niente o è un amico del cazzo".
T.: "Traffica per altre strade se non l'hai ancora capito".
M.: "No, no, io Giorgio comincio a capirlo ora".
T.: "Lo so".
M.: "Ora siccome ha il telefono chiuso, domattina lo becco io non ti preoccupare".
T.: "Perché Moggi, questo ha fatto lo stronzo per tutta la partita".
Ecco la spiegazione di Tosatti: "Si tratta di una telefonata successiva al pessimo arbitraggio di Fandel in Juve-Djurgarden, confermato dai soli due minuti di recupero in una partita che ne esigeva almeno il doppio. L'accenno a Pairetto riguarda il suo ruolo come membro della commissione arbitrale dell'Uefa. Ruolo che avrebbe dovuto esercitare garantendo arbitraggi equi per i nostri club. A mio avviso Pairetto si preoccupava solo della sua posizione arbitrale e anziché battersi per eventuali ingiustizie accettava le decisioni dei vertici della commissione per avere una comoda e tranquilla carriera. D'altra parte anche a livello nazionale avevo perso fiducia nei due designatori tanto da sostenere, come molti altri colleghi, la necessità di sostituirli".
la spiegazione è bellissima.. per la serie "infilamo le unghie nello specchio che magari non scivoloooooooooooooooooooo..."