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Discussione: Scrivere un romanzo

  1. #11

    Re: Re: Scrivere un romanzo

    Originariamente inviato da NyXo
    Imparare a scrivere leggendo riviste comprate in edicola e' un po' come pensare che a guardare i film porno si impara a scopare bene.

    Il mio suggerimento?
    Non regalare soldi all'edicolante e leggi parecchi buoni romanzi, di autori di tutte le nazionalita'.

    Poi scrivi, rileggi, correggi, riscrivi, rileggi.
    Se qualcuno oltre a tua madre ti chiedera': "quand'e' che ne scrivi un altro?" allora potrai iniziare a pensare di essere sulla strada giusta
    mi associo a quanto quotato.

    per il discorso dell'impantanarsi nella narrazione potresti iniziare con storielle brevi ...
    lo stile, maturo o non maturo deve essere il TUO. secondo me.
    Mi sono impigliato nella Rete....
    www.deejaymax.com

  2. #12
    El rumbero
    Guest
    Creati una mappa della storia, poi ampliala man mano aggiungendo dettagli. quando la struttura è abbastanza densa inizia a scrivere non lesinando in descrizioni, dialoghi ecc..

  3. #13
    Nelle mie ricerche in Internet avevo trovato questo:
    The Hemingway Style

    Hemingway’s influence has been even more pronounced in the realm of prose style. In his first collection of stories and thereafter, he combined elements from Gertrude Stein, James Joyce, and journalism to create a radically modern approach to the writing of sentences and paragraphs distinguished by the following hallmarks:

    * An emphasis on nouns and verbs rather than adjectives and adverbs. This is closely related to Hemingway’s preference for the actual versus the abstract. “I was always embarrassed by the words sacred, glorious, and sacrifice and the expression in vain,” Frederic Henry tells us in A Farewell to Arms. “Abstract words such as glory, honor, courage or hallow were obscene beside the concrete names of villages, the numbers of roads, the names of rivers, the numbers of regiments and the dates.”

    * A limited word-palette. Hemingway was fluent in three romance languages: French, Spanish, and Italian. Each has a much smaller vocabulary than English, and yet each manages to be richly expressive. Hemingway may have been inspired by this phenomenon.

    * Frequent repetition of the same words and phrases—a technique learned from Gertrude Stein. (The best known sentences she ever wrote were “A rose is a rose is a rose” and “When you get there, there’s no there there.”)

    * Short sentences (“The next year there were many victories.”) or long sentences consisting of short phrases and clauses connected by conjunctions: “The mountain that was beyond the valley and the hillside where the chestnut forest grew was captured and there were victories beyond the plain on the plateau to the south and we crossed the river in August and lived in a house in Gorizia that had a fountain and many thick shady trees in a walled garden and a wistaria vine purple on the side of the house.” (A Farewell to Arms, Chapter II)

    * A lack of clarity in the relationship between one sentence and the next. Instead of writing “I drank much wine because it was good,” Hemingway writes “The wine was good. I drank much of it,” merely implying the relationship. He thus forces us to be active readers, connecting the dots and filling in the blanks.
    Solo Umberto Eco poteva partorire un simile prontuario:

    1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
    2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usa quando necessario.
    3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
    4. Esprimiti siccome ti nutri.
    5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
    6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
    7. Stai attento a non fare… indigestione di puntini di sospensione.
    8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
    9. Non generalizzare mai.
    10.Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
    11.Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu.”
    12.I paragoni sono come le frasi fatte.
    13.Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
    14.Solo gli stronzi usano parole volgari.
    15.Sii sempre più o meno specifico.
    16.La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.
    17.Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
    18.Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle scaglie di un serpente.
    19.Metti, le virgole, al posto giusto.
    20.Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due punti: anche se non è facile.
    21.Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai all’espressione dialettale: peso e! tacòn del buso.
    22.Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
    23.C’è davvero bisogno di domande retoriche?
    24.Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor numero di parole possibile, evitando frasi lunghe — o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento — affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
    25.Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
    26.Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
    27.Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
    28.Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
    29.Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire, Roosewelt, Niezsche, e simili.
    30.Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX secolo, l’autore del 5 maggio.
    31.All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire neppure quello che vi sto dicendo).
    32.Cura puntiliosamente l’ortograffia.
    33.Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
    34.Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando non serve.
    35.Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
    36.Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e dunque avresti sbagliato.
    37.Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
    38.Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competente cognitive del destinatario.
    39.Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di quello che.
    40. Una frase compiuta deve avere.
    E questo: http://classiclit.about.com/library/...rlst-wri-1.htm
    To be, or not to be: that is the question:
    Whether 'tis nobler in the mind to suffer
    The slings and arrows of outrageous fortune,
    Or to take arms against a sea of troubles,
    And by opposing end them? To die: to sleep;
    No more

  4. #14
    Il fatto che dica che il vocabolario italiano é più ridotto di quello inglese mi sembra poco credibile
    Il secondo é solamente una lista comica
    Il terzo non lo so

    Ma i consigli buoni li hai già ricevuti.
    Non cercare di scrivere seguendo qualche regola scritta da altri.
    La scrittura ti dovrebbe venire naturale, non autoimposta.

  5. #15
    Che tristezza, Baricco.
    Oramai è sprofondato cento piani sotto terra.

    A quando il libro Ikea, con un sacchettino pieno di frasi numerate e la colla per metterle insieme?
    La prima regola di Utonter è: non parlare di Utonter. La seconda regola: non si parla di Utonter - Ich habe eine schön bratwurst in mein leder hosen -... -.-. . -- --- / -.-. .... .. / .-.. . --. --. .

  6. #16
    credo che un "manuale" by edicola sia davvero poco indicato.
    [supersaibal]
    vendo questo spazio a 2 € per un intero anno + iva
    [/supersaibal]

  7. #17

    Re: Re: Re: Scrivere un romanzo

    Originariamente inviato da whitefox
    *scrib scrib*

    ... Confucio ...

    *scrib scrib*


    Fatto!
    sei un imbecille, lo sai vero?

    p.s. se per "lista comica" intendi quella di umberto eco, non sono affatto d'accordo con te

  8. #18

    Re: Re: Re: Re: Scrivere un romanzo

    Originariamente inviato da rebelia
    sei un imbecille, lo sai vero?

    p.s. se per "lista comica" intendi quella di umberto eco, non sono affatto d'accordo con te
    Sul primo punto di do ragione

    Sul secondo, tempo fa mi era parso di aver letto che quella lista fosse la traduzione da parte di Eco di un'altra lista stilata in inglese, il cui significato era lo stesso.
    Onestamente non mi ricordo se la lista inglese fosse seria o meno... mi sembrava più ironica che altro in ogni caso, sono delle regole utili

  9. #19

    Re: Re: Re: Re: Re: Scrivere un romanzo

    Originariamente inviato da whitefox
    mi sembrava più ironica che altro
    beh, si; pero' spesso i testi cadono proprio su sciocchezze simili oppure alcuni scrittori sperimentano la scrittura creativa pensando di fare chissa' quale scoperta e invece rendono solo piu' ardua la lettura: come avrai capito non sono granche' amante delle novita' in campo grammaticale

  10. #20

    Re: Re: Re: Re: Re: Scrivere un romanzo

    Originariamente inviato da rebelia
    sei un imbecille, lo sai vero?
    ...che saggezza...

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