Vi riporto due testi tratti da un articolo del Corriere sulla reazione dei parlamentari alla vicenda
Sono abbastanza d'accordo sulla sua ultima affermazione, che però stride parecchio con la precedente...All'inizio il più duro di tutti era stato Luca Volontè, il capogruppo dell'Udc alla Camera: «Chi si droga non può legiferare, chi è complice dello sfruttamento della prostituzione non può parlare di famiglia, figli, diritti umani. Un deputato al droga party con due prostitute? Si faccia avanti». Poi, quando Mele fa il passo decisivo, Volontè attenua i toni: «Spero che Mele ora passi molto tempo con la sua famiglia. Certo ognuno di noi ha una vita privata e può fare degli errori. Ma bisogna pure vedere quali sono questi errori soprattutto ora che Mele ha chiarito di non avere fatto uso di stupefacenti».
Tatto e comprensione zero...Quando succedono questi incidenti di percorso i colleghi del malcapitato vengono assaliti spesso da un buonismo di maniera. Per cui bene ha fatto l'onorevole Cosimo Mele ad autodenunciarsi, anche se non era obbligato, ma poi in molti, tra deputati e senatori, raccomandano di fare attenzione a non scadere nel populismo e nell'antipolitica. Fa eccezione il segretario dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto, che usa parole molti pesanti: «Voglio vedere come voterà sulla sacralità della famiglia uno che va per puttane e che si droga».
Articolo completo: http://www.corriere.it/Primo_Piano/C...ari_mele.shtml