Violenza sessuale/ Roma,legale Rus: no complotto in mia nomina
Citazione da 300mila euro per Rai, Travaglio e Mario Di Carlo
postato 16 giorni fa da APCOM
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Roma, 18 ott. (Apcom) - Non ci fu alcun complotto politico dietro la nomina dell'avvocato Francesco Saverio Pettinari come difensore di Joan Rus, il romeno che la sera del 16 aprile scorso aggredì e violentò una ragazza del Lesotho, poco fuori la stazione ferrovia di La Storta. Lo stesso legale lo spiega in un atto di citazione civile che è stato depositato nei giorni scorsi e che interessa chi invece - secondo il documento - nel periodo della campagna elettorale, per la corsa al Campidoglio, lo diffamò e ne lese l'onore. I soggetti che devono esser chiamati a spiegare sono: la Rai, Marco Travaglio e il consigliere regionale del Pd, Mario Di Carlo. La cifra che devono rifondare, secondo l'atto, per la diffamzione, è di 300mila euro.
La vicenda, secondo la ricostruzione offerta dal documento, ha inizio il giorno 23 aprile scorso. Quando il sito Dagospia pubblicò una mail di Di Carlo in cui si faceva riferimento a fatti veri, come l'attività professionale di Pettinari (l'aver assistito il giudice Vittorio Metta, nel processo per il lodo Mondadori) e dati falsi, come l'essere stato iscritto in gioventù al Movimento sociale italiano. Il dato che poi Rus sia difeso dal penalista è presto detto: il cugino di Pettinari, l'avvocato civilista Cesare Sansoni era stato scelto dal romeno dopo che si erano conosciuti occasionalmente. Ma lo stesso Sansoni chiede al parente di intervenire e di affiancare il figlio, Antonio.
Nell'atto di citazione, l'avvocato Pettinari, fa poi riferimento a quanto affermato da Marco Travaglio nel corso della trasmissione del 24 aprile. "Mi sarei prestato nell'incarico difensivo assunto a 'montare' il caso affidatomi alimentando l'allarme derivante per i delitti commessi da cittadini stranieri, al solo scopo di favorire il candidato del Pdl Giovanni Alemanno in danno di quello del Pd Francesco Rutelli nelle elezioni del sindaco di Roma". Questa "prospettazione" è rigettata con forza dal legale che aggiunge di non esser mai stato vicino al Msi o ad Alleanza nazionale. Dal punto di vista politico-ideologico, il legale ricorda di aver rivestito la carica di sindaco di Palombara Sabina, come indipendente, "sostenuto dall'allora partito Repubblicano e dal Pci, compagini all'epoca agli antipodi del Movimento sociale italiano, il cui unico rappresentante consiliare era all'oppozione".
Il sindaco Alemanno, "l'ultimo segretario romano del Msi in epoca anteriore allo scioglimento della stessa compagine politica", alcuni giornalisti, tra cui una cronista romena, l'attuale vicesindaco di Palombara, Massimo Massimi, sono alcuni dei tredici testimoni chiamati dall'avvocato Pettinari, che firma l'atto con Wilfredo Vitalone, Dario Andreoli e Maurilio Prioreschi. Tutti i testi sono chiamati a smentire, per la parte che gli compete, che l'avvocato Pettinari abbia mai fatto parte di alcun complotto.
L'avvocato Pettinari, o Cesare e Antonio Sansoni, non hanno mai insomma avuto interlocuzioni di qualsivogli argomento ed in particolare con riferimento alla difesa di Joan Rus, con l'onorevole Alemanno e con altri esponenti della coalizione politica che sosteneva lo stesso Alemanno.