sicuramente fuoriluogo, ma e` molto piu` di cattivo gusto quello che ha detto studio aperto
sicuramente fuoriluogo, ma e` molto piu` di cattivo gusto quello che ha detto studio aperto
è una lettera che dice delle cose umanissime in modo inumano...
"La vita umana è breve, ma io vorrei viverla sempre" (25/11/1970)
No.. Non è questione di tatto, è questione di tempismo, buongusto, rispetto ed buona educazione[supersaibal]Originariamente inviato da dokk
Le mie 6 parole non bastavano?[/supersaibal]
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Citerei la Bibbia:
"Per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo".
Direi che è un'indicazione quanto mai valida in un caso del genere.
Aggiungerei che c'è anche un modo, e la giornalista non ha azzeccato nè l'uno nè l'altro.
Se capire significa mettersi al posto di chi è diverso da noi, i ricchi e i dominatori del mondo hanno mai potuto capire milioni di emarginati?
Concordo con la sostanza, l'avrei scritto sul giornale, ma la moglie l'avrei lasciata, appunto, in pace.
mi sembra una lettera molto umana, che cristianamente esprime dolore per la perdita di una vita e dice con altrettanta educazione che non si può chiamare "missione di pace" una guerra.
a me la lettera non sembra cosi brusca e priva di tatto, semplicemente era troppo presto per comunicare in maniera cosi diretta, credo che abbia sbagliato soltanto i tempi
[supersaibal]Originariamente inviato da aedo
mi sembra una lettera molto umana, che cristianamente esprime dolore per la perdita di una vita e dice con altrettanta educazione che non si può chiamare "missione di pace" una guerra. [/supersaibal]
in effetti...
"Ma a te, cara Alessandra, sentivo il bisogno di parlare dal cuore, per esprimerti tutto il mio affetto, tutto il dolore che provo per la morte di un uomo che aveva davanti una vita intera, una vita di marito e padre"
l'unico dubbio che in parte condivido è quello di max.z
non ho letto la lettera e non mi interessa leggerla.[supersaibal]Originariamente inviato da l'evangelista
Al di là delle solite considerazioni sulla morte di Simone Cola in Iraq, di cui si è parlato nel 3D apposito, cosa ne pensate della lettera alla moglie apparsa ieri sulla prima di Liberazione?
http://www.liberazione.it/giornale/050126/pezzo1.asp
Lisa Clark ha espresso il suo dolore "per la morte di un giovane uomo", ma non è potuta rimanere in silenzio pensando a chi al funerale si è permesso di chiamare Simone "un costruttore di pace".
"Perché, cara Alessandra, per me è impossibile chiamare il compito che svolgeva il tuo Simone in Iraq "costruzione di pace".".
Cosa pensate di questo atteggiamento? Preferite le parole di circostanza del Papa o dell'ordinario militare al funerale, o la sincerità di Lisa? Oppure pensate che certe considerazioni, per quanto giuste, siano fuori luogo in certi momenti? [/supersaibal]
Quello che penso e' che ci sara' sempre chi va in queste missioni perche' ci crede e chi li chiamera' assassini.
Ma tutto questo non conta alla fine.
Contrordine: ho letto la lettera. Tutto quello che dice ha un senso, ma resta il dato di fatto che organizzazioni di pace, volontari e via discorrendo da soli non ce la faranno mai. Bello, nobile, certamente portatore di un certo sollievo immediato alle popolazioni ma di fatto inutile pe cambiare lo stato delle cose.
non ha scritto niente di offensivo, quindi aveva tutto il diritto di farlo.. tra l'altro scrivendo verità e ,non punti di vista, o strumentalizzazioni...
sul discorso del tempismo, é ovvio che fosse fuoriluogo nei confronti della moglie e aprenti, ma era una chiara risposta a tutte le altre speculazioni fatte di cui nessuno si é sentito disgustato.
tanto di cappello alla giornalista, che ha fatto una scelta coraggioso sapendo già la lapidazione che la aspettava..
Non andare, vai. non restare, stai. non parlare, parlami di te...
.oO Anticlericale Oo.