O giorni, o mesi che andate sempre via;
sempre simile a voi è questa vita mia;
diverso tutti gli anni ma tutti gli anni uguale,
la mano di tarocchi che non sai mai giocare.
Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce Aprile viene:
quali segreti scoprì in te il poeta che ti chiamò crudele?
Ma nei tuoi giorni è bello addormentarsi, dopo fatto l'amore,
come la terra dorme nella notte dopo un giorno di sole.
Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga primavera,
il nuovo amore getti via l'antico nell'ombra della sera.
Ben venga Maggio, ben venga la rosa, che è dei poeti il fiore:
mentre la canto con la mia chitarra brindo a Cenne e a Folgore.
Giugno, che sei maturità dell'anno, di te ringrazio Dio
in un tuo giorno, sotto al sole caldo ci sono nato io.
E con le messi che hai fra le tue mani ci porti il tuo tesoro:
con le tue spighe doni all'uomo il pane, alle femmine l'oro.