Oramai è impazzito totalmente.
Si dice che si aggiri per i corridoi di Montecitorio con lo sguardo spiritato, blaterando sconnessamente "è mio... tutto mio.. il mio tesssssssorooo" mentre accarezza gli ottoni del Transatlantico. Ferma, madido di sudore, qualsiasi parlamentare con un videofonino e lo costringe a farsi filmare. Quando incontra qualche parlamentare frocio o comunista o tutt'e due che ha un telefonino normale, impreca a mezza voce lamentandosi di complotti e appuntando nomi su un blocchetto tutto pasticciato che non lascia mai.
Si narra che lo abbiano trovato accucciato, dentro archivi polverosi, tenersi la testa tra le mani e dondolare avanti e indietro.
Dicono che oramai sia instabile soprattutto emotivamente. Passa da momenti di lampeggiante euforia, a baratri di depressione senza speranza nei quali salta in braccio a Calderoli e piange tra le sue tette dicendo "mamma! mamma! perdonami, non farò più quelle cose in bagno!" singhiozzando in modo angosciante.
E' paranoico, poi. Fa assaggiare, temendo avvelenamenti, qualsiasi bevanda o qualsiasi cibo agli assistenti parlamentari. Non vedendoli né morire, né stare male, chiede di assaggiare ancora, proprio per essere sicuro sicuro. E poi ancora. E ancora. Ora gli assistenti parlamentari pesano tutti duecentosessanta chili, e Nerone è incazzatissimo con loro perché dice che con questa scusa del veleno lo vogliono far morire di fame.
Dicono che abbia preso a nutrirsi con foglie di ficus e germogli di bacche che ha personalmente piantato e che annaffia orinando.
E' un triste Presidente, il nostro Nerone.