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  1. #21
    Tutto vero, questo si'.

    Pero' ripeto: tu hai aperto il 3d parlando dello studentello che vuole fare due soldi col suo sito, che 9/10 vuol dire fare un sito e mettere su un po' di pubblicita', il che non costa come pagare dei fornitori.

    Da qui probabilmente l'equivoco e la ratio delle mie risposte.

    Se mi parli invece del fatto che in sostanza la legge italiana ostacola chi ha buone idee ma pochi soldi da investire rispetto a chi non ha idee ma il culo parato dal papi, allora sfondi una porta aperta.

    Probabilmente la soluzione e' fare marchette per sei mesi e poi aprire un sito con tutti i crismi, oppure farle per tre mesi, giusto il tempo di racimolare i soldi per trasferirsi all'estero.
    Restare in Italia e' una follia purtroppo

  2. #22
    sugli studi di settore, Poseidone, non posso che darti ragione.

    pensa che quando aprii partita iva quel demente di commercialista che avevo mi assegnò un codice iva soggetto a studi di settore: ma non studi di settore da programmatore, ma da installatore di reti (annessa vendita hardware).. ti lascio immaginare che roba veniva fuori..

    adesso sto combattendo con dementi peggiori di lui, quelli dell'agenzia delle entrate del mio paese, per chiarire la cosa. sto rischiando seriamente di dover tirare fuori svariate migliaia di euro per un lavoro che non ho MAI fatto.

  3. #23
    ho letto tutto e questo 3d mi ha interessato parecchio...

    Sempre parlando di giovani che trovano un modo per mettere in tasca qualche soldo, non c'è un posto in cui trovare informazioni precise su partita iva, eccetera... ? (magari non la semplice legislazione ma qualcosa di spiegato meglio...)

    Effettivamente sono d'accordo, se io trovo il modo di mettere in tasca qualche soldo vorrei avere la possibilità di essere in regola... chiaramente qui parlo di cifre basse...
    E poi Martina lavava l'anitra miope!

    Pi greco

  4. #24
    Originariamente inviato da l'evangelista
    pensa che quando aprii partita iva quel demente di commercialista che avevo mi assegnò un codice iva soggetto a studi di settore: ma non studi di settore da programmatore, ma da installatore di reti (annessa vendita hardware).. ti lascio immaginare che roba veniva fuori..
    Il mio allora e' piu' figo: mi ha detto "che ne so io, sceglilo te il settore"

    La verita' e' che comunque in Italia manca la volonta' politica di fare chiarezza.
    Il vero problema dell'Italia, IMHO, non e' se le tasse siano alte o basse (uno almeno lo sa, e si fa i suoi conti), quanto il fatto che e' sempre tutto un po' aleatorio. Tu fai in coscienza quello che ritieni giusto, corretto e onesto, e poi speri che dio te la mandi buona.

    Perche' e' tutto confuso e perche' in fondo non esiste un organo preposto a risolvere i tuoi dubbi. All'agenzia delle entrate non ti danno risposte, ti dicono di chiederlo al commercialista, e cmq se trovi la persona disponibile che ti sta ad ascoltare un po', il suo e' comunque un parere non vincolante e basato sulla propria esperienza, non di piu'.

    Come dire: arrangiati!

    Ma i nostri politici devono litigare sui pacs, sugli ultras, sulle televisioni e scandalizzarsi per lo scandalo del momento (o mio dio, cosa fanno i nostri bambini a scuola? si picchiano???)

    La politica in Italia e' solo ideologia, zero praticita'.
    Saremo invasi e colonizzati, e ci sta pure bene!!!

  5. #25

    Rispondo...

    Si la discussione è veramente interessante e rigrazio tutti per i contributi assolutamente costruttivi.

    Cavoli ragazzi, le cose non possono continuare in questo modo, qualcuno deve far sentire la propria voce, o meglio ancora, un bel gruppo di persone direttamente interessate e coinvolte, deve urlare e rifiutare un simile trattamento politico-fiscale.

    Io avevo aperto la discussione facendo riferimento allo studentello, è vero, ma credo che ti webmaster o studenti interessati e che superino con il loro sitarello quella che è la soglia massima di reddito della fantomatica ritenuta d' acconto, siano in realtà moltissimi.

    Chissà quanta gente, anche con un solo sito, ha introiti di oltre 3000 o 5000 (non ricordo il tetto massimo della ritenuta e non vorrei fare affermazioni errate), e non possiede la PI e tutto quello che essa comporta.

    Avere una PI e introitare anche 1000 o 2000 euro di fatturato al mese, è roba da pazzi e al primo studio (da adesso con la nuova finanziaria da subito il primo anno), si chiude baracca.

    Non voglio discutere sul fatto che si debbano prima fare marchette, mettere via due soldi, e poi aprire un attività o un sito web, simpaticissima come soluzione e probabilmente a livello di salute anche mica male:-P

    Però che diavolo, sottolineo, i nostri nonni nel dopo guerra aprivano aziende, imprese, società, veramente partendo dal nulla, dal sotto scala, e noi figli "del benessere" siamo i più sfigati?!?!

    Ma dai è ridicolo, abbiamo tutto, la ns società ci offre tutto e di più fino al collasso, in tutti is ettori, ma non possiamo fare niente.

    Alla faccia del futuro!!!

    Cmq, senza perdermi in considerazioni e visioni del tutto personali, non voglio soffermarmi neppure sul fatto che sia giusto o non giusto essere le "vittime" di un sistema politico veramente ridicolo e come è stato detto anche qui, poco pratico, però qualcosa sono sicuro che deve cambiare.

    Resta il fatto che tanta gente ha un sito web, che siano studenti o webmaster o disoccupati e a TUTTI loro debba essere data la reale e concreta opportunità di provarci, almeno quello, altrimenti qui le cose vanno male sul serio, significa tagliare le gambe e togliere la parola alla gente, togliere la democrazia, il valore più alto!!!

    Che io sia uno studente, un disoccupato o un semplice webmaster, non importa, importa il fatto che a me, come a tutte le altre persone che hanno un minimo di interesse a costruire qualcosa per se, debbano essere fornite le OPPORTUNITA pari a chi ha il "papi" o la "mami" dietro a pagargli la PI (di questo si sta parlando).

    Detto questo, io sono pronto a difendere questo tipo di DIRITTI e se possibile, mi piacerebbe andare fino in fondo come ho sempre fatto per ogni cosa che mi coinvolgesse direttamente.

    Chi è d' accordo con me, potremmo mettere su un sitarello molto semplice dove sono chiaramente ESPOSTE tutte le caratteristiche e spese per avere una PI italiano confrontando la situazione nostrana a quella di altri paesi europei o extra eu. In questo modo si farebbe chiarazza sulle reali e concrete differenza (vergognose), tra il ns e ed altri paesi da questo punto di vista.

    Attenzione, forse si sta sottovalutando un' aspetto molto importante.

    Esiste la produttività, esistono operai, impiegati, dirigenti e quant' altro, perchè esiste l' imprenditoria, perchè ci sono azienda, società, industrie e fabbrche a creare occupazione, occupazione che produce succesivamente servizi, prodotti e benessere = imprenditori o datori di lavoro che RISCHIANO molto per tutto questo, per far quindi funzionare economicamente il ns paese.

    Paradossalmente però l' imprenditoria è castrata a priori.. a meno che non vi siano condizioni poco chiare, limpide, statli etc.. ove sia concretamente permesso di tutto (tralasciamo i servizi di Striscia la Notizia relativi agli sprechi statli.. "e noi paghiamo!").

    Io voglio arrivare in fondo, voglio arrivare a fare in modo che CHIUNQUE abbia VOCE in questi termini, che chiunque abbia idee, volontà, aspirazioni e capacitò, possa almeno PROVARE a dimostrare tutto questo.

    Non esiste che uno possa fare "imprenditoria" solo in determinate circostanza economiche a priori. Non ha alcun senso DEMOCRATICO.

    L' Inghilterra ha questo senso DEMOCRATICO e dobbiamo imparare da loro.

    Se oggi esiste l' evasione fiscale, è chiaro e lampante il perchè. Non è certo l' impiegato o il dipendente a evadere fiscalmente (tranne il canone Rai in certi casi), ma è proprio l' imprenditore, quello che fornisce loro occupazione e benessere. Di fronte a tutti questi sprechi, costi, tasse, oneri etc.. come diavolo farebbe un imprenditore a fornire lavoro e creare occupazione e benessere e PIL?

    Chiunque sa che esistono attività commerciali "più fortunate" di altre.. e per assurdo per un solo, stupido e paradossale motivo: la possibilità di evadere fiscalmente di più rispetto ad altre tipologie di attività.

    Chiunque apra un attività lo sa a PRIORI che senza fare "del nero" la società o impresa che sia, dovrà hiudere battenti nel giro di pochi mesi. Ma dai è vergognoso.

    Poi ci viene messo in testa che bisogna combattere l' evasione.

    Ditemi voi, un impresa lavora sodo, investe, rischia, assume, produce e poi si trova a fare i conto con lo "studio di settore".

    Lo Stato gli dice che la sua impresa AVREBBE dovuto produrre un tot, se non l' ha prodotto significa che ha "evaso il fisco". L' azienda deve riconoscere "il pizzo allo Stato" sul reddito NON prodotto. E qui sono dolori. L' azieda o tarocca o chiude baracca. (oppure paga lo studio con il nero nascosto nei materassi e noi muri).

    Ma è vergognoso e non sapete quanta gente conosco finita in questa trappola!!!

    Le cose devono cambiare, che si tratti di un sito che produce 100 euro all' anno, che si tratti di un' industria che ne produca 100 miliardi.

    PARI OPPORTUNITA A TUTTI!

    Poi, altra cosa che nel corso della mia vita e che sempre a livello di esperienza, mi ha lasciato a bocca aperta. Esistono enti ed associazioni tipo "Fare impresa oggi", "Euro Impresa", e tutte queste belle, serie e pulite realtà...........

    Apro la mia impresa, necessito di liquiditò, sono un giovane imprenditore e mi presento da loro, ho necessità di liquidi per iniziare la mia attività (non ho il "papi" dietro al c***)

    Sapete cosa mi viene prospettato?

    Mi vengono innanzitutto richieste garanzie (e per fortuna si parla di pari opportunità e di fondi europei per l' imprenditoria giovanile.. si ma per i figli di Agnelli), poi mi viene detto che se io per ipotesi necessito di 100 mila euro di importo, 70 mila devo tirarli fuori io, 30 mila me li "prestano" loro SOLO dopo aver sviluppato il progetto, avviata l' attività (tutto a mie spese), e i 30 mila prestati dovranno essere rimborsati a rate SOLO ad approvazione di spese sostenute ritenute quindi "mmissibili".

    Ragazzi!!!

    Preferisco chiedere un prestito a uno strozzino, forse è più conveniente davvero!!!
    (Prendete questa affermazione con le docute cautele-pinze.. era una batrtuta)

    Riassumendo il tutto, io ho un sito web, da questo sito ci tiro fuori per ipotesi 10 mila euro all' anno di fatturato. Se apro una PI con queste cifre, mi becco SUBITO uno studio di 40 mila euro, il che significa (SOLO PER LO STUDIO E FUORI OGNI ALTRA COSA E SPESA E TASSE), 30 mila euro da pagare cash allo Stato (+ IVA di 30 mila Euro), per i redditi non prodotti.

    In sostanza, non solo lavoro gratis, non solo non guadagno neppure 1 cent di Euro, ma devo anche pagare per lavorare, in questo caso 30 mila Euro + IVA + tutto quello che ne consegue dall' avere una PI. Lo stipendio.. non lo contemplo nemmeno...è chiaramente una CHIMERA, una cosa che non serve no?

    Onestamente, vi sembra una cosa degna di un paese moderno, all' avanguardia, democratico ed onesto?

    Ditemi, anche con 10 mila euro di fatturato prodotto da un sito, come uno fa ad aprire una PI. Era qui che volevo arrivare.

    Se non ci sono davvero altre soluzioni, come sembrano effettivamente non esserci, è giunta l' oora di cambiare le carte in tavola.

    Io ripeto, sono disponibile e posso dare il mio tempo per la raccolta firme e seguire la creazione e la messa in opera di un sitarello, anche di una pagina, dove vengano spiegate per bene tutte queste cose.

    Chi è d' accordo con me e chi crede che le cose debbano cambiare, vale la pena di provarci, di fare sentire la voce di chi anela ad essere libero in un sistema REALMENTE E CONCRETAMENTE democratico!!!

  6. #26
    Poseidone, un consiglio: un discorso viene ascoltato in maniera inversamente proporzionale alla sua lunghezza.

  7. #27

    ...

    Interventi utili e costruttivi per tutti grazie.

  8. #28

    Re: ...

    Originariamente inviato da Poseidone
    Interventi utili e costruttivi per tutti grazie.
    un riassunto. grazie.

  9. #29

    Riassumo...

    Un riassunto molto veloce di quello che è stato detto fino adesso.

    Fondamentalmente ci si chiedeva come una persona, libero cittadino, studente, webmaster o disoccupato, potesse mettersi in regola a livello fiscale, con il proprio sito web.

    L' apertura della PI sembra essere l' unica via percorribile nel momento in cui uno inizia a percepire delle entrate economiche da tale sito web.

    Si è parlato anche di ritenuta d' acconto ma questa è limitata all' importo relativo agli introiti derivanti dal proprio sito web (non mi è ancora chiaro però quale sia il limite di questo "rapporto occasionale", se di 3000 o 5000 Euro annue ed in quali modalità).

    In sostanza se qualcuno ha un sito web, un unico sito web che gli produce introiti derivanti da SOLI programmi di affiliazione, che siano di 100 0 1500 euro al mese, ci si chiedeva con queste cifre come fosse possibile mettersi "in regola", dunque avere una PI.

    Abbiamo tutti ormai compreso che avere una PI costa e costa anche parecchio. Non costa nulla l' apertura se non poche centinaia di euro tra moduli, documenti, bolli etc... (e grazie tante), ma poi arrivano costi esorbitanti, gestione, amministrazione, fisco, e studio di settore per i quali è impensabile, anche con 1500 euro al mese di introito a livello di fatturato, mantenere una PI.

    Lo Stato dice che entro un tot di fatturato (per ritenuta), che esso sia di 3000 o 5000 Euro all' anno (non ricordo bene), tu puoi anche non avere una PI e fin qui ci siamo.

    Ipotizzando che la soglia (quella massima) sia di 5000 Euro, diviso 12 mesi, fa 400 Euro al mese. Sicuramente ci sono tanti webmaster che hanno un sito che produce queste cifre... ma se invece di 5000 Euro, uno ha introiti per 6000 Euro? Che deve fare, aprire una PI che costa minimo minimo per "ricavo minimo puntuale dello studio" per questo genere di attività "altri servizi legati all' informatica", 40 mila Euro all' anno?

    E' qui che non si capisce come diavolo sia possibile una soluzione del genere.

    Non è questione di non essere in regola, è questione che se hai introiti di 400 Euro al mese da un sito (quindi entro la soglia della RA), allora ok, non devi avere la PI. Se queste 400 Euro diventano 450 o 500 (per assurdo anche 401 Euro), devi avere la PI che ti costa, solo di studio, 40.000 Euro all' anno.

    E' assurdo.

    Qui dobbiamo fare chiarezza e io mi sono offerto a creare un sito per raccogliere firme al fine di poterle presentare al Governo...

    Se uno studente ha un sito che gli frutta 500 Euro al mese (che per uno studente possono anche essere forse tanti), spiegatemi come fa ad avere una PI che gli costa 40.000 Euro solo di studio di settore!??!

    Sarebbe corretto proporre al Governo, per chi ha un sito, che esso sia un webmaster, stupente, libero cittadino o disoccupato, un regime di tassazione ADEGUATO affinchè tutti possano mettersi in regola fiscalmente con il proprio sito e che non siano costretti a vivere in "clandestinità".

    Di fatto è come se fosse "illegale" guadagnare 1500 Euro al mese da un sito, perchè con queste cifre, uno non puà avere, aprire, gestire ed amministrare e mantenere una PI. Fino a 400 Euro puo farlo con la RA.

    Chi guadagna dal proprio sito fra le 401 Euro e i 7.000/8.000 Euro (personalmente mi risultano queste cifre), non può di fatto mantenere una PI perchè le spese e le tasse sono tali da essere superiori agli introiti reali.

    Di fatto chi ha un introiti tra le 401 Euro e i 7.000/8.000 Euro (tetto che permette con un sito di mantenere una PI.. ma forse anche di più), è e deve rimanere clandestino, perchè non può "permettersi" una PI.

    Io non sono libero di guadagnare 1500 Euro al mese dal mio sito? Evidentemente no, perchè lo Stato mi dice che con queste cifre io debba avere necessariamente una PI che mi costa il triplo, sono di manutenzione, tasse, gestione, contabilità ed amministrazione e studio rispetto a quello che sono i miei reali introiti.

    Se però si raggiungono le (forse), le 5.000, 6.000, 7.000, 8.000 o più Euro al mese di fatturato, allora (forse), si riesce a mentenere una PI e "probabilmente" (dico probabilmente), a mettersi in tesca 900/1000 Euro puliti al mese.

    Ecco perchè proponevo una raccolta firme al fine di poter presentare al Governo una qualche domanda che permettesse di ricevere un trattamento fiscale "adeguato" a tutti i possessori di siti web che abbiano "introiti limitati".

    Facciamo un esempio.

    Il webmaster incassa dal suo sito 1500 Euro al mese?
    Perchè cavolo deve pagarne 3000 al mese in tasse (e studio di settore)? Non sta in piedi.

    Il webmaster incassa 1500 Euro al mese dal suo sito (dove ci paga anche l' host tra l' altro e giustamente e che costa), e ci deve "ragionevolmente" pagare le tasse in funzione di quello che realmente percepisce. E' logica questa!

    Uno che guadagna 10 non puo pagare tasse come uno che ne guadagna 100.000.

    (Faccio sempre riferimento alle LTD inglesi)

    Il webmaster deve sentirsi giustamente in DOVERE di pagare le tasse, non dico che ne debba essere invogliato, ma ditemi voi, dichiarando per ipotesi 1500 Euro al mese da un sito come fa questo povero webmaster a mettersi in tasca anche 1 Euro con una PI???

    Se uno guadagna 1500 Euro per ipotesi pagherà il 10% di queste 1500 in tasse, non ha senso uno studio di settore e un regime di tassazione cosi esasperato per un cavolo di sito web.. mi sembra decisamente esagerato e fuori ogni logica umana.

    Se uno guadagna 3000, allora magari potrebbero diventare il 12% le tasse e cosi via...

    Se uno ha un sito, non può pagare tasse e studio di settore come se avesse una catena di negozi che diavolo!!!

    Facciamo questa raccolta firme?

  10. #30

    Re: Rispondo...

    Originariamente inviato da Poseidone

    Non esiste che uno possa fare "imprenditoria" solo in determinate circostanza economiche a priori. Non ha alcun senso DEMOCRATICO.

    L' Inghilterra ha questo senso DEMOCRATICO e dobbiamo imparare da loro.
    ...

    Ditemi voi, un impresa lavora sodo, investe, rischia, assume, produce e poi si trova a fare i conto con lo "studio di settore".

    Lo Stato gli dice che la sua impresa AVREBBE dovuto produrre un tot, se non l' ha prodotto significa che ha "evaso il fisco". L' azienda deve riconoscere "il pizzo allo Stato" sul reddito NON prodotto. E qui sono dolori. L' azieda o tarocca o chiude baracca. (oppure paga lo studio con il nero nascosto nei materassi e noi muri).
    ...
    Non c'entra il senso DEMOCRATICO. L'Inghilterra è un paese che (sopratutto negli ultimi venti anni) ha avuto forti riforme in senso liberale. Ed è per questo che i diritti individuali sono più garantiti che da noi.
    L'Italia invece ha avuto negli ultimi 30 anni una politica totalmente presa tra assistenzialismo cattolico e socialismo. E gli studi di settore sono solo alcuni degli ultimi suoi prodotti.

    Spiacente ma un sito non credo sia il mezzo giusto.

    Detto questo esco dal thread prima che finisca tutto nel solito flame.
    Qualunque imbecille può inventare e imporre tasse. (Maffeo Pantaleoni)

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