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  1. #21
    Moderatore di CMS L'avatar di kalosjo
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    Se la Canalis me la dà..... lo faccio l'abbonamento a Tim.....
    Scusate i puntini di sospensione...... La verità è che non ho argomenti....

  2. #22
    Originariamente inviato da kalosjo
    Se la Canalis me la dà..... lo faccio l'abbonamento a Tim.....
    e se te la dà la rosy??

  3. #23
    Moderatore di CMS L'avatar di kalosjo
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    Originariamente inviato da shAke82
    e se te la dà la rosy??
    La rimando al centro assistenza...
    Scusate i puntini di sospensione...... La verità è che non ho argomenti....

  4. #24
    Utente di HTML.it L'avatar di @rgo1
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    Originariamente inviato da kalosjo
    La rimando al centro assistenza...


    ok questa era bella...
    "Chi se ne frega, disse il mago alla strega, ora vado nel bosco e mi faccio una s...passeggiata."
    ------------------------
    Antipatichi!

  5. #25
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Re: Il Financial Times e la scoperta dell'acqua calda?!

    Originariamente inviato da Federiconet
    LONDRA - Fin dal titolo, è un'accusa senza mezzi termini: "La terra che ha dimenticato il femminismo", sovraimpresso sul noto cartellone pubblicitario di Telecom Italia in cui Elisabetta Canalis, seduta a gambe incrociate con un telefonino in mano, piega il busto in avanti, in una posizione non proprio comodissima, rivelando una generosa scollatura. E' la copertina dell'inserto patinato del Financial Times di ieri, che in un articolo di quattro pagine denuncia severamente il trattamento riservato alle donne nel nostro paese: l'uso di vallette seminude in ogni genere di programma televisivo, gli spot pubblicitari dominati da allusioni sessuali, il prevalere della donna come oggetto, destinata a stuzzicare "i genitali dell'uomo, anziché il cervello". Non solo: secondo l'autore del servizio, Adrian Michaels, corrispondente da Milano dell'autorevole quotidiano finanziario, potrebbe esserci un legame fra l'onnipresenza di maggiorate in abiti discinti sui nostri mezzi di comunicazione e la scarsità di donne ai vertici della politica, del business, delle professioni in Italia.

    Arrivato a Milano tre anni fa da New York insieme alla moglie, Michaels ammette di essere rimasto stupefatto dal modo in cui televisione e pubblicità dipingono le donne; e ancora più sorpreso dal fatto che apparentemente nessuno protesta o ci trova qualcosa di male. Come esempi del fenomeno, oltre al cartellone della Canalis per la Telecom, cita le vallette del gioco a quiz di Rai Uno L'eredità, la pubblicità dei videofonini della 3, le vallette di Striscia la notizia, l'abbigliamento della presentatrice sportiva Ilaria D'Amico di Sky Italia.

    L'articolo considera quindi una serie di dati da cui risulta che le donne italiane sono fra le più sottorappresentate d'Europa nelle stanze dei bottoni: il numero delle parlamentari, 11 per cento, è lo stesso di trent'anni fa; nelle maggiori aziende italiane le donne rappresentano solo il 2 per cento dei consigli d'amministrazione (rispetto al 23 per cento nei paesi scandinavi e al 15 negli Stati Uniti); e un sondaggio internazionale rivela che la presenza di donne in politica, nella pubbica amministrazione e ai vertici del business è più bassa che in Italia soltanto a Cipro, in Egitto e in Corea del Sud. "La mia sensazione è che il femminismo, dopo importanti battaglie per il divorzio e l'aborto, da noi non esista più", gli dice il ministro Emma Bonino, interpellata sul tema.

    Altri fattori aumentano le difficoltà delle donne ad avere una diversa posizione sociale, osserva il quotidiano londinese: il lavoro part-time è raro in Italia (15 per cento della forza lavoro rispetto al 21 in Germania e al 36 in Olanda), cosicché le donne che cercano di giostrarsi tra famiglia e carriera sono spesso costrette a scegliere l'una o l'altra. L'articolo ricorda un discorso del governatore della Banca d'Italia Draghi secondo cui il nostro è uno dei paesi europei in cui meno donne tornano all'occupazione dopo la maternità.

    Un altro motivo è che gli orari dei negozi ("impossibile fare la spesa il lunedì mattina, il giovedì pomeriggio, la sera e la domenica") complicano la vita della donna che lavora, su cui continua comunque a pesare la responsabilità di casa. La lettera di Veronica Berlusconi pubblicata da Repubblica, in cui chiedeva le pubbliche scuse di Silvio per il suo comportamento con le donne, potrebbe segnalare l'inizio di un cambiamento, ipotizza Michaels. Ma uno dei pubblicitari da lui intervistati avverte: "L'Italia è indietro nel modo in cui sono trattate le donne rispetto ad altri paesi, ma abbiamo un metro per giudicare cos'è accettabile diverso dal vostro. Gli uomini e le donne italiani non saranno mai come gli uomini e le donne britannici".

    (15 luglio 2007)

    http://www.repubblica.it/2007/07/sez...se-veline.html

    Ma va, davvero?!

    il fatto che debba venire a dircelo il Financial Times è quello che dovrebbe far arrossire di piú.
    I colpevoli sono molti: i media, le istituzioni, le compagnie private e i singoli cittadini.
    Chi piú chi meno.
    Personalmente colpevolizzo in primis alle compagnie private (tipo D&G che fanno campagne pubblicitarie poi censurate in altri paesi e si sorprendono pure) e in secondo posto ai media.
    In particolare i mezzi di comunicazione che si oppongono a quasi tutte le soluzioni che altri paesi considerano come passi avanti nei confronti dell'emancipazione della donna nella società italiana.
    Sono state stigmatizzate le quote rosa sia nel politico che nel privato, sono state bollate come sciocchezze i cambi di linguaggio che includano il femminile nei titoli di lavoro, non si è mai messo in discussione il modello di famiglia patriarcale e il ruolo che le donne svolgono nello stesso, mai è stato dato spazio alle vittorie femministe anzi, sono state marchiate proprio come "femministe", un aggettivo al quale si è riusciti perfino a dare un'accezzione negativa.
    I media non possono cambiare la società, ma sicuramente potrebbero contribuire molto di piú di quello che fanno attualmente.

  6. #26

    Re: Re: Il Financial Times e la scoperta dell'acqua calda?!

    sarebbe tutto molto più pratico se il genere ukmano si rassegnasse al fatto che l'esemplare femminile è inferiore.

    Si è mai visto un maschio delle api scioperare, o pretendere il suffragio universale?

    No, ha semplicemente accettato la sua inferiorità, e la subisce quotidianamente.

    Impariamo dal regno animale.
    Non andare, vai. non restare, stai. non parlare, parlami di te...
    .oO Anticlericale Oo.

  7. #27
    le donne non hanno nessuna colpa? quando uno subisce è spesso perchè permette che ciò avvenga.
    se sono tutte scalpitanti per fare il calendario e quantomeno somigliare a quelle della tv che l'esercito dei cloni a confronto è una pippa..
    siamo passati dal bruciare i reggiseni al supermegawonderbra

    secondo me il primo nemico della donna è la donna stessa.

  8. #28
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Originariamente inviato da fulgeenia
    le donne non hanno nessuna colpa? quando uno subisce è spesso perchè permette che ciò avvenga.
    se sono tutte scalpitanti per fare il calendario e quantomeno somigliare a quelle della tv che l'esercito dei cloni a confronto è una pippa..
    siamo passati dal bruciare i reggiseni al supermegawonderbra

    secondo me il primo nemico della donna è la donna stessa.
    cioé, cornuta e mazziata.
    con premesse come queste non mi sembra strano che il maschilismo in Italia campi bello e sano.

  9. #29
    Originariamente inviato da lookha
    cioé, cornuta e mazziata.
    con premesse come queste non mi sembra strano che il maschilismo in Italia campi bello e sano.
    dici che ho torto su tutta la linea?

  10. #30
    più che i media bisognerebbe riformare il mercato del lavoro
    piattola.com/thule

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