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  1. #21
    Ciao,
    poco più di un anno fa, per alcuni mesi, ho dato alcuni incarichi di lavoro ad una persona che aveva già un lavoro dipendente e la mia commercialista (io ho partita iva) mi ha suggerito di fare una “collaborazione occasionale” che è quella che comunemente viene chiamata “ritenuta d’acconto” (questo termine è sbagliato ma te ne parlo dopo).

    Ti confermo, come già detto da Inessuno, che il limite di 5000 euro si riferisce ai redditi prodotti dalla collaborazione stessa e non tiene conto di altri redditi (lavoro dipendente, terreni, fabbricati e altri).

    Chi effettua la prestazione non deve rilasciare né una fattura né una semplice ricevuta ma una “Nota a debito”, su cui va applicata una marca da bollo da 1,81 € (chiaramente la data della marca dev’essere minore o uguale della data della nota), fatta così:

    COGNOME E NOME DELLA PERSONA CHE FA LA COLLABORAZIONE
    INDIRIZZO, CAP CITTA' (PROVINCIA), CODICE FISCALE


    Spett.le
    DATI DEL COMMITTENTE
    (CON PARTITA IVA SE C’E’)



    NOTA A DEBITO N. _______ DEL ______________
    Per prestazione occasionale relativa a
    ____________________________



    € IMPORTO
    - R.A. 20%€ (20% SU IMPORTO)
    ________________________
    TOTALE€ IMPORTO - R.A.
    La ritenuta d’acconto non è una prerogativa dei lavori occasionali ma un obbligo che lo stato pone in carico ad alcuni soggetti, indipendentemente dal fatto che abbiano o meno partita iva. Io, per esempio, indico la RA in fattura e lo stesso fanno avvocati, medici, architetti ecc… Qualcuno però credo che possa aderire a regimi fiscali particolari e non indicarla perché su alcune fatture non l’ho vista.

    La RA serve solo a suddividere l’obbligo di pagare le tasse fra due soggetti in modo che sia più difficile evadere. Praticamente se tu lavori per 1000 euro, il tuo cliente te ne darà 800 e ne riterrà 200 che verserà allo Stato come acconto dell’irpef che tu dovrai pagare (ecco perché si chiama Ritenuta d’Acconto). Praticamente paga lui una parte delle tue tasse così è più difficile che tu evada perché lo Stato può incrociare ciò che è stato pagato come RA e ciò che è stato dichiarato.

    Il tuo cliente ha l’obbligo di pagare la RA entro un certo tempo piuttosto breve (il giorno 16 del mese successivo all’emissione della nota se ricordo bene) e deve inviarti (a febbraio di ogni anno mi sembra) un riepilogo delle RA pagate per te.

    Fra parentesi vorrei far notare che, anche se quasi nessuno lo sa, quest’obbligo vale anche per tutti noi clienti di medici, avvocati, architetti ecc…, per ogni fattura emessa dal professionista: se in fattura è indicata una ritenuta d’acconto dobbiamo correre in banca a fare un F24 e a fine anno dobbiamo inviare al professionista e all’agenzia delle entrate un riepilogo di questi versamenti altrimenti siamo evasori anche noi.

    Tornando alla tua situazione, la cifra che devi aspettarti di pagare non è assolutamente del 50% (quella è la pressione fiscale complessiva che tiene conto anche dell’irap e, soprattutto, dei contributi previdenziali) ma è molto più bassa. Sostanzialmente dipende da quanto guadagni da dipendente e quindi dallo scaglione in cui ricadrà il tuo reddito complessivo.

    Tanto per farti un esempio, quella persona a cui davo lavoro aveva già un reddito da dipendente pubblico medio e andava regolarmente in credito di imposta a causa delle note a debito che emetteva.

    Questo vuol dire che la percentuale di tasse che doveva pagare era inferiore al 20% che io anticipavo per lei, quindi, a meno che tu non abbia già un reddito molto elevato, aspettati di andare anche tu in credito d’imposta.

    Il credito d’imposta lo potrai compensare nella successiva dichiarazione dei redditi con qualsiasi imposta tu debba pagare allo Stato (non quindi con l’IMU, il canone Rai, la Tarsu ecc… che non sono imposte statali).

    Non so come funziona la compensazione del credito di imposta se hai solo il reddito da lavoro dipendente e quindi non hai nessuna imposta con cui compensare, probabilmente dovrai comunicarlo alla tua ditta che lo metterà in compensazione con le ritenute alla fonte che effettua e ti darà quindi uno stipendio più alto.

    Non so dirti invece se devi pagare dei contributi previdenziali su questi redditi (nel tuo primo post affermi di no, lo sai per certo?) e non so neanche se le note a debito vadano registrate come si fa per le fatture, su questo non so aiutarti.

    Qui ci sono due documenti interessanti, il primo è un riepilogo annuale che l’Agenzia delle Entrate fa delle principali norme fiscali ad uso dei contribuenti “non tecnici”, il secondo invece è specifico sull’irpef e mi sembra che l’esempio riportato alla fine ricalchi molto da vicino il tuo caso.

    http://www.agenziaentrate.gov.it/wps...1ce3a44df8b97f

    http://www.agenziaentrate.gov.it/wps...289bc065cef0e8

    Mi scuso per lo sproloquione ma visto che questo forum viene letto da tante persone ho pensato che fosse l’occasione per semplificare la vita ai tanti che le tasse vogliono pagarle ma a volte rinunciano semplicemente perché non sanno proprio come fare.
    La democrazia rappresentativa ha fatto il suo tempo, è ora di passare alla democrazia diretta.
    www.beppegrillo.it

  2. #22
    Originariamente inviato da lnessuno
    Esperienza indiretta.
    La mia esperienza diretta (detto in soldoni, Noncelafaccio+ ha scritto bene più in dettaglio):
    lavoro come dipendente a TI e faccio ogni anno qualche migliaio di euro in ritenuta d'acconto per altri clienti. (E' questo "migliaio di euro" che non deve superare le 5mila euro).
    Alla fine del lavoro tu consegni una nota al tuo cliente con il tuo compenso al quale devi sottrarre il 20%.
    Il cliente quindi ti paga per l'80% (l'altro 20% se lo tiene lui e paga una parte di tasse per te), a Febbraio ti arriverà per posta un foglio del suo commercialista che ti certifica che ha correttamente versato quel 20% nelle casse dello stato per conto tuo. Se non ti arriva vuol dire che non le ha pagate e anche tu puoi passare dei guai.

    Poco dopo, dovrai portare al tuo commercialista di fiducia il tuo CUD, che ti fornisce l'azienda per il quale lavori, e i fogli delle varie ritenute d'acconto (e se le hai, anche un po' di fatture del dentista, dottori, visite medicinali ecc.). Il tuo commercialista ti darà un foglio compilato chiamato F24 col quale pagherai le restanti tasse che devi pagare (puoi farlo online o in banca).
    Se sei sfortunato rischi di pagare un fracco di tasse perché se col redditto aggiunto delle ritenute passi a una fascia di reddito più alta, ti tocca pagare di più. In pratica diventi ricco, e in quanto ricco devi pagare per ritornare povero

    In questo caso, puoi anche chiedere una rateizzazione: ogni mese ti viene scalato l'importo della rata direttamente dalla busta paga.

    Come se non bastasse, nelle tasse che paghi oggi è presente anche una percentuale (se non sbaglio il 50%) come anticipo delle tasse che dovresti pagare l'anno successivo presupponendo lo stesso reddito appena dichiarato. Se il redditto alla fine è più basso, ottieni un rimborso direttamente in busta paga l'anno successivo.



    In conclusione: Puoi fare tutte le ritenute che vuoi per un massimo di 5mila euro per pagare poco... poi la cosa si complica (ma è sempre possibile).
    Per tutto il resto, devi soltanto trovarti un commercialista e pensa lui a farti i calcoli e darti i moduli. Ci sono anche i CAF (centri di assistenza fiscale) che sono gratuiti, basta cercare la sede nella propria città

  3. #23
    Confermo: ritenuta d'acconto non c'entra nulla con il lavoro dipendente e quindi i due introiti non si sommano.

    Potresti anche chiedere info sulla partita iva per contribuenti minimi (ce l'ha mia moglie che è anche dipendente a tempo indeterminato).


    Ciao!
    Originariamente inviato da kalamaro
    una volta avevate linkato la pagina di un software per eliminare i ciao! di debug dai post, ho provato nel mio negozio di fiducia a scaffale non lo hanno, vi ricordate il nome?

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