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  1. #21
    Utente di HTML.it L'avatar di wsim
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    [supersaibal]Originariamente inviato da taddeus
    Editoriali, esempi di bella scrittura ma spesso influenzati passionalmente dall'evento, io attendo qualcosa da parte di Caracciolo&C. [/supersaibal]
    sottoscrivo, il problema è che le analisi ponderate e documentate come quelle, nessuno le legge...

    ci si ferma al fatto emotivo, e al profluvio di ovvietà nel bene e nel male...
    me ne sono andato, ma posso sempre riapparire con la grazia e la leggerezza di un B-52 carico di bombe.

  2. #22
    [supersaibal][B]forse di fronte a questa follia globale è difficile scrivere qualcosa che non appaia una cazzata. [/supersaibal]
    provo a spararne una io:

    Non credo che il dissenso con gli Stati Uniti a riguardo della guerra in Iraq si sia trasformato in disimpegno dalla lotta al terrorismo. Anzi, i paesi europei colpiti (Spagna di Aznar e Inghilterra di Blair) sono stati quelli in cui il consenso con gli USA è/era pressochè totale.
    Vero che non è stata intrapresa altra forma di lotta diversa da quella portata avanti fino ad ora, ch e si è rivelata altamente inefficace ed inconcludente. In fondo il terrorismo è in una forte posizione di "vantaggio competitivo"; per quanto si possa spendere in questa lotta, non sarà mai abbastanza (quanto pensiamo possano essere costati gli attacchi fino ad ora avvenuti? quanto qualche giornata della nostra guerra?).
    Ho l'impressione che la lotta al terrorismo "alla Bush" possa essere utile solo a colpire le foglie, non certo la radice del terrorismo. La battaglia vinta dall'Italia contro il terrorismo di casa nostra dovrebbe insegnarci qualche cosa.
    Un vero peccato che la guerra, soprattutto in tempi di crisi economica, "faccia comodo" un po' a tutti, terroristi e no. Questo terrorismo, anche se ha una valenza politica, punta al soldo.
    Io credo che ci si debba preparare ad una guerra lunga; per vincerla bisogna combatterla in maniera diversa ed essere consapevoli che questa maniera sconquasserà il nostro sistema (basti pensare che un punto centrale della guerra al terrorismo è sanza dubbio il petrolio, e in questo caso basterebbe trovare alternative a questa fonte di energia, ma con gli interessi in giro aspettiamo e speriamo...).

    Ho scritto fin troppo. Concludo con un po' di pragmatismo (che oggi potrebbe sembrare un po' cupo): se i soldi spesi male contro il terrorismo fossero stati spesi in assistenza e sanità, il conto dei morti sarebbe in positivo o negativo?

  3. #23
    Utente di HTML.it L'avatar di alexmaz
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    Io non condivido l'articolo di Mieli. Qualcosa per il terrorismo va fatto, ma togliendo dalla soluzione la parola militare perchè l'opzione militare si è dimostrata fallimentare, anzi, ha attratto sull'Europa gia due attentati di grandi dimensioni. La via è quella di un rapporto onesto, equo e parificato con i paesi islamici e con le loro comunità qua, una soluzione equa per entrambe le parti delle tensione fra palestina e israele e una politica estera non più incentrata sulla ricerca del potere occidentale sul mondo. Sono finiti i tempi in cui si poteva imporre il proprio modello. L'asia si sta sviluppando e piano piano anche i paesi medio-orientali. Bisogna accettare la realtà

    Il primo che viene a parlare di rambismo e di dover essere duri, se ne può andare a ca#are in partenza
    The individual has always had to struggle to keep from being overwhelmed by the tribe. If you try it, you will be lonely often, and sometimes frightened. But no price is too high to pay for the privilege of owning yourself.

  4. #24
    [supersaibal]Originariamente inviato da mcolombara
    provo a spararne una io:

    Non credo che il dissenso con gli Stati Uniti a riguardo della guerra in Iraq si sia trasformato in disimpegno dalla lotta al terrorismo. Anzi, i paesi europei colpiti (Spagna di Aznar e Inghilterra di Blair) sono stati quelli in cui il consenso con gli USA è/era pressochè totale.
    Vero che non è stata intrapresa altra forma di lotta diversa da quella portata avanti fino ad ora, ch e si è rivelata altamente inefficace ed inconcludente. In fondo il terrorismo è in una forte posizione di "vantaggio competitivo"; per quanto si possa spendere in questa lotta, non sarà mai abbastanza (quanto pensiamo possano essere costati gli attacchi fino ad ora avvenuti? quanto qualche giornata della nostra guerra?).
    Ho l'impressione che la lotta al terrorismo "alla Bush" possa essere utile solo a colpire le foglie, non certo la radice del terrorismo. La battaglia vinta dall'Italia contro il terrorismo di casa nostra dovrebbe insegnarci qualche cosa.
    Un vero peccato che la guerra, soprattutto in tempi di crisi economica, "faccia comodo" un po' a tutti, terroristi e no. Questo terrorismo, anche se ha una valenza politica, punta al soldo.
    Io credo che ci si debba preparare ad una guerra lunga; per vincerla bisogna combatterla in maniera diversa ed essere consapevoli che questa maniera sconquasserà il nostro sistema (basti pensare che un punto centrale della guerra al terrorismo è sanza dubbio il petrolio, e in questo caso basterebbe trovare alternative a questa fonte di energia, ma con gli interessi in giro aspettiamo e speriamo...).

    Ho scritto fin troppo. Concludo con un po' di pragmatismo (che oggi potrebbe sembrare un po' cupo): se i soldi spesi male contro il terrorismo fossero stati spesi in assistenza e sanità, il conto dei morti sarebbe in positivo o negativo? [/supersaibal]

    delle cazzate lette è quella che meno si caratterizza come cazzata. anzi.

  5. #25
    [supersaibal]Originariamente inviato da alexmaz
    Io non condivido l'articolo di Mieli. Qualcosa per il terrorismo va fatto, ma togliendo dalla soluzione la parola militare perchè l'opzione militare si è dimostrata fallimentare, anzi, ha attratto sull'Europa gia due attentati di grandi dimensioni. La via è quella di un rapporto onesto, equo e parificato con i paesi islamici e con le loro comunità qua, una soluzione equa per entrambe le parti delle tensione fra palestina e israele e una politica estera non più incentrata sulla ricerca del potere occidentale sul mondo. Sono finiti i tempi in cui si poteva imporre il proprio modello. L'asia si sta sviluppando e piano piano anche i paesi medio-orientali. Bisogna accettare la realtà

    Il primo che viene a parlare di rambismo e di dover essere duri, se ne può andare a ca#are in partenza [/supersaibal]

  6. #26
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    Leggo che alcuni considerano che la strategia di lotta contro il terrorismo attuata fino ad ora si e' rivelata fallimentare.
    Purtroppo capisco che ogni qual volta che si verifica un attentato di queste proporzioni significa che c'e stato un errore, una mancanza, un'imprudenza, una sottovalutazione (o molti di questi fattori).
    Ma credo anche che bisogna guardare il quadro in modo globale.
    Subito dopo l'11S sia in Usa che in Europa sono stati fatti enormi passi avanti nella cooperazione internazionale: sono stati arrestati estremisti, parecchi nuclei armati o potenzialmente pericolosi sono stati sventati, studi e analisi sono stati fatti per capire chi abbiamo di fronte. Oggi ne sappiamo molto piu di prima sia su AQ che sul terrorismo internazionale. E molto e' stato fatto per combatterlo.

    Fatti come quelli di Londra ci ricordano quindi una cosa: non e' stato fatto ancora tutto quello che c'e da fare.
    Ad alcune cassandre piacera' pensare che, siccome queste cose succedono, tutto quello che e' stato fatto finora e' da buttare e che bisogna assolutamente cambiare sia tattica che strategia.
    Per poter arrivare a dire una cosa del genere pero mi piacerebbe prima sapere quanti attentati son stati sventati grazie alle indagini e alla cooperazione internazionale da quel lontano 11S?
    Quanti morti possiamo dire di aver evitato?
    Il successo della lotta contro il terrorismo e' difficile da calibrare: si va sulla fiducia, sul credo che le indagini, la cooperazione internazionale, le misure di sicurezza, di prevenzione, di analisi, sono la strada giusta.
    Lunga, difficile, ma giusta.
    E' la strada frutto della domanda nata dall'11S: "Perche ci attaccano?".
    La risposta a questa domanda ha generato un rafforzamento delle misure di sicurezza che a volte, purtroppo, non bastano.
    Ma quante volte han funzionato?

  7. #27
    si vabbè, noi abbiamo il calcio loro i kamikaze come sport nazionale..

    :rollo:
    Non andare, vai. non restare, stai. non parlare, parlami di te...
    .oO Anticlericale Oo.

  8. #28
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    [supersaibal]Originariamente inviato da seifer is back
    si vabbè, noi abbiamo il calcio loro i kamikaze come sport nazionale..

    :rollo: [/supersaibal]
    :master:

  9. #29
    Utente di HTML.it L'avatar di lookha
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    c'e un'altra cosa che mi chiedo: dopo tutti i soldi che la GB ha speso in sicurezza, dopo l'11S e gli attentati di Madrid e Londra, dopo le centinaia di volte che si e' ripetuto che la prossima sara' l'Italia: quali sono le misure di sicurezza che ci sono in Italia?

  10. #30
    Utente bannato
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    [supersaibal]Originariamente inviato da lookha
    c'e un'altra cosa che mi chiedo: dopo tutti i soldi che la GB ha speso in sicurezza, dopo l'11S e gli attentati di Madrid e Londra, dopo le centinaia di volte che si e' ripetuto che la prossima sara' l'Italia: quali sono le misure di sicurezza che ci sono in Italia? [/supersaibal]
    pellegrinaggi regolari dei nostri politici a roma e san giovanni rotondo

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