“Per il portale 'Italia.it' è giunto il momento dei tre fischi di fine partita”. Il vicepremier con delega al turismo, Francesco Rutelli, ha scelto una metafora calcistica per annunciare la chiusura del portale internet creato per presentare al mondo il Belpaese.
Costato finora 45 milioni di euro e spesso al centro di polemiche, il sito, secondo Rutelli, è “
obsoleto tecnologicamente e non più migliorabile ”. Tanto che il vicepremier lo sottoporrà all’attenzione della Corte dei Conti.
“Questo governo - ha spiegato ieri Rutelli ai deputati della Commissione Attività produttive della Camera - ha ereditato una decisione del precedente governo. Il senso di responsabilità ci ha spinto a non buttare il portale ai pesci e tentare tutto il tentabile per farlo funzionare, anche per le forti pressioni di chi chiedeva uno strumento efficace per le politiche nazionali e del territorio".
Alla fine, però, ha spiegato Rutelli, non c’è stata altra scelta che “aprire un contenzioso con le imprese a gara che non hanno ottemperato agli obblighi”.
La storia del portale “Italia.it” inizia nel 2004. L’artefice è il Ministero per l'innovazione, guidato da Lucio Stanca. Ad ereditarlo nel nuovo governo è stato l'attuale ministro per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais.
“Il dipartimento del Turismo non ci ha speso neanche un centesimo - ha precisato Rutelli - chi ha avuto la responsabilità di concepirlo, vararlo e non implementarlo se la deve assumere”.
La decisione di chiudere il portale non piace, però, alle Regioni. “Se a livello nazionale si decide così – afferma Margherita Bozano, assessore ligure al Turismo e coordinatrice delle Regioni proprio per il portale - noi siamo pronti a riprendere il nostro precedente progetto interregionale, che a quest'ora sarebbe già pronto e sarebbe costato molto meno".