Vorrei sospendere anche io il giudizio, almeno fino a Iwo Jima Vol. 2.
Intanto non mi nego la prima impressione, che spesso è quella che conta.
Se il film dovesse concludersi qui: non ho inteso quale sia il punto centrale del film, manca una sceneggiatura con cardini saldi che distingua un dramma da un documentario narrativo, non mi basta sapere che si tratti di un film sulla quotidianità della guerra e sui suoi risvolti politici. Se fossi un critico potrei tirarne fuori mille significati ma mi sentirei come un Sapegno che da una sola parola di Dante era in grado di estrarre significati nascosti dove non esistevano. Se fossi uno zio che racconta questo film ai nipoti avrei difficoltà a far durare la trama per più di due minuti.
Le scene raccapriccianti personalmente mi sfiorano appena, il tentativo di montaggio alternato coi continui flashback appare fin troppo funzionale alla perdita di ritmo narrativo. Appena il film ricadeva in depressione ZAC un pezzetto di battaglia per risvegliare tutti. Le informazioni sono ridondanti in troppi punti. Furti tecnici continui da altri film di guerra. Mancanza di caratterizzazione recitativa, tranne che per John Slattery: i film di gruppo, come quelli "di guerra" - che però sono compensati dal forte dramma intrinseco al genere -, soffrono molto della mancanza di personaggi forti che restino impressi nell'immaginario collettivo. Eastwood da questo punto non ne è uscito vivo.
La visione di questa pellicola non ha aggiunto nulla né al bagaglio informativo né a quello artistico. Niente di male, ma mi aspettavo altro da un film con questa distribuzione, con questo tema e questo budget. Un discreto documentario, magari vincerà anche l'Oscar.
Finale lungo e noioso. Sappiamo grazie a chi.
Come si dice? "Bella, la fotografia..."