Carissima, anch'io voglio raccontarti la mia storia.
Non ho avuto coraggio, come te. Non l'ho avuto, pur essendo figlio di padre veterinario. Non l'ho avuto, pur essendo fratello di sorella veterinaria.
Non l'ho avuto ed ero lì, alle cinque di mattina, dopo settimane di agonia, ad aspettare l'ultimo miracolo da uno che era uscito indenne da ogni tipo di pena la vita gli potesse infliggere, standomi sempre accanto, senza mai mollare.
Ero lì, ad aspettare l'ultimo miracolo, mentre un pezzo del mio cuore (nella mia vita, quanti possono dire di essere stati per me quello che lui è stato?) agonizzava, sofferente, tra dolori atroci. Ci credevo davvero.
Poi, a un certo punto non ce l'ho fatta più e mi sono addormentato. Al mio risveglio ho trovato un micio in rigor mortis e ho pianto quanto mai ho pianto in tutta la mia vita. Non perchè lui non ci fosse più, ma per ciò che l'avevo costretto a sopportare quella notte.
Di tutti i rimpianti che posso avere nella vita, il più atroce e insopportabile è -tutt'ora- quello di non avere chiamato mia sorella e avere risparmiato un simile calvario a chi mi ha voluto bene più di chiunque altro al mondo.
Magari non è ancora il momento che tu decida, chissà. Ma pensaci, quando avrai nuovamente questo dubbio.