il caso L'insegnante ripresa col telefonino non sapeva nulla: «Si erano indignati per il caso del ragazzo disabile. Pensavo fossero persone educate» Bullismo in classe: su Internet sei video comaschi I filmati ritraggono alcuni studenti del liceo «Giovio» che si fanno beffe di una prof. Il preside: «Prenderemo provvedimenti»
In un filmato un emulo di Pierino si abbassa le mutande alle spalle di un'ignara prof intenta a fare lezione, in un altro invece indossa un costume sotto il maglione e lo mostra ai compagni mentre è interrogato alla lavagna, in un terzo si appende alla porta della classe senza che l'insegnante si accorga di alcunché. Anche gli studenti comaschi non sfuggono alla "moda" di girare video irriverenti a scuola con il cellulare: le immagini sopra descritte fanno parte di una serie di filmati - sei per la precisione - messi su Internet da uno studente della 4ª SB del liceo scientifico «Paolo Giovio». Pure questo è bullismo (nel senso letterale del termine, «mettersi in mostra con spavalderia», codificato dallo Zingarelli), ma certamente a livelli molto meno gravi dei casi di Torino, dove è stato filmato il pestaggio di un ragazzo autistico da parte di alcuni compagni, e di Ancona, dove invece è stata immortalata la violenza di gruppo ai danni di una tredicenne. I video comaschi si trovano, assieme a quelli di altre decine di scuole italiane, sul portale YouTube (www.youtube.com). L'autore è un diciassettenne che si firma «Jacofender». Anche per lui la videomania è una malattia recente: risulta iscritto al sito da un mese, ma i quattro spezzoni più significativi, quelli in cui i ragazzi alzano progressivamente il livello della volgarità e della sfida all'insegnante, sono catalogati tra le novità dell'ultima settimana. Forse i liceali comaschi sono stati spinti da un desiderio di emulazione, visto che il caso dei filmati scolastici è esploso giusto otto giorni fa, con la scoperta del video in cui veniva deriso e preso a calci lo studente disabile alla scuola steineriana di Torino. A parte due video che risalgono a circa un mese fa, e che ritraggono diversi componenti della classe impegnati a fare un torneo di videogiochi sotto i banchi durante l'ora di latino, gli altri contributi sono datati 9, 13 e 14 novembre. Si tratta di quattro filmati di una serie dal titolo «Gallo Vs. Zoppa» - presumibilmente gli pseudonimi dei protagonisti delle bravate - che vedono alcuni ragazzi «dilettarsi», come dicono loro, «alle spalle della prof». Oltre ai tre sketch descritti all'inizio dell'articolo, ve n'è un quarto in cui uno studente, indossando un body femminile sopra i jeans, si cimenta in evoluzioni acrobatiche, approfittando del fatto che l'insegnante gli dà le spalle. L'interessata, della quale pubblichiamo solo le iniziali in quanto vittima della situazione, cade, parole sue, «dalle nuvole». «Siccome sono ragazzi molto sensibili all'attualità - racconta C. Z. - si era parlato in classe del video di Torino e questo fatto li aveva sconvolti. "Noi non faremmo mai una cosa del genere", avevano detto, professandosi lontani mille miglia da una mentalità di quel tipo. Mi sembrava un'indignazione autentica: ora, evidentemente, devo riprendere il discorso». Dei "diversivi" messi in atto dagli studenti durante le sue lezioni, si era accorta in un solo caso. «Avevo visto - dice - uno di questi ragazzi, di cui per rispetto non faccio il nome, che indossava una specie di costume femminile. Avevo fatto recuperare un compito di latino a 4-5 studenti, che erano stati messi con il banco verso il muro dove c'è la lavagna, e, anche per non disturbali, io stavo a metà dell'aula, guardando l'altra parte della classe alla quale tenevo regolare lezione. Non guardavo neanche che copiassero, perché il compito era individuale. Quando mi sono voltata per dire "adesso consegnate", ho visto quello con il body che si è messo rapidamente la felpa. Ma non ho dato più importanza di tanto». Anche perché, in passato, tra la prof e i suoi alunni c'è sempre stato «un rapporto più che buono». «È una classe di 3 femmine e 12 maschi - precisa la docente -. Questi ultimi sono un po' vivaci, ma li ho sempre ritenuti delle persone educate. Anzi, proprio sulla spinta di alcuni di loro e delle loro famiglie, io e la collega di inglese ci stiamo adoperando per combinare per questa classe uno scambio con una scuola australiana. Non capisco l'intento dei loro filmati. Certo, il compito di latino aveva suscitato qualche discussione. Ma poi avevo mediato, dando la possibilità a quelli che lo avevano fatto male di recuperare la parte sbagliata. Anche perché siamo nell'imminenza della comunicazione infraquadrimestrale alle famiglie e mi sarebbe dispiaciuto dover notificare diverse insufficienze». Invece, a questo punto, gli improvvisati attori e registi delle comiche ai danni della prof rischiano di veder comunicato ai propri genitori qualcosa di peggio di un quattro. «La professoressa ripresa - afferma il preside Sergio De Felici, che a sua volta non sapeva nulla dei filmati finché non glielo abbiamo comunicato - è tra le persone più stimate dell'intero liceo Giovio. Discuteremo il problema nelle sedi opportune e con estrema celerità. Peraltro esiste una norma di carattere generale che vieta l'uso dei cellulari in classe. Lunedì qualcosa si muoverà». In soldoni: dovrebbe essere convocato il consiglio di classe che potrebbe deliberare una sospensione dei "bulli". Pietro Berra