Credo che sul tormentone delle tasse nato dal testo della legge finanziaria voluta dal ministro Tommaso Padoa Schioppa stiano facendo un po’ tutti i furbi, a partire da Padoa Schioppa e Romano Prodi. Le aliquote tirate in ballo e illustrate dai giornali e dagli altri mass media sono infatti tutte fasulle, o meglio sono vere ma incomplete. Vediamo perché. Oltre alle tasse che si pagano direttamente con trattenute sullo stipendio, o con la dichiarazione dei redditi per professionisti e imprenditori non a stipendio, ognuno di noi paga anche l’Iva su tutto ciò che acquista, dall’acqua, luce, gas e telefonate pagate con le relative bollette fino all’acquisto di un’auto o di un computer o di una casa o di un leccalecca. L’Iva la si paga con il conto al ristorante o con lo scontrino del caffè, la si paga quando si va dal barbiere o dal parrucchiere, quando si va dal dentista, dal meccanico (nei rari casi in cui costoro emettano fattura o ricevuta fiscale....), quando si acquista un biglietto del treno o del tram o di aereo. Il canone televisivo è una tassa. E siamo al punto che per finanziare una missione più o meno di pace come in Kosovo, Afganistan, Iraq e Libano si dovrà istituire una tassa apposita: sotto il fascismo gli sposati per supportare le spese di guerra davano ‘oro alla Patria’, regalando allo Stato le fedi nuziali; oggi si profila all’orizzonte qualcosa che somiglia all’’oro alla Pace’...
Quando facciamo il pieno di benzina, ma anche se ci limitiamo a prenderne un litro, la cifra che paghiamo è quasi tutta composta da tasse, ben oltre l’usuale 18-20% delle altre merci: nei carburanti le tasse arrivano infatti attorno al 90% del prezzo. Idem per le sigarette e i monopoli di Stato in genere. Se spediamo una lettera c’è da pagare i francobolli e se dobbiamo fare un atto pubblico c’è da pagare la carta da bollo, le marche, ‘i ciceroni’, ecc. Ma non è finita. Per viaggiare in autostrada – che è dimostrato sono le peggiori d’Europa - dobbiamo pagare il pedaggio, che è un’altra tassa, contrariamente a ciò che avviene in altri Paesi europei. Il giornalista specializzato in economia e finanza Peppino Turani una ventina di anni fa calcolò che su 12 stipendi che riceviamo nel corso dei 12 mesi dell’anno ben 7 se ne andavano in tasse! Vale a dire: noi già 20 anni fa ogni anno lavoravamo 7 mesi per lo Stato e solo 5 per noi e i nostri cari. Pazzesco. O no? Oggi la situazione temo sia peggiorata: sulla mia busta paga infatti è nel frattempo comparsa la tassa regionale, che si porta via più di 100 euro al mese, e il Comune di Milano da qualche tempo mi fa pagare quasi 400 euro l’anno di tassa per la raccolta delle immondizie. Ma la situazione sicuramente peggiorerà in futuro. Ciò che il governo Prodi taglia agli enti locali per tentare risanare il bilancio dello Stato verrà recuperato dagli stessi enti locali con nuove tasse: tasse ‘di scopo’, tasse di ‘ingresso nei centri storici’, tasse di ‘ingresso nelle città d’arte’, tosatura delle auto che vanno in centro per creare, sul modello londinese, la ‘tassa per la lotta all’inquinamento’, ecc., ecc. Un Comune o una Regione che vorranno varare una qualche iniziativa potranno varare una apposita tassa ‘di scopo’ per finanziarla.
Pagheremmo tutti più volentieri le tasse se in cambio lo Stato, e gli enti locali che stanno diventando forti tassatori, ci dessero qualcosa in cambio. Il problema è che in cambio abbiamo poco più di un pugno di mosche, servizi sempre più scadenti. Le strade sono pericolose, i vigili urbani e la polizia stradale si vedono poco e niente, idem i carabinieri e la polizia che dovrebbero vigilare sul territorio. La scuola fa sempre più pena e continua l’assalto ai suoi danni per favorire le scuole private, che si pagano di tasca propria. Idem e anzi peggio per l’assistenza sanitaria. Non parliamo delle pensioni! O ci si fa una pensione integrativa – e mi chiedo con quali soldi potranno mai farla i giovani se nessuno li assume con contratto a tempo determinato – oppure si fa la fame con le pensioni dell’Inps. Se si è anziani e invalidi e si ha bisogno di assistenza, per esempio di una badante, sono dolori, attese e umiliazioni estenuanti, io ne so qualcosa a causa dell’invalidità crescente di mio suocero. Dimenticavo l’edilizia popolare, ma è meglio non parlarne tanto è un capitolo vergognoso.
Conclusione: si tratta di tasse o di rapina? Se ci danno in cambio servizi, sicurezza, istruzione e possibilità di socializzazione adeguate, di buon livello, si può parlare di tasse. Altrimenti si tratta se non proprio di grassazione e di rapina quanto meno di ingiustizia. E di ingiustizia crescente. Anche perché la pressione fiscale si scarica sempre, e sempre di più, su chi le tasse già le paga tutte e non può evaderle perché vive del proprio stipendio, e si premiano invece ancora una volta gli evasori e i furbi in genere. Che, guarda caso, sono poi i più pronti a gridare a favore dello ‘scontro di civiltà’, cioè a fare il tifo per la guerra: tanto, a pagarla saranno sempre e solo gli altri, i contribuenti con i loro quattrini e i giovani con il pericolo di rimetterci la vita arruolandosi come volontari.

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