Pavese sosteneva che
"Chi odia non è mai solo: è in compagnia dell'essere che gli manca."


Ci pensavo oggi quando ho rivisto una persona che credo - adesso - di odiare. E' una percezione in parte fisica, in parte emotiva: in questo è molto simile all'amore. Ma sicuramente Pavese ha ragione: nell'odio c'è un legame, una vicinanza di qualche tipo.

Avete mai odiato qualcuno?
Come ve ne siete resi conto?
Quali "speranze" ha - o ha avuto - il vostro odio (vi auguravate il male altrui? volevate semplicemente allontanarlo il più possibile?)?
L'odio è passato, o si è trasformato in altro?