Ricordo che Gianni Agnelli, già negli anni '60 volle mettere in piedi una sfida italiana ma gli fu risposto (informalmente) che non sarebbe stata accettata perché la nazione non offriva un insieme "adeguato" di competenze sufficienti per competere.
Era, in effetti vero.
Non certo per il livello dei velisti che era molto alto quanto per i materiali e i progetti.
La sfida fu poi lanciata da Azzurra lo stesso anno in cui gli americani persero con gli australiani.
Proprio allora nacque il professionismo e fu quello il motivo per cui abbandonai le regate nonostante mi allettasse molto l'invito a partecipare alle selezioni per l'equipaggio di Azzurra (15 giorni a Porto Cervo sulla "lepre" Enterprise e poi il verdetto).
Con la vittoria degli australiani cambiarono alcune regole e i favoritismi per il defender diminuirono di molto, tanto che gli americani si ripresero la coppa nella successiva edizione.
La sfida di Gardini fu notevole e ben condotta tanto che arrivò molto vicino alla vittoria.
Bisogna ricordare che Paul Cayard, per partecipare alla sfida del Moro dovette prendere la residenza in Italia, mentre oggi la nazionalità e la residenza non hanno più limitazioni.
La coppa America è formalmente una sfida tra Yacht Club (lo è sempre stata) ma la trasversalità oggi è completa, tanto che sulla barca svizzera non c'è neppure uno svizzero.
Tanto per far chiarezza Alinghi , Oracle e ovviamente New Zealand sono equipaggi a maggioranza neo-zelandesi.