Due di queste tre parti (il 66%) andranno, in diverse forme, a favore di chi, lavoratore, pensionato o disoccupato, affronta con maggior difficoltà il cammino delle propria esistenza.
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Il restante terzo (33%) andrà alle imprese e alle politiche per la crescita, lo sviluppo e gli investimenti in infrastrutture di un'economia che si sta risanando ma che ha ancora bisogno di stimoli e di incentivi, soprattutto alla ricerca, all'innovazione e al rilancio delle risorse umane. Stimoli e incentivi che si sommano al forte aiuto della riduzione delle tasse sul lavoro che comincerà a produrre i propri effetti già dal primo luglio di quest'anno.
Avrei preferito un 66% alle politiche per la crescita, lo sviluppo e al rilancio delle risorse umane e un 33% a favore di chi, lavoratore, pensionato o disoccupato, affronta con maggior difficoltà il cammino delle propria esistenza.

Non vorrei che il 66% andasse come al solito a immigrati e sud in termini di indennità varie (che sono rendite e non investimenti) e che alla fine non si combini nulla in termini di creazione di nuovi posti di lavoro.

Sarebbero i soliti soldi regalati pur di tenere buona la popolazione.

E addio tesoretto.