Originariamente inviato da NyXo
appunto, chi lo sa?
voglio dire: io posso rispettare il senso del divino, ma non capisco su quali basi si possa poi costruirci sopra una religione, un sistema di dogmi, morale e comportamenti che abbiano la pretesa di essere espressione del volere di cio' che sta sopra l'uomo.
...
Anche che dimostro che Dio esiste, sono riuscito a dimostrare l'esistenza di Dio come concetto, come entita', ma non sono certo riuscito a dimostrare con certezza quali sono i suoi attributi, la sua forma, la sua essenza, se davvero comunica con gli umani, con quali mezzi e quale sia il suo volere, e via discorrendo.
come a dire che quello in cui si può credere, anche ammesso che l'impulso verso l'idea di un ente superiore sia "spontaneo", è solo, e soltanto, la proiezione di un bisogno

ma la faccenda, nel momento in cui la spiritualità si istituzionalizza in religione, resta espressione di un bisogno, di un "palliativo", o assume piuttosto i tratti di una distrazione imposta (aedo ricordava Marx)?


Originariamente inviato da NyXo
Chi non crede dice che sono gli altri a dover dimostrare che dio esiste
chi non crede, nel mio caso, lo dice se si tratta di rispondere a delle cavate quali quelle che son comparse.