A me sembra sia più vero il contrario. Il problema nella moderna società tecnologica è proprio l'opposto: si sperimenta tecnologia della quale non si conoscono i benefici e non si sa neanche se apporti davvero un beneficio, se non alle tasche di chi la produce. In questi caso il "no" non è una forma di arretratezza, ma spesso un tentativo disperato di riportare un minimo di logica nei processi decisionali (che spesso sono del tipo: "abbiamo i soldi per farlo, ci guadagnamo, facciamolo. Chi se ne frega se non funziona?")
Le persone che dicono "no" non sono dei neo-luddisti, oscurantisti che si oppongono alla moderna tecnologia. Sono più spesso persone di buon senso che, dal momentio che l'uomo dovrebbe essere un animale razionale, vorrebbero che si usasse il raziocinio prima di prendere una decisione e non dopo quando si tratta di rimediare ai danni di quella decisione. L'elenco di porcherie e disastri commesse "in nome della scienza" anche solo negli ultimi cinquant'anni sarebbe chilometrico.