Cesare Previti si era dichiarato vittima di "una vergognosa persecuzione giudiziaria" perpetrata da un giudice "non imparziale". Previti aveva poi aggiunto che la decisione della Giunta sarebbe stata "non tecnica ma politica" e aveva affermato il suo "diritto di esercitare la funzione di parlamentare". Aveva poi concluso annunciando il suo ricorso alla Corte europea per i diritti dell'Uomo: "Datemi ragione prima che lo faccia l'Europa".


l'Europa... se fa ricorso alla corte europea lo rimettono in galera