Vifino bello, questo lo sappiamo, e sappiamo che ci sono due vie per risolvere il problema:
1) le imprese aumentano gradualmente i salari all'Est, rassegnandosi via via a margini di profitto minori (compensati peraltro nel lungo termine dalla possibilità di vendere i loro prodotti anche ai loro stessi operai che prima non se li potevano permettere)
2) le imprese inizieranno a lamentarsi che non c'è più produttività e che i sindacati con le loro richieste assurde bloccano la competitività delle aziende: prendono baracca e burattini e spostano gli stabilimenti nel prossimo paese dove i salari sono ancora più bassi e dove possibilmente c'è qualche bel regime militare che impedisce sindacati, contrattazioni collettive e altre cose del genere (vedo bene la Bielorussia, da questo punto di vista).

Secondo te quale alternativa è più probabile? Io vorrei che fosse la 1), ma con la mentalità corrente (non solo nel settore automobilistico, beninteso) temo proprio che sarà la 2).