SCUOLA: DEFICIT MATEMATICA, ODIFREDDI “SIAMO PAESE CATTOLICO”
(AGI) - Roma, 31 lug. - “Spiegare il deficit culturale dei ragazzi in matematica e’ molto semplice: viviamo in un Paese cattolico, pieno di grandi fratelli, isole dei famosi e pubblicita’: e’ normale che l’interesse per la matematica sia alquanto scarso”. Il professor Piergiorgio Odifreddi, docente di logica all’universita’ di Torino nonche’ editorialista del gruppo Espresso-Repubblica, intervistato dall’Agi, ha cosi’ commentato i dati pubblicati dal ministro Fiorni relativi alle deficienze in matematica evidenziate dai ragazzi italiani. “Il problema e’ strutturato: non vedono mai programmi scientifici o di divulgazione - prosegue il professore. Le pagine culturali dei giornali dedicano poco spazio alla matematica: l’umanesimo viene considerato importantissimo, mentre la scienza e le sue pubblicazioni (per non parlare delle scoperte scientifico-matematiche) vengono quasi sempre relegate in un angolino. Se noi stuzzicassimo l’interesse degli italiani, la matematica avrebbe un riscontro molto positivo: basti ricordare, ad esempio, il successo di pubblico (ben 58 mila presenze in quattro giorni) riscontrato in occasione del festival della matematica organizzato all’Auditorium di Roma. Un altro elemento che determina un’allergia verso la matematica e’ che in Italia c’e’ una mentalita’ completamente antiscientifica che si sviluppa in tenera eta’ per poi acuirsi in maniera irreparabile in eta’ adulta. Non si puo’ pretendere, quindi, se si cresce con le saghe di Harry Potter o con i pellegrinaggi alla Madonna o a Padre Pio - dimenticandosi poi che ogni processo di vita e’ regolato da delle regole scientifico-empiriche dimostrate - che i ragazzi imparino e amino la matematica. E’ giusto - e’ la chiosa finale di Odifreddi - che il ministro Fioroni organizzi dei corsi di recupero o azioni di sostegno (aumentando magari anche le ore di insegnamento della matematica), ma fino a quando non cambiamo il modo di pensare la matematica, i ragazzi italiani evidenzieranno sempre le solite lacune. Se la Rai presentasse dei programmi di divulgazione scientifica, penso che qualcosa potrebbe cambiare: basta solo volerlo”. (AGI)
Red/Dos