(di Paolo Biamonte)
ROMA - Arriva oggi nei negozi Magic, il nuovo album di Bruce Springsteen con la E Street Band, la sua leggendaria formazione con cui non incideva dal 2002, dai tempi di The rising. Il 28 novembre The Boss e la E Street Band saranno a Milano al Datchforum.
Magic è un disco all'altezza delle aspettative, per certi aspetti insolito. Il sound è definito dalle chitarre - sono tre, quella di Bruce, di Nils Lofgren e Steve Van Zandt (che è nel cast dei Sopranos) - e dalla batteria di un Max Weimberg in forma strepitosa. Ovviamente hanno il solito ruolo fondamentale il piano di Roy Bittan e le tastiere di Danny Federici (che ha avuto seri problemi di salute) come il basso di Gary W. Tallent. Federici e Tallent suonano con Springsteen da 40 anni, dai tempi delle primissime band. Piuttosto discreta la presenza del sax di Clarence Clemmons.
I testi sono un duro atto d'accusa verso il mondo di oggi: "questa è la radio di nessun posto, c'é nessuno vivo là fuori? Giravo attorno a un affare di morte, solo un altro numero perso in un file, danzando attorno a un buco scuro, cercando un mondo con un po' d'anima", dice per esempio Radio Nowhere, il primo singolo del disco. "Il tuo peggior nemico è arrivato in città, il tuo mondo ha preso a girare attorno, ma tutto è sottosopra" è invece una delle frasi di You're own worst enemy, canzone dedicata alla paura per 'l'altrò e alla paranoia Americana del 'nemico'. Last to die è dedicata alle morti per errore, in Magic un visionario ritratto di una sorta di Houdini si conclude con l'immagine di "corpi appesi agli alberi".
Musicalmente il clima è tutt'altro che cupo: dominano i tempi medi, si ascoltano archi e arrangiamenti che ricordano Phil Spector, il produttore-creatore del Wall of sound che è uno degli idoli di Springsteen e che sta affrontando un duro processo dove è accusato di omicidio. I brani sono undici più una ghost track dedicata a Terry Magowers, amico e collaboratore del Boss scomparso da poco. Sono tutti adattissimi alla situazione live e c'é da scommettere che entreranno a pieno titolo nella scaletta dei concerti che, notoriamente, sono il pezzo forte di Springsteen e della sua band.
Magic è il disco che i fan aspettavano dopo le divazioni acustiche di Devils and dust e delle Seeger session. Manca il capolavoro assoluto tipo Jungleland o Born to run, ma è uno di quegli album che più lo si ascolta e più lo si ama. Il sound ricorda per certi aspetti The river e per altri Born in the Usa e probabilmente era questo il suono che Bruce aveva in testa quando ha inciso Lucky town, uno dei due album registrati durante la sciagurata separazione dalla E Street Band. Anche Magic è stato prodotto da Brendan O'Brian, bravo a dare alla musica un personale tocco di rugosità.