Roma, 29 ott - Rosy Bindi sottolinea che “posso anche mettere tra parentesi l'elezione di Franceschini: non era prevista da nessuna regola, però non infierisco. Ma ci sono due cose che non tornano e che non posso non far notare. Primo: dare i pieni poteri al segretario nazionale e a quelli regionali. Secondo: nominare a sorpresa i coordinatori provinciali e comunali”. E aggiunge: “Con le regole che Veltroni ha annunciato ha mortificato il cittadino-elettore che aveva esaltato al mattino. La stragrande maggioranza dei coordinatori era stata già decisa da Ds e Margherita, e coincide con i segretari, tant'è che alcuni nomi erano stati pubblicati da settimane. Sono metodi da vecchia, vecchissima politica. Non si vogliono eleggere direttamente? Almeno ci si impegni a prevedere l'incompatibilità tra ex segretari, coordinatori provvisori e nuovi segretari”. Il ministro prosegue affermando che “Veltroni deve capire che il nostro è un partito plurale. Sennò poi sa che succede? Che Letta, che alla vigilia dell'assemblea non ha convocato i suoi, finirà per farlo la settimana prossima”. Esclude quindi di essere interessata a formare una corrente: “Mi interessa contribuire all'indirizzo del partito e non deludere le attese di partecipazione che abbiamo suscitato con le primarie. Io so solo che in questi ultimi due giorni mi sono arrivati sms ed email di tanta gente, eletta con me, ma anche con Veltroni, che non è affatto contenta di questo avvio. E alcuni delegati hanno strappato la loro delega perché c'è gente che non è abituata a questi giochi di potere. Il Pd deve essere la casa di tutti”.
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