da un'altra angolazione....
Strage di Stazzema, chiesto annullamento per i tre nazisti
Il 12 agosto del 1944, a Sant’Anna di Stazzema, in provincia di Lucca, gli uomini non c’erano, erano a lavorare nei boschi: le SS arrivarono, rastrellarono ogni casa e trucidarono gli anziani, le donne e i bambini che erano rimasti in paese. Cinquecentosessanta persone morirono così, in quattro ore, fatte fuori da 10 nazisti. Il tribunale militare di La Spezia nel 2005 li aveva condannati tutti all’ergastolo. Ma più di sessant’anni dopo, il procuratore generale vuole scrivere tutta un’altra storia.
Per tre degli imputati, l' ufficiale nazista Gerard Sommer e i sottufficiali Geory Rauch e Karl Glopler, coloro che ordinarono il rastrellamento e l’eccidio, infatti, la condanna è momentaneamente annullata. Il sostituto procuratore generale, Vittorio Garino, ha chiesto un nuovo processo d’appello. Motivo? I quattro soldati semplici che testimoniarono contro i tre militari dovrebbero essere indagati anche loro. Quindi, testimonianza nulla.
«Devo fare quello che mi dice la mia coscienza – ha detto il Pg Garino – nonostante i fatti contestati agli imputati siano gravissimi e raccapriccianti». Mancherebbe, secondo il pg, «la prova della loro presenza fisica a Sant'Anna di Stazzema». E soprattutto, nel processo sono stati «sentiti come testimoni quattro soldati semplici nazisti che parteciparono ai rastrellamenti e che, quindi, dovevano essere ascoltati con le maggiori garanzie riservate alle persone che hanno la qualità di coindagato».
Cavilli giuridici che sbattono la porta in faccia alla richiesta di verità e giusitizia che tutti si attendono dopo sessant’anni. E invece no, ai rappresentanti delle parti civili che si trovavano in aula, dalla Regione Toscana alla provincia di Lucca, dal Comune di Stazzema fino ad alcuni superstiti dell’eccidio, è toccata la pena di dover sentire anche una richiesta di annullamento. D’altra parte, nessuno dei nazisti imputati ha mai espresso alcun pentimento. Solo un soldato, Adolf Beckert, dopo una conversione religiosa, decise di parlare.
La prima sezione penale della Corte di Cassazione emetterà il suo verdetto giovedì mattina. Intanto, però, si sono già scatenate le reazioni del mondo politico e civile. E anche dei sopravvissuti: «Ho testimoniato più volte, adesso lo Stato deve darci giustizia e verità. Solo questo vogliamo, non abbiamo mai chiesto nessun risarcimento». A parlare è Mauro Pieri che quel giorno di agosto del ’44 aveva 12 anni: «Sono stato portato al chiuso – racconta – con mia madre che aveva 35 anni, mia sorella di 10 e i miei due fratelli di 9 e 3 anni: sono sopravvissuto tra i cadaveri solo perchè mi hanno creduto morto. Ho preso una revolverata e otto schegge di bomba. Oltre mia mamma e i fratelli i nazisti mi hanno ucciso 41 parenti». «La verità sulla strage di Sant'Anna di Stazzema è mancata per 60 anni – afferma il sindaco di Sant'Anna di Stazzema, Michele Silicati – adesso è una vergogna che la Procura della Cassazione abbia chiesto di annullare le condanne per i tre nazisti».
cioè, il sindaco Mauro Pieri su repubblica dichiara:
"Dopo 63 anni non potevamo essere più contenti"
Sull'unità:
«La verità sulla strage di Sant'Anna di Stazzema è mancata per 60 anni – afferma il sindaco di Sant'Anna di Stazzema, Michele Silicati – adesso è una vergogna che la Procura della Cassazione abbia chiesto di annullare le condanne per i tre nazisti».