Lo conosco quello lì, sì chel lì, è il Gino Bianchino. Tutte le mattine alle sei ci trovavamo dalla Gina, quella con la tavola calda sulla provinciale. Io facevo le carte, Bepù Dormigliù contava i tir sulla strada e Gino Bianchino si versava il primo bicchierino. Così, fino alle 11, tra i muratori di corsa verso la città, fermi giusto per il caffè e una sbirciata tra le migliori colline della provincia, quelle della Gina, e gli studenti imbroglioni, che invece del latino scarabocchiavano le formazioni del fantacalcio con i fogli della gazzetta. Poi cambiò tutto, in pochi mesi. Fecero la variante della provinciale, una rotondazza con le siepi qualche metro sopra e i muratori, gli studenti, i camionisti cambiarono bar. La Gina lavora in qualche scatolone,su in periferia, Bepù Dormigliù si è fermato al cimitero con le sue carte e il Gino, il Gino eccolo lì, lì davanti al cantiere pensando ai suoi bianchini.Originariamente inviato da Fran©esco
ieri ho fotografato un vecchietto davanti a un cantiere
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fa cacare perché l'ho fatta col cellulare. L'ho virata in bianco e nero perché così è più malinconica.
Ora vado a innaffiare i gerani.

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