Però poi questi parrucconi difendono tutti indistintamente la necessitàà di un albo dei giornalisti a garanzia della serietà della categoria. Un po' come notai, avvocati, farmacisti...Originariamente inviato da whitefox
Non mi stupisco.
Ho frequentato un corso di giornalismo tenuto da confindustria: il professore principale, direttore di note riviste nazionali per anni, era affiancato ad ogni lezione da persone altrettanto note in altri campi dell'informazione.
Il messaggio che ci è stato dato da tutti i personaggi è questo:
Il giornalismo alla Montanelli non si può fare più, mancano i fondi, il tempo e tutto il resto. Non esiste più quello che fa la cronaca in prima persona, a meno che non sia affermato da decenni nel proprio campo: le notizie provengono dalle agenzie e oggi al 90% giornalista è colui che prende queste notizie, le impagina, se va bene le modifica e le commenta.
Al di sotto dei giornalisti ci sono gli articolisti da quattro euro ad articolo che sfruttiamo per la loro passione ma molto difficilmente progrediranno. Sono quelli che producono notizie originali, che non si trovano nelle agenzie o negli uffici stampa, ma se li dovessimo pagare tutti regolarmente finiremmo in banca rotta.
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Il guaio vero è che questi strumenti corporativi invece di essere posti a tutela dei cittadini sono protezioni a difesa degli iscritti.