C'era un modo prevedibile per raccontare il politico Giulio Andreotti: quello del film inchiesta o del film documentario, appoggiandosi ai filmati e alle testimonianze.

Sorrentino invece è riuscito nell'intento di dipingere quest'uomo enigmatico, grigio e monocorde togliendosi totalmente dal prevedibile e mettendo assieme un film splendido per colore, musica, inquadrature e fantasia visiva.
Sarebbe piaciuto molto a Federico Fellini questo film, c'è la stessa genialità visiva e la stessa ironia di tanti film felliniani, ma c'è sotto anche il racconto degli anni del potere andreottiano, dei suoi rapporti mai del tutto chiariti con oscuri figuri, di tanti omicidi eccellenti, di tante sue responsabilità nelle vicende di casa nostra che non ne hanno mai scalfito l'impertubabilità (e la fedina penale).
Il tutto con gran parte dei dialoghi totalmente inventati e in realtà mai avvenuti (vedi l'intervista di Eugenio Scalfari) e con in mezzo una confessione-fiume che da sola vale il film e che dà pieno merito a Toni Servillo che interpreta meravigliosamente il ruolo di Andreotti.

Il film divertirà probabilmente di più chi ha conosciuto il personaggio Andreotti quando era ancora ai vertici del potere, (divertirà tra virgolette) ma c'è spazio per tutti e il bel post di Ma, te, oh lo conferma.

Da non perdere assolutamente le didascalie che aprono e chiudono il film.

Globale ****