Ma c'è di più.
Alle volte, quando il sole picchia come un fabbro e sull'asfalto si vede l'aria tremorale, ho l'impressione che la "mitica estate" (quanto è abusato l'aggettivo "mitico"!) non sia un tempo ma un luogo immobile, raggiungibile in mezz'ora di macchina o poco più. Non c'è la certezza ma solo una sensazione molto forte che, se andassi nelle colonie estive dove "facevo la stagione" qualche anno fa, troverei le torme di ragazzini urlanti che si spostano, i vecchi amici che cazzeggiano (sempre quelli ogni estate), qualche assistente nuova e carina con cui essere galante e le tabelle delle attività esposte nella bacheca dell'atrio.
Se mi fermassi un pò, magari, vedrei la gente sciamare via, ogn'uno nella propria camerata, e troverei qualcuno con cui chiacchierare fino all'alba di cose futili ma che parevano tanto serie allora. Potrei cambiare il passato? Potrei dire una parola in più o in meno? Potrei trovare il coraggio di dare un bacio della buonanotte che non diedi?
La prossima volta che il sole sarà troppo forte, in città, dovrei trovare una mezz'oretta e prendere la macchina.